Andrea Marcato soddisfatto della voglia di lottare dei suoi, Casellato spiega il perché della scelta di non andare mai per i pali
Non è stata una partita da tramandare ai posteri. Il derby d’Italia tra Petrarca e Rovigo va in archivio al termine di ottanta minuti lottati, sudati ma fondamentalmente mediocri, senza grandi spunti degni di nota ad eccezione della meta di Riera. Ha vinto la squadra più rodata e più consistente durante tutto l’arco del match, che ha sfruttato le occasioni a propria disposizione e nel secondo tempo è ricorsa alla difesa che le ha portato lo Scudetto la scorsa primavera.
“È stato un derby di stampo antico, come quelli di una volta, con tanto da battagliare – ha dichiarato il direttore sportivo del Petrarca, Corrado Covi, al Gazzettino – Ci sono delle cose ancora da aggiustare, ma è normale, siamo a inizio stagione. Mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra, che ha sempre trovato la maniera per reagire”.
“Questo derby è servito a farmi capire che la squadra non è appagata, che la voglia di lottare c’è sempre” – ha sottolineato invece Andrea Marcato, che come di consueto non fa mancare qualche rimprovero ai suoi: “Però alcuni giocatori entrati nel secondo tempo non mi sono per niente piaciuti come mentalità e lunedì, quando ci ritroveremo, non gliele manderò a dire”. La chiosa è dedicata all’episodio che ha portato al cartellino giallo di Vian, che non ha fatto una gran figura nemmeno con il gesto rivolto ad un petrarchino uscendo dal campo. “C’è bisogno di introdurre il TMO. La reazione di Vian che ha colpito Mancini Parri era da cartellino rosso”, ha detto Marcato.
Rovigo non finiva una partita a zero punti in campionato dalla stagione 2006/2007, più precisamente dal 23 settembre 2006. Praticamente dodici anni esatti. Anche allora i Bersaglieri rimasero a secco in un derby, con la vittoria esterna del Petrarca per 0-17 al “Battaglini”.
Gli uomini di Umberto Casellato avrebbero anche avuto alcune chance per sbloccare il tabellino, ma l’allenatore nel post partita ha spiegato che la scelta di cercare sempre la meta ignorando i possibili piazzati è stata sua. “Sono stato io a dire ai giocatori di calciare sempre in rimessa laterale e non cercare i pali su punizione, perché avevamo la necessità di provare ad andare in meta” – ha dichiarato al Gazzettino.
“Non ho nulla da recriminare sulla legittimità del successo dei padovani, anche se c’è un certo rammarico per il punteggio finale – continua Casellato – Per i primi 30′ siamo stati poco reattivi, non abbiamo giocato in modo collettivo e in questo modo diventa impossibile”. Il secondo tempo è stato migliore del primo, ma non è comunque bastato per aprire una breccia nella difesa padovana. “Abbiamo attaccato, ma non siamo riusciti a fare la partita che volevamo soprattutto per merito del Petrarca, che non a caso è campione d’Italia, che è davvero forte e lo ha dimostrato. Abbiamo commesso tanti errori anche banali, e le responsabilità vanno divise tra tutti”.
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