Zebre Rugby: 3 giocatori per coprire il vuoto lasciato da Minozzi

Le possibili alternative delle Zebre per vestire la maglia numero 15 dopo l’infortunio di venerdì sera

ph. Luca Sighinolfi

Riempire il vuoto lasciato da Matteo Minozzi sarà difficile. Dopo l’infortunio occorso all’estremo delle Zebre nel primo match della stagione, dopo meno di venti minuti, la squadra di casa è stata brava a non disunirsi, a non subire contraccolpi psicologici e a portare a casa una partita grazie al tasso di talento complessivamente superiore rispetto ai Southern Kings.

Adesso però viene il difficile: già in occasione della seconda giornata di campionato, infatti, ci sarà da trovare un sostituto per l’infortunato Minozzi. La sua assenza si sentirà soprattutto sul lungo periodo, stante il fatto che il giovane asso nella manica di Bradley è il giocatore che con una giocata avrebbe potuto illuminare quelle occasioni in cui le Zebre risultano meno ispirate.

La rosa della squadra di Parma ha alcune cartucce da sparare, in ogni caso, per provare a sentire il meno possibile la nostalgia di Minozzi. Tre alternative molto diverse fra loro per caratteristiche fisiche e tecniche.

Edoardo Padovani

Il giocatore rientrato nella seconda parte della scorsa stagione da Tolone è la soluzione più logica, almeno nel breve periodo. Giocatore dotato di tutte le caratteristiche tecniche di un estremo di livello, Padovani ha però perso quello smalto che due stagioni fa lo aveva portato alla ribalta nazionale, conquistandosi la maglia azzurra da titolare e ritrovandosi proprio gli occhi del club francese addosso.

L’esperienza transalpina non è però stata delle migliori, e in maglia Zebre dobbiamo ancora rivedere il miglior Padovani, con le sue accelerazioni brucianti e gli allunghi in velocità. A queste doti, abbina anche un buon piede e una discreta visione di gioco figlia delle precedenti esperienze come numero 10.

Se il suo stato di forma è sufficiente, allora Bradley potrebbe dargli fiducia da subito e con un po’ di minuti in campo le Zebre potrebbero ritrovare un giocatore preziosissimo che al meglio delle sue capacità potrebbe tornare comodo anche in ottica nazionale. Il grande se rimane: basterà tornare a dargli un minutaggio notevole per rivedere il Padovani del 2017?

Mattia Bellini

Mattia Bellini si è ripresentato alla grande alla nuova stagione. Dopo il record di franchigia di 8 mete segnate nella scorsa stagione, l’ala ha marcato anche al debutto contro i Kings, in una situazione caotica dove però ha potuto far valere la qualità delle proprie gambe, offrendo oltretutto una prestazione globale di livello.

Nonostante il sito ufficiale delle Zebre lo descriva come estremo, Bellini si è disimpegnato più spesso come centro, oltre al suo ruolo di ala che gli è certamente più congeniale. Tuttavia, la sua rapidità, il passo in allungo e la capacità di contrattaccare lo rendono un buon candidato per vestire all’occorrenza anche la maglia numero 15.

Rispetto a Padovani verrebbe a mancare un po’ di qualità nel gioco al piede, mentre il giocatore sa farsi ben valere nel gioco aereo grazie alla sua stazza.

Spostando Bellini ad estremo si lascerebbe libero uno spot all’ala, che però potrebbe essere occupato da Di Giulio, Balekana o eventualmente Bisegni, con Boni cavallo di ritorno come secondo centro.

Francois Brummer

Il nome più importante del mercato estivo delle Zebre è un giocatore d’esperienza che, anche se si tratta di un numero 10 classico, può disimpegnarsi come estremo, cosa che gli è anche capitata in carriera.

Brummer possiede gli attributi di un numero 15 solido e ordinato: un ottimo gioco al piede, sia tattico che per il guadagno del terreno, buone qualità difensive, un discreto impatto fisico che lo rende un buon ball carrier nei contrattacchi, specie se si tratta di un pallone calciato nella zona centrale del campo, dove è necessario guadagnare terreno e rimettere la squadra sul piede avanzante.

Per contro, la scelta dell’ex apertura dei Bulls come estremo titolare potrebbe esporre le Zebre ad un bombardamento aereo dove il sudafricano è tutto da vedere, e inoltre si tratta di un giocatore che non fa della velocità la propria punta di diamante, rendendolo meno efficace nel sistema di gioco praticato dalle Zebre.

Potrebbe, in conclusione essere il giocatore giusto da schierare in alcune partite autunnali, quelli dove il fango, la pioggia e il vento la fanno da padrona, e allora anche le Zebre saranno costrette a dare qualche calcio al pallone in più.

Bonus

Le soluzioni più fantasiose sul taccuino degli appunti di Michael Bradley: Guglielmo Palazzani schierato estremo per portare in campo la sua esperienza, aggiungendo leadership nella zona arretrata, e le sue peculiarità fisiche e tecniche; all-in con Paula Balekana per fare un po’ di casino in mezzo al campo con le gambe del figiano; portare su un nuovo permit player, visto che nessuno dei selezionati è un estremo (un’idea? il classe ’98 Biondelli delle Fiamme Oro).

Lorenzo Calamai

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