Ne abbiamo parlato con i capitani Saccardo e Ferro, che ci spiegano come arrivano le due squadre alla sfida più attesa
Quest’anno il derby arriva presto. La seconda giornata del Top 12 regala in programma la sfida più attesa e affascinante del campionato, Petrarca-Rovigo. Entrambe le squadre arrivano all’appuntamento del ‘Plebiscito’ dopo due larghe vittorie all’esordio, rispettivamente contro Valsugana e Lazio. Della partita di sabato ne abbiamo parlato con i due capitani: da una parte Alberto Saccardo, dall’altra Matteo Ferro.
Come arriva il Petrarca
“Siamo partiti abbastanza bene – esordisce il capitano dei campioni d’Italia – Il risultato ci ha soddisfatto, potevamo fare qualcosina in più e qualche errore in meno, ma abbiamo comunque segnato sei mete subendone zero, che era l’obiettivo prefissato”.
“Questa settimana sarà diversa per le forze in campo e per il rapporto tra le due città. Stiamo preparando una partita dura, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista ambientale perché sarà una giornata molto calda. Non siamo del tutto rodati, per cui sarà una partita più difficile da gestire nei particolari e nelle situazioni”.
Dopo la stracittadina di sabato scorso, nelle dichiarazioni del post partita Andrea Marcato aveva rimproverato i suoi per quanto fatto nel secondo tempo. “Sai, quando nel primo tempo vinci 33-9 e il secondo finisce solo 7-0 è normale che ci sia un po’ di rammarico, perchè pensi di continuare sulla strada dei primi 40 minuti”.
“Abbiamo anche perso più palloni nella ripresa, dovuto anche al fatto di non avere 80 minuti nelle gambe – spiega Saccardo – E’ chiaro che l’allenatore non è contento di questi cali. Prendiamo sia quello da migliorare sia quanto di buono già fatto”.
Parlando dell’avversario, è impossibile non sottolineare la notevole differenza che comporta passare dalla filosofia di McDonnell a quella di Casellato. “Hanno cambiato un po’, penso saranno più propensi a muovere il pallone. In ogni caso, dobbiamo stare attenti anche se hanno cambiato 12-13 giocatori. Verranno qua per fare risultato”.
Ma questo Petrarca invece, che ha cambiato meno delle altre favorite e approccia la stagione con sensazioni nuove, è da considerare la favorita per lo Scudetto? “Non ci sto neanche pensando sinceramente, non ci interessa. Stiamo continuando sullo stesso percorso dello stesso anno”.
“Il fatto di aver tenuto 30 giocatori ci permette di mantenere la stessa base e di non cambiare molte cose, ma il risultato finale è talmente lontano che non è nemmeno il momento di pensarci. L’obiettivo ora è arrivare il prima possibile al livello di gioco degli ultimi due mesi della scorsa stagione: giocavamo un buon rugby ed eravamo tutti molto confidenti e consapevoli del proprio ruolo in campo”.
Come arriva il Rovigo
“Siamo una squadra nuova, con uno staff nuovo e un gioco nuovo. Sappiamo come si giocano queste partite e come affrontarle – ha detto Matteo Ferro – Veniamo da una partita un po’ più semplice, ma la Lazio ci ha comunque messo in difficoltà sotto certi aspetti”.
Anche il numero otto rodigino si sofferma sul fattore climatico. “Dal punto di vista del caldo e dell’umidità contro la Lazio è stata una partita molto dura, infatti il secondo tempo è stato di più bassa qualità. Sabato sarà un’altra giornata calda, proveremo a prepararci meglio per quanto riguarda idratazione e alimentazione”.
Sarà una prova di resistenza, insomma. “Sì, anche perché queste partite restano aperte fino all’ultimo. L’anno scorso abbiamo vinto all’ultimo, per esempio”.
Da McDonnell a Casellato, ecco cosa cambia secondo Ferro. “Sono due filosofie diverse. Con Umberto ci troviamo bene, lui pratica un rugby molto dinamico, con molti spostamenti laterali e continuità diretta. Per noi che lo giochiamo e anche perché chi guarda è molto più divertente, anche se più dispendioso. Cerchiamo molto meno fasi statiche e punti d’incontro, vogliamo giocare un rugby positivo ma senza dimenticarci dei princìpi base”.
Rodigino cresciuto nel Rovigo, da capitano Ferro avrà anche un compito importante nei confronti dei tanti giovani arrivati in estate, per capire cosa significa per la città e per la squadra il derby d’Italia. “Non c’è tanto da spiegare in realtà, perché chiunque venga a giocare a Rovigo sa cosa gli aspetta. I giovani conoscono il valore di queste partite. Sarà compito mio, di Edo Lubian e altri senatori dare quel qualcosa in più”.
Ferro è tornato ad essere il capitano del Rovigo proprio dopo l’ultimo derby contro il Petrarca, perso dai rossoblu 29-9 a fine aprile. “Da capitano ne ho già giocati altri, è un qualcosa in più ma non devo dimenticare il ruolo che ho in campo, anche se ho maggiori responsabilità”.
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