La leggenda degli Springboks vorrebbe vedere il movimento della Rainbow Nation spostarsi nell’Emisfero Nord
Il Sudafrica guarda con sempre più interesse al Pro 14 e al Sei Nazioni. Una verità che pare incontrovertibile, in considerazione anche delle ultime mosse applicate dalla federazione locale. A confermare tutto questo e a rilanciare la possibile idea di una Rainbow Nation sempre più affiliata agli eventi ovali dell’Emisfero Nord ci si è messo anche Schalk Burger che al Rugby Paper ha dichiarato: “Non sappiamo come sarà il futuro con SANZAAR, ma per le franchigie sudafricane ha sempre più senso guardare verso l’Europa. Argentina, Stati Uniti e Canada dovrebbero mettere insieme le forze per sviluppare un torneo americano, mentre Nuova Zelanda, Giappone, Australia e le Isole del Pacifico fare altrettanto fra Asia e Oceania. Mi rendo conto che possa essere complicato da accettare, perchè come movimento siamo tradizionalmente legati all’Emisfero Sud, ma secondo me non sussistono più le condizioni per cui erano nate diverse iniziative.
Il Super Rugby, ad esempio, ci crea difficoltà coi fusi orari, col format del torneo, con la competitività e oltretutto ha depotenziato la Currie Cup; che in Sudafrica ha sempre avuto grande importanza
Per il rugby internazionale invece penso che questo cambiamento sia un po’ più difficile ed elaborato, ma porterebbe al Sei Nazioni uno standard ancor più elevato rendendolo ulteriormente migliore”.
Una fotografia del momento a 360°, a cui aggiungere anche l’inserimento nel board del Pro 14 del ct dei due volte campioni del mondo Rassie Erasmus e la positività per il primo anno “intercontinentale” del campionato celtico.
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