La meta della settimana è un pezzo di bravura dell’estremo dei Dragons, che ha mandato a gambe all’aria la difesa del Leinster
Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.
Kearney, Larmour, Ringrose, Henshaw, Sexton, Cronin, Ryan, van der Flier, Conan. Quando si parla del Leinster, si sottolinea spesso la gestione scientifica nel corso del Pro14 dei suoi uomini migliori, che da qualche anno a questa parte vedono il campo con il contagocce e raramente superano la doppia cifra di presenze in campionato.
Per questo, al momento dell’annuncio della formazione per la terza giornata, in molti si sono chiesti: “Che cosa avranno fatto di male i malcapitati Dragons per meritarsi tutti quei titolari in campo?”. I gallesi sono capitati al posto sbagliato nel periodo sbagliato, visto che quella di sabato era la prima partita stagionale del Leinster tra le mura amiche della RDS Arena, circostanza che ha quasi ‘costretto’ Leo Cullen a schierare una formazione da finale di Champions.
Ai Dragons, reduci dalla risicata vittoria casalinga contro i Kings, non restava altro che provare a dare tutto e sperare di non prenderne poi così tanti. Missione miseramente fallita: i dubliners hanno vinto 52-10, stroncando la resistenza gallese con sette mete. La franchigia di Newport, però, ha tolto una soddisfazione agli irlandesi, quella di segnare la meta più bella dell’incontro.
Questa volta non premiamo un’azione corale, perchè davanti a certi pezzi di bravura si può (si deve) anche premiare l’istinto, il coraggio e la spregiudicatezza nel pensare una marcatura del genere. Il protagonista è Jordan Williams, estremo classe 1993 arrivato in estate dagli Scarlets nell’opera di rafforzamento dei Dragons che ha portato al Rodney Parade pure Ross Moriarty e Richard Hibbard.
Cresciuto negli Scarlets, Williams è rimasto a Llanelli fino al 2016, per poi trasferirsi al Bristol dove ha giocato le ultime due stagioni: l’ultima è stata decisamente produttiva, viste le 14 mete segnate in 19 partite. Con questo curriculum si è presentato al Rodney Parade, dove finora ha giocato tutti i 240 minuti in stagione. Dal punto di vista personale, però, i più significativi sono i 9 secondi in cui ha usato le maglie blu dei difensori del Leinster come paletti dello slalom speciale.
Quando riceve il pallone, Williams ha già individuato l’intervallo da esplorare, all’esterno di Garry Ringrose, perché il difensore al suo interno era uscito dalla linea per placcare – in ritardo – il giocatore che ha servito Williams. Nel ricevere il pallone, l’estremo raddrizza la corsa e accelera: per superare Rob Kearney non ha nemmeno bisogno di un sidestep, ma di una semplice cambio di direzione con cui sembra prendere ancor più velocità.
Williams, a questo punto, quasi affianca Dave Kearney che nemmeno ci prova ad intervenire, anche perché da dietro starebbe arrivando di gran rincorsa Jamison Gibson-Park. Il mediano neozelandese arriva anche fin troppo veloce, perché a Williams basta una finta verso destra per mandarlo completamente al tappeto e per rendere innocuo il suo tentativo di placcaggio. È l’ultimo ostacolo verso l’area di meta: allo scoccare del nono secondo della sua azione personale, Williams schiaccia a terra e offre l’unica consolazione di giornata ai Dragons. Con stile, perlomeno.
Daniele Pansardi
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