I Wallabies partono bene, ma si perdono con il passare dei minuti. Per i sudamericani è la seconda vittoria in trasferta nella storia del torneo
E’ la giornata delle vittorie in trasferta al Rugby Championship 2018. Dopo il successo del Sudafrica sugli All Blacks, l’Argentina espugna Gold Coast e batte l’Australia 19-23 in una partita che conferma i progressi della squadra di Mario Ledesma e i grandi problemi dei Wallabies, troppo discontinui sugli ottanta minuti.
In un CBS Stadium tutt’altro che pieno, i primi punti a referto sono dei Pumas con un lungo piazzato di Emiliano Boffelli. Dopo dieci minuti di nulla, con qualche errore da una parte e dall’altra, i Wallabies si ricordano di essere una squadra dalle qualità tecniche sopraffine e confezionano una meta stupenda: tutti i trequarti toccano palla con grande velocità, l’offload di Haylett-Petty libera Hodge all’ala che poi torna all’interno per Genia con una splendida rifinitura. Il mediano di mischia deve solo schiacciare per il 7 a 3.
I Pumas rispondono pan per focaccia, perché da prima fase mettono in moto un reparto arretrato che sposta il baricentro nei 22 avversari. Dopo una carica di Creevy, de la Fuente prova l’iniziativa personale e, pur placcato a terra, riesce a riciclare per Sanchez che marca la meta del controsorpasso.
La partita è piacevole, anche perché l’Australia sembra aver ritrovato quello smalto offensivo smarrito nelle ultime settimane. Come previsto da Ledesma, inoltre, la posizione di Folau all’ala è da prendere con le pinze: il giocatore dei Waratahs entra spesso dentro al campo per ricevere e al 18′ fa seri danni alla difesa dei Pumas. Folau taglia in due la retroguardia argentina, cambia passo per bruciare due difensori e va a marcare alla bandierina per il 14-10.
In un match che vive di fiammate, il ritmo si abbassa spesso e volentieri e si sviluppa prevalentemente a metà campo. I Pumas stazionano di più nel territorio argentino, trovano un ottimo spiraglio con Moyano attorno alla mezzora ma gli ospiti non riescono a dare continuità all’azione perché Pocock ci mette lo zampino in un punto d’incontro. I Wallabies allontanano il pericolo solo per un attimo: sul contrattacco successivo, ancora un elettrico Moyano semina il panico nella difesa di casa e ricicla per Sanchez che vola in meta, ma l’ala al momento dell’offload tocca la linea laterale.
La partita esplode di nuovo con un botta e risposta notevole: prima Folau con un offload lancia Genia in campo aperto, ma i Pumas recuperano palla e si lanciano in ripartenza ancora con Moyano. Il pallone viene allargato e Boffelli andrebbe anche in meta, ma dopo essere stato servito da un evidente passaggio in avanti. Lacey, intanto, punisce un placcaggio in ritardo di Petti e l’Australia può giocare nei 22 avversari, ma in touche le cose vanno molto male e i Wallabies ne perdono due su due.
Da una touche sui propri 22, invece, i Pumas esplorano ancora una volta i gravi problemi difensivi dell’Australia: il break è di Matera, la palla arriva a Bautista Delguy che sfugge al placcaggio di Haylett-Petty e va a schicciare in mezzo ai pali (14-17). Bravi i Pumas, ma il dato live sui placcaggi dice che l’Australia ne ha completati appena 14 su 34. Il finale di tempo è dedicato alle scaramucce in mischia, con cui le squadre vanno all’intervallo
Ad inizio ripresa i Wallabies sembrano ancora poco lucidi, e l’Argentina ne approfitta piazzando tre punti importanti in mezzo ai pali con Sanchez. Con fatica e tanti errori di esecuzione, i padroni di casa si installano comunque nei 22 Pumas: Genia rischia di fare un pasticcio, ma rimedia con un lungo passaggio a Foley, Hodge poi allarga a Haylett-Petty che segna il 19-20 all’angolo.
Rispetto ai primi venti minuti del primo tempo, la partita è molto più sporca e confusa. L’Australia guadagna poco con il gioco al piede, l’Argentina non è brillante eppure è sempre più lucida dell’avversrio. Al 63′, però, Sanchez non centra i pali da posizione piuttosto comoda. Il calcio di Hodge, da molto più lontano, fa la stessa fine.
I problemi in attacco degli aussie continuano: le linee di corsa e le brillanti esecuzioni della prima meta sembrano appartenere ad un’altra partita e, nonostante la superiorità territoriale e nel possesso, le smorfie di Cheika in tribuna sono solo di disperazione. Al 73′, l’Argentina riesce finalmente a risalire il campo grazie ad uno splendido grillotalpa di Montoya, che sembrava il suo capitano Creevy. La rolling maul successiva non va a buon fine e i Pumas vengono ricacciati indietro, ma un fallo a metà campo consente a Boffelli di portare i suoi sul +4.
L’ultima occasione è comunque dell’Australia. I Wallabies vanno vicini a vincerla, ma a due metri dalla linea di meta Folau, placcato, perde il pallone in avanti. Finisce 19-23, i Pumas tornano a vincere in Australia.
Australia: 15 Dane Haylett-Petty, 14 Israel Folau, 13 Reece Hodge, 12 Matt Toomua, 11 Marika Koroibete, 10 Kurtley Beale, 9 Will Genia, 8 Pete Samu, 7 David Pocock (c), 6 Lukhan Tui, 5 Izack Rodda, 4 Rory Arnold, 3 Allan Alaalatoa, 2 Tatafu Polota-Nau, 1 Scott Sio
A disposizione: 16 Folau Faingaa, 17 Sekope Kepu, 18 Taniela Tupou, 19 Adam Coleman, 20 Ned Hanigan, 21 Nick Phipps, 22 Bernard Foley, 23 Jack Maddocks
Marcatori Australia
Mete: Genia (11), Folau (18), Haylett-Petty (55)
Conversioni: Toomua (11, 18)
Punizioni:
Argentina: 15 Emiliano Boffelli, 14 Bautista Delguy, 13 Matias Moroni, 12 Jeronimo De La Fuente, 11 Ramiro Moyano, 10 Nicolas Sanchez, 9 Gonzalo Bertranou, 8 Javier Ortega Desio, 7 Marcos Kremer, 6 Pablo Matera, 5 Tomas Lavanini, 4 Guido Petti, 3 Santiago Medrano, 2 Agustin Creevy, 1 Nahuel Tetaz Chaparro
A disposizione: 16 Julian Montoya, 17 Santiago Garcia Botta, 18 Juan Pablo Zeiss, 19 Matias Alemanno, 20 Juan Manuel Leguizamon, 21 Martin Landajo, 22 Bautista Ezcurra, 23 Juan Cruz Mallia
Marcatori Argentina
Mete: Sanchez (15), Delguy (37)
Conversioni: Sanchez (15, 37)
Punizioni: Boffelli (6, 77)
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