Ad un cap dalle 100 presenze, il pilone degli All Blacks non ha ancora segnato una meta nella carriera internazionale
Dopo Sam Whitelock sabato scorso, gli All Blacks accoglieranno nel loro esclusivo club di centurioni subito un altro elemento, il nono della loro storia. Con molta probabilità, infatti, all’Eden Park di Auckland la maglia numero 3 della Nuova Zelanda sarà vestita per l’ennesima volta da Owen Franks, che salvo infortuni o scelte improbabili di Steve Hansen entrerà da solo sul terreno di gioco per prendersi il meritato applauso dello stadio. Più della dedica del meritato tributo ad un giocatore straordinario e rimasto sempre nell’ombra, per il pubblico la grande curiosità è riposta soprattutto in una domanda: riuscirà Franks a segnare una meta?
Il 30enne pilone dei Crusaders non ha mai segnato nella sua carriera internazionale, nonostante giochi nella squadra più vincente e più spettacolare del mondo, capace di segnare caterve di mete ad ogni avversario. Nel 2016, dopo il match casalingo contro il Sudafrica, era diventato ufficialmente il giocatore con più presenze (84 in quel momento) nel grande rugby a non aver mai marcato una meta, ma da allora il digiuno è solo aumentato. Franks ha giocato altre quindici partite in nazionale, nel frattempo gli All Blacks hanno segnato 78 mete ma senza che il pilone riuscisse ad iscrivere il suo nome sul tabellino.
Per capire la rarità dell’evento, perlomeno in Nuova Zelanda, basti pensare che nella classifica dei giocatori con più presenze senza una meta in carriera, riportata sul sito di ESPN Scrum, Franks è l’unico All Black della lista: nessun altro kiwi con più di 42 cap all’attivo è a zero mete, insomma. Come disse lui stesso due anni fa, in occasione del record, “nella lista delle cose da fare di un pilone destro, marcare una meta è in fondo ad essa. Sarebbe bello farne una e continuerò a lavorare duro, ma ho un altro di paio da cose a cui pensare per mantenere il mio posto. Non posso dire che sarà un record da appendere al muro o di cui andare fiero, ma tant’è”.
Nella sua lunga carriera tra Canterbury e Crusaders, qualche piccola soddisfazione invece è arrivata: in 151 presenze, Franks ha messo a segno quattro mete, l’ultima risalente ad una sfida tra Crusaders e Blues del 18 maggio 2013.
Ve la immaginavate diversa, l’ultima meta segnata in carriera da Owen Franks? Difficile credervi.
Le sue caratteristiche di giocatore ruvido, abile più in difesa che in attacco e di pilone scafato in mischia chiusa lo rendono il gregario perfetto. Guardandola da questo punto di vista, le zero mete in maglia All Black contribuiscono solo ad impreziosire la sua figura di lavoratore indefesso al servizio del bene comune. Se poi è anche un modo per entrare nei libri di storia, allora tanto meglio.
“In a perfect world, All Blacks prop Owen Franks would crash over for a try in his 100th Test” è l’incipit di un articolo a lui dedicato su Fox Sports Australia. Sarebbe la celebrazione ideale per un traguardo eccezionale, ma nel mondo perfetto di Owen Franks la festa migliore sarebbe rappresentata da un paio di mete di punizione conquistate in mischia o maul, una pulizia decisiva in ruck o un grillotalpa nel momento del bisogno. C’è davvero bisogno di una meta per rendere ancor più speciale la sua carriera di un bi-campione del mondo? Al contrario, resterebbe maggiormente impressa negli annali senza. Rispondendo alla domanda iniziale (“Riuscirà Franks a segnare una meta?”), la risposta è che probabilmente non lo farà, ma pensandoci su la risposta migliore sarebbe “meglio di no”.
Daniele Pansardi
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