I budget delle squadre e la griglia di partenza del campionato, che si conferma come il più ricco al mondo
Con una settimana di anticipo rispetto agli altri grandi campionati d’Europa, sabato pomeriggio inizierà il campionato più ricco del mondo. Il Top 14 2018/2019 inizierà con una sfida di grande fascino, perché dopo quattro anni il massimo torneo francese tornerà allo Stade Aimé Giral di Perpignan, dove lo storico club catalano – uscito dal purgatorio della serie cadetta – affronterà il rinnovato Stade Francais di Heyneke Meyer reduce da un’annata davvero negativa.
A proposito di ricchezze: proprio la squadra parigina quest’anno guida la classifica dei budget più alti del Top 14 a quota 34 milioni di euro, mentre il Perpignan si attesta al tredicesimo e penultimo posto con 16 milioni. La forbice tra lo Stade Francais e l’ultima in questa speciale graduatoria, l’Agen, è di ben 20,2 milioni di euro, mentre il budget medio è di 25,3 milioni (e l’Agen, nonostante tutto, ha un budget superiore a quello del Benetton).
Fa ancora più impressione, da questo punto di vista, il trionfo del Castres nella scorsa edizione del campionato, visto che la squadra occitana si posiziona addirittura al di sotto della media generale, al decimo posto con 23,7 milioni di budget.
Top 14 budgets 2018/2019. Stade Français now at the top. Racing 92 have been in the top 4 or 5 on this list for most of the decade but dropping down with likes of Lyon, La Rochelle, & Pau all now with more money. pic.twitter.com/vjfc1Op204
— Tier 2 Rugby (@T2Rugby) 21 agosto 2018
La classifica completa
Budget e risultati non sono per forza direttamente proporzionali, d’altronde. Anche perché sembra difficile, per esempio, che lo Stade Francais possa balzare nell’arco di una sola stagione dal decimo al primo posto solo per effetto di un rugbymercato in grande stile e l’ingaggio di un tecnico stimato come il sudafricano Meyer. Il Top 14, inoltre, insegna che anche le cosiddette ‘piccole’ possono essere un ostacolo complicato da superare per le grandi del campionato, soprattutto nelle gare casalinghe dove il gap si riduce sensibilmente e i valori si livellano a prescindere dai nomi in campo.
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In un’ideale griglia di partenza, comunque, il solo mercato non basta per guadagnarsi la pole position, almeno alla vigilia del torneo. Bisogna avere anche delle certezze già acquisite e, in questo senso, se si dovesse indicare una squadra più avanti rispetto alle altre quella potrebbe essere il Montpellier.
Vern Cotter si appresta a guidare il club occitano per la seconda stagione consecutiva, dopo aver vinto la regular season 2018 e aver perso malamente la finale contro il Castres. Le partenze di Kubriashvili, Mogg e Tomane sono state rintuzzate da Chilachava e Johan Goosen, uno dei giocatori con più riflettori puntati addosso vista la sua storia bizzarra degli ultimi due anni. L’asse B. du Plessis-Camara-Picamoles-Pienaar-Cruden-Nadolo potrebbe vincere qualunque partita.
Il Racing 92, nonostante il ritiro di Nyanga e gli addii di Carter e Andreu, non è poi così lontano. Gli arrivi di Finn Russell e Simon Zebo garantiscono una dose smisurata di spettacolo e giocate stellari, a cui il pack dei vari Chat, Gomes Sa, Tameifuna, Nakarawa, Ryan e Lauret garantirà una solidità invidiabile. I ciel et blanc si sono distinti durante l’ultimo anno per un impianto difensivo di straordinario livello, ma un attacco non sempre in grado di fare la differenza (è stato l’ottavo del campionato 2017/2018): Labit e Travers riusciranno a trovare maggiore equilibrio o la coperta resterà corta?
Alle loro spalle, per forza di cose, va inserito un grupetto di tre nobili come Tolone, Tolosa e Clermont. Non è pensabile, del resto, che quest’ultimo ripeta la disastrosa e sfortunata stagione scorsa, quando una sequela di infortuni senza fine ha destabilizzato il roster clermontois e influenzato profondamente le scelte di Azéma. In entrata, i Jaunards hanno dovuto intervenire sulla trequarti visti gli addii di Rougerie, Nakaitaci Strettle e Spedding, ingaggiando Tim Nanai-Williams, l’ex All Black George Moala e il figiano Apisai Naqalevu. Il pack resta di alto profilo, anche se forse un gradino sotto rispetto ad altri.
Tolone e Tolosa ripartono dalla sconfitta nei barrage di un anno fa in casa, ma con prospettive leggermente diverse. Mourad Boudjellal ha cambiato il quinto allenatore negli ultimi due anni e ripartirà da Patrice Collazo, in uscita da La Rochelle, e ha perso in un colpo solo Radradra, Ashton e Ma’a Nonu: basteranno solo Rhys Webb e Julian Savea a garantire la stessa dose di vivacità all’attacco? Da seguire il mediano d’apertura Louis Carbonel, fresco vincitore del Mondiale Under 20 con la Francia.
