L’head coach degli Springboks convoca alcuni nuovi giocatori in vista delle due prossime partite: uno di loro è Cheslin Kolbe
Rassie Erasmus ha diramato nella mattinata di venerdì la lista dei convocati per le prossime due partite del suo Sudafrica, impegnato nel tour in Oceania contro Australia e Nuova Zelanda. La prima delle due partite si disputerà sabato prossimo, 8 settembre, a Brisbane.
Nella lista di 31 giocatori ci sono alcuni nomi nuovi, fra cui spicca quello di Cheslin Kolbe, ala o estremo di stanza a Tolosa (ne abbiamo parlato questa settimana). Kolbe, 24 anni, non ha mai ottenuto un cap con gli Springboks, ma ha fatto parte della rappresentativa sudafricana di rugby a sette alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016. Nello stesso anno aveva fatto parte della rosa del Sudafrica nel tour di novembre in Europa, quello della sconfitta contro l’Italia a Firenze, senza mai essere selezionato.
La sua rapidità e i suoi fulminei cambi di direzione potranno essere un’arma in più per il Sudafrica, che contro l’Argentina ha dovuto impiegare il centro Lionel Mapoe all’ala dopo l’infortunio occorso a Makazole Mapimpi, che comunque mantiene il proprio posto in rosa.
Tra gli altri, molti ritorni eccellenti: Erasmus ha scelto anche il mediano di mischia Ross Cronje, i centri Damian de Allende e Jesse Kriel, il terza linea Sikhumbuzo Notshe e soprattutto l’esperto tallonatore Schalk Brits, convinto proprio da Erasmus a non ritirarsi dal rugby alla fine della scorsa stagione per rincorrere la partecipazione alla World Cup.
I nuovi convocati portano nel gruppo un’importante ammontare di esperienza internazionale, soprattutto in ruoli dove gli Springboks visti di recente non ne avevano. Era nell’aria che la coppia di centri composta da Esterhuizen e Am non fosse strettamente titolare, e soprattutto de Allende potrebbe riconquistare da subito un posto da titolare.
Notshe e Brits andranno invece probabilmente solo ad allungare la copertura nei rispettivi ruoli, dove il Sudafrica gode di buona salute, nonostante recenti prove piuttosto incolori di Malcolm Marx e François Louw.
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