Maggiore competizione interna “alzerebbe le prestazioni della squadra”. Ledesma e la UAR sembrano voler seguire questa strada
Mario Ledesma era stato chiaro fin dal principio: con l’Argentina avrebbero potuto tornare a giocare anche i giocatori ‘europei’, attualmente impegnati nel Vecchio Continente. Il nuovo CT dei Pumas effettivamente non ha perso granché tempo, convocando Juan Figallo dei Saracens per la sfida contro il Sudafrica a Durban, nella rpima giornata di Rugby Championship, chiamando il possibile esordiente Facundo Bosch (tallonatore dell’Agen) per il ritorno in casa con gli Springboks.
Figallo e Bosch, in ogni caso, potrebbero essere solo gli apripista delle nuove politiche UAR, che dal 2016 allo scorso giugno aveva proibito l’accesso alla maglia albiceleste a coloro che non giocavano in patria (l’unica eccezione è stata rappresentata da Cubelli, che però giocava nei Brumbies e dunque sempre nell’emisfero Sud). È quello che si auspica anche un ben più noto Bosch, Marcelo, che è intervenuto sull’argomento nel corso della trasmissione di Sky Sports per Sudafrica-Argentina.
Innanzitutto, per Bosch bisognerebbe fare maggiore chiarezza sulle regole federali, che oggi giudicano “un’area grigia”. Una vera e propria ‘giurisdizione’ non c’è, ma il presidente dell’Union Argentina de Rugby, Marcelo Rodriguez, ha detto che verranno valutati i singoli casi in base alle emergenze, ma in questo modo le complicazioni sarebbero all’ordine del giorno.
Bosch crede che la Federazione avrebbe dovuto muoversi diversamente all’indomani della Coppa del Mondo 2015, prendendo magari spunto da chi ha apportato delle modifiche ad hoc (l’Australia o il Galles, per esempio) per permettere ai giocatori ‘emigrati’ all’estero di rappresentare la nazionale. “Potrei capire la regola fatta dopo il Mondiale nell’ottica di trattenere in Argentina i giocatori giovani, ma avrei raggiunto una sorta di compromesso con gli altri ragazzi già in Europa”.
La conseguenza di escludere giocatori come Facundo Isa, lo stesso Marcelo Bosch, Patricio Fernandez, Benjamin Urdapilleta, Santiago Cordero, Mariano Galarza e Manuel Carizza ha portato a scelte limitate per lo staff tecnico della nazionale, e lo stesso Bosch in passato ha detto che secondo lui i Pumas si ritrovavano in una “comfort zone”.
“Ci sono giocatori molto validi che potrebbero essere un valore aggiunto per la squadra, oltre ad aumentare la competitività interna e le opzioni a disposizione per l’allenatore – ha detto Bosch sabato – Se venissero aperte le porte a tutti, questi giocatori aggiungerebbero freschezza ed energia ai Pumas, e i ragazzi dei Jaguares saprebbero di dover competere per un posto contro i giocatori ‘europei’. Quella competizione alzererebbe le prestazioni della squadra”.
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