La squadra di Rassie Erasmus vuole proseguire nel proprio percorso di crescita con l’obiettivo mondiale sullo sfondo
Dopo aver ottenuto solamente quattro vittorie (su quindici gare disputate) negli ultimi 3 difficilissimi anni di Rugby Championship (e non solo, visti i nefasti tracolli con Giappone ed Italia), il nuovo Sudafrica di Rassie Erasmus vuole invertire la rotta inquietante dei tempi recenti anche nel torneo australe, dopo aver già dato i primi confortanti bagliori di luce nella serie di giugno vinta contro l’Inghilterra.
L’ex head coach del Munster, che ha già detto di voler proseguire nel rodaggio di tutta la rosa a sua disposizione in vista del mondiale nipponico, punterà fortemente sulla presenza dal primo minuto, in cabina di regia, di un Handré Pollard ritrovato ai suoi livelli migliori nell’ultimo periodo, e consolidato come 10 titolare. Erasmus ha speso parole benevole anche per la sua prima riserva, quel Jantjies che sarà inequivocabilmente il backup (con il giovane Willemse in terza fila) all’apertura, reduce da una stagione internazionale in chiaro scuro, nonostante la terza finale filata di Super Rugby con i suoi Lions.
Pur con l’assenza di De Jager, la seconda linea springboks può sorridere, con il rientro di Ezebeth e lo stato di forma stratosferico di Mostert. Un ritorno fondamentale, quello del giocatore degli Stormers, al pari di quello, in prima linea di Malcolm Marx, col il tallonatore dei Lions che ha dimostrato reiteratamente di essere il numero uno al mondo nel ruolo.
Con un pacchetto degli avanti (pur privo di Vermeulen) tornato a splendere, anche grazie alla spinta prorompente di capitan Kolisi, che troverà verosimilmente parecchio spazio per garantire al Sudafrica competitività nel breakdown al cospetto di Australia e, All Blacks (maestre nel settore), le fasi statiche rappresenteranno una base solida per il team africano per garantire diverse palle di qualità ai finisher dal calibro di Am, Dyantyi e Mapimpi (chiamato ad un ulteriore salto di qualità dopo le performance in Pro14 e Super Rugby). Le Roux, che potrà gicoare solo la metà delle partite del torneo per accordi presi con con il proprio club, invece, sarà il titolare a numero XV, e dovrà dare quel giusto mix di equilibrio dietro ed imprevedibilità al contrattacco.
Scenario migliore
Gli Springboks partono a razzo, spazzolando l’Argentina in casa, per poi uscire vittoriosi anche dall’insidiosa gara “di ritorno” in terra sudamericana. Handré Pollard è il leader tecnico e spirituale di una squadra che vola sulle ali dell’entusiasmo e si permette il lusso di fare tris in Australia, sconfiggendo gli Wallabies a domicilio. In Nuova Zelanda, però, non basta un Malcolm Marx esagerato, coadiuvato da una superba prestazione collettiva, per avere la meglio degli All Blacks, che nel finale strappano e vincono la quarta partita del torneo di 20 punti. La sconfitta non abbatte gli africani, che, sospinti dalla durezza mentale di capitan Kolisi si rialzano e chiudono col (doppio) botto, vincendo in casa sia con l’Australia (di 15 punti), sia con i tuttineri in volata. Cinque vittorie su sei gare, e secondo posto, dietro solo di un’incollatura alla Nuova Zelanda.
Scenario peggiore
Dopo una vittoria sofferta, a Durban, ai danni dei Pumas, gli Springboks affondano in Argentina, sotto i colpi della banda di Ledesma. Nelle due successive trasferte arrivano due pesanti sconfitte in Australia e Nuova Zelanda, con i tuttineri che esagerano, vincendo con 65 punti di scarto, mandando letteralmente in tilt Rassie Erasmus, criticato aspramente il controllo della situazione. Nella gara casalinga con l’Australia, l’ex Munster cambia squadra, decidendo di affidarsi in toto al blocco Lions: dentro Jantjies in cabina di regia, con tanto di ritorno puredi Skosan tra i trequarti ed un’abbondante presenza leonina tra gli avanti. La scossa produce un successo interno, stiracchiato sui Wallabies, ma non ha effetto al cospetto degli All Blacks che fanno nuovamente male agli africani anche in quel di Johannesburg, condannandoli ad un clamoroso ultimo posto nella competizione.
I convocati del Sudafrica
Avanti: Cyle Brink (terza linea, Emirates Lions, uncapped), Jean-Luc du Preez (terza linea, Cell C Sharks, 13, 10 – 2t), Thomas du Toit (pilone, Cell C Sharks, 4), Pieter-Steph du Toit (seconda linea, DHL Stormers, 36, 20 – 4t), Eben Etzebeth (seconda linea, DHL Stormers, 67, 15 – 3t), Steven Kitshoff (pilone, DHL Stormers, 27, 5 – 1t), Siya Kolisi (capitano – terza linea, DHL Stormers, 31, 20 – 4t), Francois Louw (terza linea, Bath, England, 57, 45 – 9t), Wilco Louw (pilone, DHL Stormers, 7), Frans Malherbe (pilone, DHL Stormers, 19), Malcolm Marx (Tallonatore, Emirates Lions, 14, 15 – 3t), Bongi Mbonambi (Tallonatore, DHL Stormers, 16, 5 – 1t), Franco Mostert (seconda linea, Emirates Lions, 21, 5 – 1t), Tendai Mtawarira (pilone, Cell C Sharks, 101, 10 – 2t), Sikhumbuzo Notshe (terza linea, DHL Stormers, 4), Marvin Orie (seconda linea, Emirates Lions, 1), RG Snyman (seconda linea, Vodacom Bulls, 3), Akker van der Merwe (Tallonatore, Cell C Sharks, 3), Marco van Staden (terza linea, Vodacom Bulls, uncapped), Warren Whiteley (No 8, Emirates Lions, 17, 15 – 3t);
Trequarti: Lukhanyo Am (centro, Cell C Sharks, 3), Ross Cronjé (mediano di mischia, Emirates Lions, 10, 10 – 2t), Faf de Klerk (mediano di mischia, Sale Sharks, England, 14, 5 – 1t), Aphiwe Dyantyi (ala, Emirates Lions, 3, 5 – 1t), André Esterhuizen (centro, Cell C Sharks, 2), Elton Janjies (mediano d’apertura, Emirates Lions, 26, 215 – 2t, 41c, 41p), Jesse Kriel (centro, Vodacom Bulls, 32, 45 – 9t), Willie le Roux (estremo, Wasps, England, 44, 55 – 11t), Makazole Mapimpi (ala, Cell C Sharks, 1, 5 – 1t), Lionel Mapoe (centro, Emirates Lions, 12), Lwazi Mvovo (ala, Cell C Sharks, 17, 30 – 6t), Embrose Papier (mediano di mischia, Vodacom Bulls, 2), Handré Pollard (mediano d’apertura, Vodacom Bulls, 29, 246 – 3t, 42c, 46p, 3d), Ivan van Zyl (mediano di mischia, Vodacom Bulls, 3), Damian Willemse (mediano d’apertura, DHL Stormers, uncapped);
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