A Auckland, dove i Wallabies non vincono dal 1986, si gioca il secondo atto della Bledisloe Cup. Calcio d’inizio alle ore 9:35
Un anno fa, dopo aver preso 54 punti in 47 minuti a Sydney nella prima giornata del Rugby Championship, l’Australia ebbe una grande reazione d’orgoglio a Dunedin la settimana successiva, costringendo gli All Blacks a vincere la partita con una meta di straordinaria classe al 78esimo minuto.
Quella partita, il modo in cui i Wallabies hanno saputo tenere testa ai rivali di sempre e la capacità di risollevarsi dopo una pesante battuta d’arresto sono di fatto gli unici appigli a cui gli uomini di Michael Cheika possono aggrapparsi per provare a dare battaglia alla Nuova Zelanda, ostacolo altrimenti insormontabile per l’Australia vista sette giorni fa a Sydney. Le speranze di vedere una partita realmente equilibrata domani mattina a Auckland, dove i Wallabies non vincono dal 1986, sembrano davvero ridotte al lumicino.
Gli All Blacks, dal canto loro, dovrebbero andare incontro ad una giornata storta più di quanto non sia stato il primo tempo dell’ANZ Stadium, dove i campioni del mondo sono parsi irriconoscibili per larghi tratti dei trentotto minuti iniziali, fino alla meta di Aaron Smith. Da quel momento, gli uomini di Steve Hansen hanno eclissato gli australiani con un secondo tempo a dir poco perfetto per le capacità di convertire in meta ogni singolo pallone recuperato.
All five of New Zealand’s second-half tries from turnovers. 1. Waisake Naholo strip 2. Beauden Barrett pounces on botched midfield move 3. Brodie Retallick makes (mega illegal) strip-sack on Will Genia 4. Jack Goodhue intercepts Kurtley Beale offload pic.twitter.com/elZ3GR0uGt
— Charlie Morgan (@CharlieFelix) 18 agosto 2018
Tutte le cinque mete segnate nella ripresa, infatti, sono state create partendo da una situazione di turnover, a dimostrazione di come al giorno d’oggi le transizioni offensive siano uno degli strumenti più efficaci per segnare una meta alle difese avversarie, che vengono colte impreparate o mal posizionate. Non è infrequente, del resto, vedere gli All Blacks dominare anche quando le statistiche del possesso e del territorio sono a loro sfavorevoli, pur non essendo il caso di sabato scorso.
La scorsa settimana, oltretutto, gli All Blacks hanno evidenziato una netta superiorità nelle fasi statiche rispetto all’Australia fin dal primo tempo, il che rende ancor più difficile da spiegare come i Wallabies siano potuti arrivare all’intervallo in vantaggio per 6-5. Gli aussie hanno chiuso con il 75% di mischie vinte su propria introduzione e un incredibile 5/13 (38%) sulle proprie rimesse laterali, dove la contesa è stata un vero disastro per i padroni di casa. Il gioco offensivo, per giunta, è stato tutt’altro che brillante e in settimana aspre critiche non sono state rivolte solo all’head coach Michael Cheika ma a tutto lo staff tecnico, reputato non all’altezza della situazione; in particolare, tra gli altri nel mirino dei media è finito Stephen Larkham, coach dell’attacco wallabie.
L’altra grande preoccupazione australiana è la scarsa profondità della squadra, a maggior ragione ora che Israel Folau si è aggiunto all’elenco di infortunati insieme ad altre pedine importanti come Samu Kerevi e Tevita Kuridrani. Al posto dell’estremo dei Waratahs giocherà Dane Haylett-Petty, mentre all’ala farà il suo debutto dal primo minuto Jack Maddocks con tutte le incognite del caso (e in panchina ci sarà un altro esordiente come back up, Tom Banks).
Fari puntati anche sulla prima linea: Michael Cheika ha cambiato i piloni (Sio e Alaalatoa per Robertson e Kepu), ma non è detto che il risultato sia così diverso. Polota-Nau sarà di nuovo il tallonatore, anche perché le alternative probabilmente non convincono a pieno.
Sull’altra sponda del mar di Tasman, Steve Hansen può sopportare senza troppi problemi l’assenza di tre titolari inamovibili dell’ultima stagione, tra cui l’intera coppia di centri Willams-Crotty e Rieko Ioane, autore di sedici mete in diciassette presenze finora.
La cerniera centrale è inedita e sarà formata da Laumape e Goodhue: il primo difensivamente non è sempre impeccabile, ma ha le potenzialità per creare danni irreparabili alla difesa australiana con la sua fisicità, mentre il secondo pur avendo solo 2 cap ha i fondamentali e le letture di gioco per addossarsi maggiori responsabilità in fase di non possesso. Dietro, come estremo, ci sarà Jordie Barrett. I presupposti per riprendersi ancora la Bledisloe Cup festeggiare al meglio le 100 presenze di Owen Franks, insomma, ci sono tutti.
A proposito di Franks: Michael Hooper, nell’ultima conferenza stampa, ha annunciato che al termine della partita i Wallabies andranno nello spogliatoio degli All Blacks a bere una birra in suo onore, anche per placare le polemiche nate dopo che gli australiani avevano lasciato subito il terreno di gioco sabato scorso a Sydney, senza omaggiare Sam Whitelock per lo stesso traguardo.
Calcio d’inizio alle ore 9:35 italiane di sabato 25, diretta tv su Sky Sport Arena
Le formazioni
Nuova Zelanda: 15 Jordie Barrett, 14 Ben Smith, 13 Jack Goodhue, 12 Ngani Laumape, 11 Waisake Naholo, 10 Beauden Barrett, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Liam Squire, 5 Samuel Whitelock, 4 Brodie Retallick, 3 Owen Franks, 2 Codie Taylor, 1 Joe Moody
A disposizione: 16 Nathan Harris, 17 Karl Tu’inukuafe, 18 Ofa Tuungafasi, 19 Scott Barrett, 20 Ardie Savea, 21 TJ Perenara, 22 Damian McKenzie, 23 Anton Lienert-Brown
Australia: 15 Dane Haylett-Petty, 14 Jack Maddocks, 13 Reece Hodge, 12 Kurtley Beale, 11 Marika Koroibete, 10 Bernard Foley, 9 Will Genia, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper (c), 6 Lukhan Tui, 5 Adam Coleman, 4 Izack Rodda, 3 Allan Alaalatoa, 2 Tatafu Polota-Nau, 1 Scott Sio
A disposizione: 16 Folau Faingaa, 17 Tom Robertson, 18 Sekope Kepu, 19 Rob Simmons, 20 Pete Samu, 21 Nick Phipps, 22 Matt Toomua, 23 Tom Banks
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