In tempi di magra, perché non affidarsi a qualche grande classico degli ultimi tempi? Ne abbiamo selezionato qualcuno
È quel periodo dell’anno. Il Super Rugby, che ci ha accompagnato fino all’inizio di agosto, sta per terminare; l’emisfero Nord è nel pieno della preparazione estiva e non è ancora tornato in campo, nemmeno per le amichevoli; non c’è più nemmeno il rugby seven, sia a livello europeo sia a livello internazionale. Di rugby giocato, insomma, se ne mastica poco.
Dal 10 agosto, con un paio di amichevoli (Medicei-Fiamme Oro e Benetton-Worcester), si riprenderà un po’ a singhiozzo, anche se dal weekend successivo con il Rugby Championship e un numero maggiore di test in giro per l’Italia si comincerà decisamente a fare sul serio. Nel frattempo, per cercare di riempire un vuoto nelle nostre e nelle vostre vite, sfruttando l’archivio di YouTube abbiamo selezionato i cinque match ovali che vale la pena rivivere, soprattutto in questi giorni di magra.
1. Australia – Inghilterra, finale Coppa del Mondo 2003
Resterà per sempre una delle partite più famose nella storia del gioco. All’allora Telstra Stadium, davanti a 82,957 spettatori, va in scena un match drammatico e infinito, la seconda finale mondiale a terminare nei tempi supplementari dopo quella del 1995 in Sudafrica. Com’è finita, lo sappiamo tutti: prima del fatidico momento ci furono 100 minuti di battaglia campale, segnata da una meta divorata da Martin Johnson (a cui sfugge il pallone al momento di schiacciare) e dai sigilli di Tuqiri su cross kick di Larkham per i Wallabies e di Robinson dopo uno scambio Dallaglio-Wilkinson per l’Inghilterra.
Dei 44 giocatori in lista gara, solo uno è ancora in attività: Matt Giteau, a 35 anni, gioca per i Suntory Sungoliath in Giappone.
2. Australia – All Blacks, Tri Nations 2000
Dieci mete, cinquantaquattro punti segnati e quattro cambi di leadership nel secondo tempo scandirono il ritmo di quella che viene spesso considerata come la partita più bella di tutti i tempi. “A test match made in heaven”, disse qualcuno in proposito. La cornice di pubblico si rivelò perfettamente adeguata all’occasione: ad affollare lo Stadium Australia furono 109.874 spettatori, record tuttora imbattuto per una partita di rugby. Comprensibile, quando in campo scorrazzano fuoriclasse come Lomu, Cullen, Mehertens, Marshall, Larkham, Gregan e Mortlock, tra gli altri.
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3. Sudafrica – All Blacks, Rugby Championship 2013
Le due squadre più forti del mondo del momento si sfidano all’Ellis Park nell’ultima giornata per risolvere la questione Rugby Championship. Agli Springboks serve un miracolo per vincere il trofeo: battere gli All Blacks con bonus offensivo e impedire che i rivali storici non portino a casa nemmeno un punto. È il Sudafrica di Heyneke Meyer, non più legato solo ad un gioco di autoscontri e testate con gli avanti e capace di proporre un rugby anche più bello da vedere; dall’altra parte, però, ci sono gli All Blacks di Nonu-Smith (che sorpassano in questa partita D’Arcy-O’Driscoll), Cruden, Read, Ben Smith e… Barrett.
4. Giappone – Sudafrica, Coppa del Mondo 2015
Una pietra miliare nel rugby mondiale, perché non era mai successo che – inutile non spoilerare il punteggio, in questo caso – una squadra del livello del Giappone battesse una squadra del livello del Sudafrica. Il più grande shock nella storia della Coppa del Mondo si concretizza a Brighton, dove i nipponici allenati da Eddie Jones squarciano il cielo sopra il Falmer Stadium con una prestazione irripetibile, trionfando con una meta all’ultimo minuto dopo un’interminabile azione nella metà campo degli Springboks. È anche l’unico match nella storia tra le due formazioni, che prima di allora non si erano mai incontrate.
5. Galles – Inghilterra, Sei Nazioni 2013
Classifica dopo quattro giornate: Inghilterra 8 (+43 di differenza punti), Galles 6 (+29). Il calcolo è semplice: per vincere il titolo, i Dragoni sono costretti a vincere almeno con un margine di quattordici punti. La squadra di Warren Gatland è molto più esperta di quella inglese, guidata da Stuart Lancaster, ma gli ospiti sono comunque i favoriti per la vittoria del titolo, nonostante una brutta prestazione contro l’Italia di Jacques Brunel la settimana precedente. Hen Wlad Fy Nhadau, cantato a squarciagola da tutto il Millennium Stadium, è paralizzante, ma il primo tempo finisce solo 9-3 per il Galles. Nel secondo tempo, però, il dominio è totale: 30-3, vittoria più larga di sempre contro l’Inghilterra e Sam Warburton (prendetelo anche come un tributo in suo onore) dichiara di aver vissuto il momento migliore della sua carriera.
Bonus track
No, non ci siamo dimenticati dell’Italia. Il mazzo azzurro da cui estrarre non è (purtroppo) molto scarno, ma le tappe principali nella storia recente della nazionale non mancano. Quella del 12 marzo 2011, al Flaminio, avrà sempre un posto speciale nella memoria degli appassionati italiani di rugby.
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