Guida al Benetton Rugby 2018/2019

I biancoverdi sono chiamati a dare continuità ai buoni risultati dell’anno scorso: crescere ancora significa puntare i playoff

ph. Ettore Griffoni

Nella stagione 2016/2017 il Benetton Treviso raccolse 5 vittorie su 22 partite. Era l’ultimo anno di vita dell’allora Pro12 e Kieran Crowley si era seduto all’inizio dell’anno sulla panchina della squadra veneta. La prima vittoria arrivò alla quarta giornata, contro i Dragons, mentre le altre vittime furono le Zebre (due volte), gli Ospreys ed Edimburgo.

Tre delle cinque vittorie arrivarono nelle ultime quattro giornate di campionato, dando slancio al progetto di rinascita del club biancoverde. Un rilancio concretizzatosi nel corso della stagione passata, con il record di 11 vittorie in 21 partite.

Alla terza stagione al comando del vascello, coach Crowley e il suo staff si trovano davanti alla più difficile delle sfide: confermarsi e continuare a crescere.

Oltre le fondamenta

Come nella costruzione di qualsiasi edificio, anche un progetto sportivo si basa su solide fondamenta e su una valida impalcatura. E’ quello che il Benetton Treviso è riuscito a darsi negli anni passati, mettendo prima di tutto a posto lo staff da un punto di vista organizzativo.

Poi è stata la volta di migliorare la rosa, un compito riuscito lo scorso anno con l’aggiunta di giocatori rivelatisi importanti come Ioane e Faiva, ma anche le aggiunte di Ruzza e Negri.

Quest’anno la costruzione della squadra ha mirato soprattutto ad aggiustare la squadra in alcuni settori. Perso Marty Banks, che è parso non essersi mai davvero integrato nell’ambiente, i Leoni hanno preferito affiancare a Tommaso Allan e Ian McKinley la gioventù di Antonio Rizzi.

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Sull’ex petrarchino ci sono molte aspettative, ma questo per lui sarà soprattutto un anno di crescita. Nonostante le apparizioni nelle amichevoli precampionato, infatti, Rizzi dovrà probabilmente aspettare le assenze dei nazionali per potersi giocare le proprie carte.

Rispetto allo scorso anno, infatti, il Benetton ha individuato un’area di criticità non tanto fra i numeri 10, dove le prospettive azzure di McKinley sembrano essersi assottigliate, quanto piuttosto fra i mediani di mischia, dove Tito Tebaldi e Edorardo Gori saranno con più probabilità assorbiti dalla Nazionale. Ecco allora che arriva l’acquisto importante: dagli Stormers del Super Rugby vola a Treviso Dewaldt Duvenage, 30 anni, con forza ed esperienza da portare in dote.

L’altro straniero giunto alla corte di Crowley è Ratuva Tavuyara, trequarti ala figiano con il quale si tenta un po’ di replicare la scommessa vinta con Monty Ioane. Per completare la rosa, sono poi arrivati dall’Eccellenza Marco Zanon, Giuseppe Di Stefano e Giovanni Pettinelli, oltre a Derrick Appiah che rientra in Italia dopo l’esperienza inglese. Dei cinque acquisti italiani, Appiah è forse quello da cui è più legittimo attendersi un impatto immediato.

L’obiettivo stagionale non si nasconde: lottare con i migliori per un posto ai playoff, lontani 4 vittorie alla fine dello scorso anno e provare contestualmente a ritornare fra le grandi d’Europa, qualificandosi alla Champions Cup. Il pre-campionato parla di una preparazione che dà fiducia, di un ambiente carico e determinato: le premesse ci sono tutte.

Questione di permesso

Una bella novità è l’organizzazione autogestita dello strumento permit players fra franchigia e club di quella che era Eccellenza e dobbiamo abituarci a chiamare Top 12. Treviso beneficerà dei giocatori più interessanti di Petrarca Padova, Rovigo, San Donà e Mogliano. I ragazzi rimarranno ad allenarsi con il club nei primi giorni della settimana, per poi fare ritorno alla base in vista dei rispettivi incontri domenicali.

