L’apertura è nel mirino dell’opinione pubblica per alcune sue recenti prove con le maglie di Hurricanes e TuttiNeri
Non è uno scherzo: Beauden Barrett sta attraversando probabilmente le settimane peggiori sin qui della sua carriera rugbistica. L’apertura principe degli Hurricanes e degli All Blacks è infatti pesantemente criticato in patria per le sue ultime performance di Super Rugby e Rugby Championship.
Il calderone che inizia a bollire
Barrett ha abituato tutti benissimo e il fatto che fosse l’erede designato di Dan Carter nei primi anni di carriera lo ha reso praticamente invincibile, ma dal post 2016 – anno dell’ultimo titolo per la franchigia con base a Wellington – i tifosi degli Hurricanes hanno iniziato a storcere il naso per alcune sue prestazioni nei momenti decisivi della stagione del Super Rugby: spettacolare si, ma concreto non troppo andando a pesare i risultati finali. Quest’anno poi l’eliminazione bruciante per mano dei Crusaders in semifinale, che praticano un gioco diametralmente opposto ai gialloneri, ha fatto saltare la mosca al naso in parecchi.
Una ripercussione arrivata sino al “Tuttonero” degli All Blacks
Da luglio, il tempo passa. Arriva il momento del Rugby Championship e Barrett si presenta in grande forma: nella trasferta in Australia, dove i campioni del mondo si sono imposti per 12-40, mette a referto 30 punti da solo. Uno schiacciasassi, ma in patria si domandando: l’Australia è un avversario in questo momento all’altezza? La risposta dell’opinione pubblica pende sul “No” e dopo la gara con l’Argentina, a cui Beauden non prende parte, arriva lo showdown contro il Sudafrica. Si entra nell’ultimissima parte di gara, gli All Blacks sono sotto in casa per 34-36 quando si prefigura la possibilità di chiamare un drop: ed è li che Barrett stando a quanto ricostruito dai media locali, pare si sia tirato indietro non fidandosi del suo gioco al piede, anche se in realtà nello schema degli All Blacks (come spiegato da Perenara) ,l’incaricato dell’eventuale drop sarebbe poi dovuto essere McKenzie. Il 2 su 6 degli ottanta minuti precedenti lo avrebbe fatto traballare costringendo i compagni ad un “Piano B” non eseguito al meglio, che è costato il tentativo di rimonta ai neozelandesi.
Le parole in difesa
Un turbillon di pareri si scatena sul mediano di apertura di cui però Avan Lee, CEO degli Hurricanes, prende le difese esprimendo piena fiducia in Barrett: “Lavoro con lui da molto tempo e so l’orgoglio e il senso di appartenenza che ha nei confronti della nostra maglia e di quella degli All Blacks – ha detto – abbiamo visto tutti che sabato ha avuto una serata storta, ma sappiamo quanto sia capace di tirarsi su e tornare ad essere quello che infondo è sempre stato. Per lui a volte non è facile: è il più applaudito quando le cose van bene, il più fischiato se si perde.
Rispetto alla sfida contro il Sudafrica – conclude – penso che gli Springboks abbiano fatto una grande partita e non penso abbiano vinto soltanto per gli errori di Barrett, ma perchè sono stati meglio di noi”.
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