Tolosa, invece, sta continuando nel progetto portato avanti da Ugo Mola. Le partenze di Maestri e Fickou e il ritiro di Fritz non sono di secondo piano, ma il ritorno di Maxime Mermoz e l’arrivo di Jerome Kaino dovrebbero apportare la giusta dose di leadership e qualità tecniche per continuare sulla stessa strada, pur con nomi meno altisonanti a vedere la rosa.
Hanno tutte le carte in regola per ambire ai primi sei posti il già citato lo Stade Francais, ovviamente i campioni di Francia del Castres e il Lione semifinalista un anno fa. Hans-Peter Wild, patron dei parigini, non ha badato a spese per liberare dai propri contratti Yoann Maestri e Gael Fickou e portarli con sé, aggiungendo poi Nicolas Sanchez e Tala Gray dal Tolosa. Per Parisse&co, tuttavia, il vero valore aggiunto dovrebbe essere Heyneke Meyer, chiamato a riportare fuori dalle sabbie mobili il club.
I detentori del titolo, in uscita, hanno mosso solo pedine di secondo piano ad eccezione del centro Taumoepeau, confermando comunque per la maggior parte la rosa allenata da Urios e i pilastri del club: Babillot, Jelonch, Kockott, Urdapilleta e Tulou. Dal Clermont è arrivato Scott Spedding, mentre da Tolosa un altro giocatore esperto come Yann David. La riconferma è una chimera, ma i playoff sono alla portata.
Il Lione, a sua volta, mantiene lo status di squadra tra le più interessanti del campionato, grazie alla guida tecnica di Pierre Mignoni e al gioco espresso finora. Il coach dell’Olympique avrà a disposizione un talento cristallino come Charlie Ngatai in arrivo dai Chiefs, oltre a Nakaitaci, Goujon e Wisniewski in più, che si aggiungono ai nomi più attesi della rosa come Félix Lambey e Baptiste Couilloud.
Dalle parti di Bordeaux potrebbero vivere un’altra stagione da metà classifica, senza infamia e senza lode, ma non c’è dubbio che i tifosi girondini avranno modo di divertirsi soprattutto con Semi Radradra e Seta Tamanivalu. Se dovesse girare tutto per il verso giusto, i playoff potrebbero avvicinarsi, ma il coach inglese Rory Teague avrà a che fare con un gruppo profondamente rinnovato e con l’infortunio grave di Mathieu Jalibert, fuori sei mesi.
Diversi punti interrogativi gravano anche su La Rochelle, che dopo il settimo posto di un anno fa ha cambiato guida tecnica. Il nuovo Director of Rugby dei Maritimes, Jono Gibbes, arriverà però solo a novembre al termine della Mitre 10 Cup neozelandese; nel frattempo, la squadra è affidata all’assistant coach Xavier Garbajosa, che ha sempre a disposizione due All Blacks come Victor Vito e Tawera Kerr-Barlow e tanti giocatori interessanti (Botia, Timani, Ihaia West, Andreu) e dei nazionali francesi come Gourdon, Bourgarit, Priso e Atonio, più un aspirante tale come Lacroix. Una squadra che può potenzialmente essere capace di ogni cosa.
Sullo stesso piano si posiziona anche il Pau, che arriva all’inizio del campionato forse con i fari spenti rispetto alle altre concorrenti, complice anche le sconfitte in amichevole. La squadra, in ogni caso, è ben assortita e in estate si è concentrata su giocatori di formazione francese. Conrad Smith è passato dall’altro lato della barricata, nel frattempo è arrivato Jesse Mogg, ma sono rimasti tutti gli altri big. Per i playoff sarà dura.
Tra le squadre già citate, insomma, sembra difficile intuire quale potrebbe rimanere eventualmente infischiata in una lotta retrocessione per una parte del campionato. Quel che è certo, invece, è che a dover battagliare per la salvezza saranno sicuramente l’Agen e le neopromosse Grenoble e Perpignan.
Sulle sponde della Garonna, gli Agenois sono ancora una volta gli indiziati principali per la retrocessione, ma coach Reggiardo proverà un altro miracolo come quello avvenuto nel girone di ritorno dello scorso anno. Il Perpignan si farà guidare dall’esperienza e dal talento di Paddy Jackson e dall’entusiasmo di una tifoseria in attesa di rivedere la propria squadra in Top 14; Grenoble ha condotto un mercato più ambizioso, prendendo dagli Stormers Rhule e Janse van Rensburg, dai Reds l’apertura Ben Lucas e un giocatore affidabile per la categoria come Germain. Qualche interrogativo è sollevato dalla mischia, non sempre performante nell’ultima stagione di Pro D2.
Dove vedere le partite?
Lo scorso anno, il canale TV5Monde (542 di Sky Italia) trasmetteva una partita del Top 14 a settimana, ma per la prima giornata della stagione 2018/2019 la guida sul loro sito internet non prevede match in programma. Al momento, dunque, non c’è un modo legale per assistere alle partite del Top 14 nel nostro Paese.
Il calendario e gli orari delle partite
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