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Questo farà sì che in caso di necessità i permit siano pronti da subito a calarsi nella realtà del Pro14, conoscendo bene il contesto tecnico nel quale si immettono. Non solo, l’esperienza acquisita durante la stagione sarà tutto di guadagnato in vista del futuro: lo status di permit player è una sorta di investitura a breve termine, con la concreta possibilità di proseguire il proprio cammino negli anni prossimi con Treviso.

Fra coloro che sono maggiormente indiziati per accumulare qualche minuto fra le fila della prima squadra ci sono Michele Lamaro, che si aggiunge a una terza linea che in rosa vede pochi flanker puri come il giocatore di Padova, e il centro di Rovigo Andrea De Masi, 20enne che ha partecipato a tutti i test pre-stagionali e pare ben visto dalle parti di Monigo.

Leoni d’Europa

Il Benetton Treviso si trova quest’anno a disputare una competizione dove può dire la propria, anche in Europa. La Champions Cup è un gradino ancora troppo alto, e nonostante alcune buone prestazioni e un paio di colpacci sfiorati, l’anno scorso non sono arrivate soddisfazioni dal fronte coppe europee.

Quest’anno invece la possibilità di togliersi qualche sassolino dalla scarpa c’è, anche se il campionato avrà la precedenza sulla Challenge Cup.

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Treviso è inserito in una Pool 5 dove le prospettive di poter passare il turno non sembrano campate in aria. Il girone prevede due squadre francesi, Grenoble e Agen. La prima è una neopromossa in Top 14 che, nonostante una rosa competitiva, dovrà comunque lottare a denti stretti in campionato per non retrocedere. La seconda è forse la squadra sulla carta più debole della massima serie francese.

A completare il lotto ci sono gli Harlequins, vera big della situazione. I londinesi sono osso duro e puntano ad una annata di rilancio dopo le delusioni degli anni passati, ma neanche per loro sarà facile venire a giocare a Monigo ed uscirne con il bottino pieno.

Se i Leoni riuscissero nell’impresa, sarebbero la prima squadra italiana ad accedere ad una fase finale di una coppa europea. Un risultato storico che avrebbe un sapore importante, un’altra tacca da aggiungere alla collezione del club e dei giocatori protagonisti. E poi una volta che sei in ballo, tocca ballare e vedere dove si arriva.

Scenario migliore

Il Benetton parte forte e l’entusiasmo genera ulteriore entusiasmo: la squadra è in fiducia e dopo i Dragons mette in riga anche i Cardiff Blues all’esordio casalingo. Dopo un primo momento di difficoltà dovuto alle tre trasferte consecutive di fine settembre, si capisce che i Leoni fanno sul serio quando battono in fila Leinster e Ulster fra le mura di Monigo.

Durante il Sei Nazioni i veneti tengono botta grazie all’apporto decisivo dei permit players, giovanotti terribili che reclamano maglie da titolare.

In Challenge Cup i biancoverdi si qualificano come seconda nel girone, vincendo tutte le partite in casa e sfiorando l’impresa allo Stoop contro i Quins.

Il pack domina in Italia e all’estero, e la squadra riesce a rimanere attaccata alla corsa ai playoff fino ad aprile, quando fra le mura di Monigo cade anche il Munster. Treviso da l’en plein di vittorie casalinghe contro le irlandesi, scavalca Edimburgo in classifica e si qualifica ai playoff.

Scenario peggiore

Dopo uno sfortunato inciampo contro i Dragons al Rodney Parade di Newport nella prima giornata, qualcosa fa fatica a fare click nell’ambiente trevigiano. Si capisce subito da come la squadra domini ma perda anche in casa contro i Cardiff Blues, prigioniera delle aspettative.

Arrivano le tre trasferte in fila e il Benetton si ritrova a incominciare ottobre con 5 sconfitte nelle prime 5 partite. I giovani peccano d’esperienza, gli esperti non ritrovano lo smalto degli anni migliori e ben presto le ambizioni di inizio anno si trasformano in una stagione di transizione senza obiettivi ad aspettare che giunga quella successiva.

La squadra finisce penultima nel proprio girone, non riesce a replicare la doppia cifra di vittorie e perde anche due dei tre derby con le Zebre.

Lorenzo Calamai

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