Il giocatore del Perpignan ricostruisce l’episodio constatando l’involontarietà del gesto subito
Il cartellino rosso comminato a Sergio Parisse ha fatto discutere e non poco in Francia. In molti, praticamente tutti ad eccezione dell’arbitro Cardona e del TMO, si sono accorti da subito dell’involontarietà del gesto del capitano dello Stade Francais e della nazionale italiana ai danni dello sfortunato Alan Brazo.
Lo stesso flanker del Perpignan, dalle pagine di Rugbyrama è voluto intervenire spiegando la dinamica dell’azione: “Nell’impatto mi si è aperto un labbro. Mi hanno messo sei punti di sutura e in più ho un dente che balla. Questa settimana i medici dovranno dirmi se parteciperò o no alla trasferta ad Agen. La cosa positiva è che non ho avuto concussion.
L’azione l’ho rivista. Era un calcio di invio, ho guardato il pallone. Avevo un primo giocatore davanti a me, l’ho evitato e quando ho rialzato la testa mi sono trovato direttamente a contatto con Parisse. Non ho avuto il tempo per abbassarmi a placcarlo. Quando sono arrivato lì era troppo tardi. Ero in posizione di corsa, andavo troppo veloce, mi sarei dovuto rendere conto che ero così vicino. Non ho anticipato la sua traiettoria. Non è stata un’aggressione, sono stato io a colpirlo alla spalla.
Solamente più tardi – continua Brazo – c’è questo gesto del gomito che si alza un po’ per allontanarmi, ma credo che sia un riflesso. Non ho dubbi, è stato involontario. Spero non prenda molte settimane di squalifica, anzi nessuna”.
Incalzato poi sulla decisione del direttore di gara, prova così a spiegarne il comportamento: “Le immagini sono impressionanti. Credo che sia questa seconda fase dell’azione, quando si vede il braccio che respinge il mio volto, che gli abbia fatto prendere la decisione. Nel contesto attuale, con tutti i problemi che ci sono stati, credo che anche questo abbia contato.
In questi giorni, poi, ho sentito un po’ tutti i pareri e le versioni possibili: il cartellino c’era, il cartellino non c’era. L’arbitro ha deciso e bisogna rispettare la decisione, senza commentarla. Però capisco Sergio, la decisione è ingiusta”.
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