Super Rugby: Malcolm è Marx(iano), i Lions battono i Waratahs e volano in finale

I sudafricani vincono 44-26, conquistando la finale, a Cristchurch, contro i Crusaders

lions

ph. Reuters

All’Ellis Park di Johannesburg, Lions e Waratahs, le due squadre vincitrici rispettivamente della conference sudafricana e di quella australiana, si giocano un posto in finale di Super Rugby contro i Crusaders, in grado di battere, in mattinata, gli Hurricanes.

L’avvio di match è subito a ritmi folli da una parte e dall’altra, con i trequarti australiani che fanno immediatamente capire di essere in grande spolvero. Dopo 3 minuti Folau, con un balzo felino, va a prendersi imperiosamente un pallone in cielo, poco fuori dai 22 metri avversari, rimettendolo a disposizione dei suoi compagni: Foley e Beale distribuiscono l’ovale con qualità stratosferica e Hanigan si ritrova con un’autostrada davanti, sfruttata al meglio per siglare la prima meta del match. Foley Trasforma e i Waratahs vanno sul 7-0. Un gap che si dilata poco dopo, quando Naiyaravoro fa danni sulla fascia sinistra del campo, stendendo un paio di difensori e riportando i Tahs in zona rossa. La difesa sudafricana riesce a metterlo a terra utilizzando, però, diversi uomini, e sullo sviluppo dell’azione, con la solita superba regia di Foley, gli australiani riescono a mettere in azione in modo pulito Folau, che con una finta mette a sedere un paio di difensori e timbra la meta del 14-0 (con la seconda trasformazione di Foley) prima del decimo di gioco.

I Lions superano il momento di sbandamento iniziale e reagiscono con foga. Nel giro di pochi minuti rimediano un paio di penaltouche sui 5 metri, ma i Waratahs difendono alla grande sulle driving maul dei padroni di casa, disarcionandole in modo efficace e forzando, poi, due tenuti consecutivi. Ci pensa allora Kwagga Smith, al minuto 21, a suonare la carica e sporcare per la prima volta il tabellino locale. Il terza linea rompe tre placcaggi, sfondando la difesa ospite a sportellate, dritto per dritto, firmando la marcatura pesante del 5 a 14.

Il ritmo del match non tende minimamente ad abbassarsi, anzi, poco oltre il ventesimo si impenna addirittura con una nuova accelerata locale. Al minuto 25, Dyantyi si inventa un numero pazzesco: contrattacco dai 22, calcio per se stesso preciso (anche un pizzico fortunato), e fuga incontrastata oltre la linea di meta. Jantjies trasforma (12-14).

Alla mezzora i Lions lanciano il primo guanto di sfida in mischia chiusa, vincendone una in mezzo al campo travolgendo letteralmente gli avversari. L’inerzia, in tal senso diventa ancora più chiara al 35esimo: altra penaltouche dentro i 22 metri degli Waratahs, con il carrettino Lions che stavolta è devastante e disintegra il muro difensivo avversario, andando a segno con Malcolm Marx. Jantjies trasforma per il 19 a 14. L’inerzia è tutta dalla parte sudafricana, ma un fallo ingenuo dei Lions consente agli australiani di risalire il campo, e Latu trasforma la penaltouche sui 5 metri in oro: furba che premia Robertson, che si fionda in meta e manda il match alla pausa lunga sul 19 pari, al termine di 40 minuti a dir poco infuocati.

L’equilibrio della prima frazione, però, nella ripresa lascia spazio alla show leonino, diretto da Marx e Smith, coppia sublime di “registi” tecnici ed emozionali. Il film, inizialmente, è un clinic difensivo, con i Waratahs che per quattro volte, dentro i 22 metri avversari in avvio di frazione, vengono respinti con perdite, anche grazie a un paio di “tenuti”, forzati in modo formidabile proprio da Marx e Smith. I due, poi, salgono sul proscenio anche in ambito offensivo segnando un’altra meta a testa (doppietta per entrambi), subito dopo il piazzato agevole di Jantjies. Marx capitalizza l’ennesimo carrettino incontenibile dei padroni di casa, Smith sfonda nuovamente a testa bassa, mandando in paradiso i sudafricani, che con il calcio piazzato da lontanissimo di Jantjies per il 37-19, al 74esimo, mettono l’ombrellino nel long drink. La mete di Gordon e Skosan, nel finale, servono solo a fissare il 44-26 definitivo, che apre ai Lions le porte della finale di Super Rugby, addirittura la terza consecutiva (con le due precedenti perse entrambe).

Tabellino

Lions: 15 Andries Coetzee, 14 Ruan Combrinck, 13 Lionel Mapoe, 12 Harold Vorster, 11 Aphiwe Dyantyi, 10 Elton Jantjies, 9 Ross Cronje, 8 Warren Whiteley (c), 7 Louren Erasmus, 6 Kwagga Smith, 5 Franco Mostert, 4 Marvin Orie, 3 Ruan Dreyer, 2 Malcolm Marx, 1 Jacques van Rooyen;
A disposizione: 16 Corne Fourie, 17 Dylan Smith, 18 Johannes Jonker, 19 Hacjivah Dayimani, 20 Marnus Schoeman, 21 Dillon Smit, 22 Courtnall Skosan, 23 Howard Mnisi;

mete: Smith (22′, 63′), Dyantyi (26′), Marx (36′, 58′), Skosan (79′)
trasformazioni: Jantjies (26′, 37′, 64′)
punizioni: Jantjies (55′, 74′, 80′)

Waratahs: 15 Israel Folau, 14 Alex Newsome, 13 Curtis Rona, 12 Kurtley Beale, 11 Taqele Naiyaravoro, 10 Bernard Foley (c), 9 Nick Phipps, 8 Michael Wells, 7 Will Miller, 6 Ned Hanigan, 5 Rob Simmons, 4 Jed Holloway, 3 Sekope Kepu, 2 Tolu Latu, 1 Tom Robertson;
A disposizione: 16 Damien Fitzpatrick, 17 Harry Johnson-Holmes, 18 Paddy Ryan, 19 Tom Staniforth, 20 Brad Wilkin, 21 Jake Gordon, 22 Bryce Hegarty, 23 Cam Clark;

mete: Hanigan (4′), Folau (8′), Robertson (39′), Gordon (76′)
trasformazioni: Foley (6′, 10′, 77′)

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