Mario Ledesma dovrebbe dare la scossa ideale ai Pumas, ma che impatto avrà contro tre avversarie così forti?
L’atmosfera di velato ottimismo che si percepisce attorno ai Pumas è una novità negli ultimi tempi. In un ambiente depresso dagli ultimi risultati e dallo scollamento con lo staff tecnico di Daniel Hourcade, è bastato l’arrivo di un condottiero e leader naturale come Mario Ledesma in panchina per guardare di nuovo con fiducia al presente e al prossimo futuro.
Che la nuova guida dell’Argentina possa dare una scossa all’interno della squadra sembra fuori discussione, del resto. I motivi, semplici, sono due: il primo è che peggio di così, di fatto, la nazionale albiceleste proprio non può fare, visto il rendimento tenuto negli ultimi tre Test Match di giugno contro Galles e Scozia, non solo nei numeri (32,3 punti subiti in media, 12,3 fatti) ma soprattutto nell’attitudine in campo; per il secondo, è sufficiente osservare i progressi dei Jaguares da febbraio ad oggi, concretizzatisi in un ottimo Super Rugby chiuso con 9 vittorie, 7 sconfitte e il primo ingresso nei playoff da quando la franchigia è entrata nel torneo.
Resta tutto da capire, invece, quanto l’impatto di Ledesma sulla squadra si vedrà anche all’esterno, perché vale la pena ricordare che l’Argentina arriva da due vittorie (contro Georgia e Italia) nelle ultime diciassette partite. Sfidare cinque volte all’anno All Blacks, Sudafrica e Australia non giova al record dei Pumas, che spesso hanno dato filo da torcere a tutte e tre le avversarie del Championship (vincendo una partita per anno tra 2014 e 2016), ma non è da escludere che l’eccessivo numero di sconfitte abbia progressivamente tolto certezze ad un gruppo pieno di talento ma troppo spesso umorale e indisciplinato (in campo, s’intende).
Allenatore carismatico e con un curriculum già di un certo rilievo, Ledesma personifica l’essenza di quello che occorre in primis a questi Pumas: una visione chiara anche a lungo termine, stimoli nuovi e la capacità di traghettare il lavoro svolto nei Jaguares anche in nazionale, alzando ulteriormente il livello di intensità e concentrazione per non farsi trovare impreparati allo scontro con le tre regine dell’emisfero.
Dal punto di vista tecnico e tattico, l’Argentina difficilmente potrà contare su qualche “effetto sorpresa” tipico delle formazioni che cambiano allenatore, poiché sembra improbabile che Ledesma possa rivoluzionare le strategie di una squadra che è diretta espressione dei Jaguares. Anche per questo, se i Pumas vorranno voltare definitivamente pagina saranno chiamati a migliorare soprattutto velocità e qualità d’esecuzione e abnegazione. Un altro punto interrogativo è rappresentato dalla mischia: i Jaguares hanno chiuso al 15esimo posto nella classifica delle mischie vinte nel Super Rugby (85%), mentre i Pumas a loro volta erano parsi piuttosto balbettanti nell’ultima fase della gestione Hourcade (a Firenze, l’Italia mise ripetutamente sotto la mischia sudamericana).
L’innesto di un pilone esperto come Juan Figallo, in questo senso, potrebbe essere di grande aiuto alla causa, oltre a rappresentare presumibilmente un’inversione di tendenza nella politica UAR impostata dal 2016 in avanti e che prevedeva l’esclusione a priori di chiunque giocasse in Europa. In attesa di rivedere anche Facundo Isa o Juan Imhoff, Ledesma farà affidamento sul consueto gruppo guidato dalla leadership di Creevy, dalla sapienza di Nicolas Sanchez, dalla potenza delle seconde linee, di Matera e Lezana e da un nugolo di trequarti molto talentuosi: non solo Emiliano Boffelli, già affermato e pericolo numero uno per le difese, ma anche giovani in rampa di lancio come Bautista Ezcurra, Bautista Delguy e Sebastian Cancelliere. Ma ai Pumas, del resto, il materiale umano non è mai mancato.
Scenario migliore
L’Argentina si toglie dalla spalla la scimmia cresciuta nel corso degli ultimi mesi, cominciando a macinare gioco come i migliori Jaguares della stagione. La mischia torna ad essere dominante, il gioco offensivo è vario e ricco di soluzioni e il Sudafrica cade alla seconda giornata, nell’esordio casalingo dei nuovi Pumas targati Mario Ledesma. Contro gli All Blacks arriva un bonus difensivo sempre in casa, un’importante iniezione di fiducia per la sfida contro i Wallabies che i Pumas vincono all’ultimo secondo, ottenendo due vittorie nello stesso torneo per la prima volta.
Scenario peggiore
I progressi rispetto alla finestra internazionale di giugno sono palpabili, ma i Pumas si trovano ancora troppo indietro rispetto a tutte le altre. Nelle prime quattro partite l’Argentina dà battaglia sempre per un’ora di gioco, venendo poi inesorabilmente travolta nel finale dopo essersi spesa nei sessanta minuti precedenti. Nelle ultime, davanti al pubblico di casa, una nazionale stanca dai tanti viaggi e logorata dalla lunga stagione viene facilmente battuta con 30 punti di scarto da All Blacks e Wallabies. I punti in classifica saranno zero.
I convocati per il Rugby Championship 2018
Matías Alemanno, Gonzalo Bertranou, Emiliano Boffelli, Rodrigo Bruni, Sebastían Cancelliere, Agustín Creevy, Tomás Cubelli, Jerónimo de la Fuente, Bautista Delguy, Joaquín Díaz Bonilla, Bautista Ezcurra, Santiago García Botta, Santiago González Iglesias, Marcos Kremer, Martín Landajo, Tomás Lavanini, Juan Leguizamón, Juan Cruz Mallía, Pablo Matera, Santiago Medrano, Julian Montoya, Matías Moroni, Ramiro Moyano, Matías Orlando, Javier Ortega Desio, Guido Petti, Nicolás Sánchez, Nahuel Tetaz Chaparro, Juan Zeiss, Marco Ciccioli, Lucas Favre, Diego Fortuny, Santiago Grondona, Mayco Vivas, Ignacio Larrague, Franco Molina, Juan Figallo
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.