Grande prova di concretezza da parte della squadra di Rassie Erasmus che da seguito alla vittoria ottenuta contro gli All Blacks
Non c’è neanche tempo di prendere posto al Nelson Mandela Bay Stadium di Port Elizabeth, che arriva subito la meta dei padroni di casa. Kick off di Pollard ricevuto dall’Australia, palla gestita da Genia che serve Beale: l’apertura, in una posizione profonda all’interno dei propri ventidue prova a trasmettere al largo per un compagno, ma all’improvviso ecco l’intercetto di Dyantyi che si impossessa dell’ovale e schiaccia indisturbato in mezzo ai pali. Si va subito sul 7-0.
Il ritmo della partita è inteso quindi da subito. Non mancano impatti, giocate veloci e qualche errore dato dalla velocità di esecuzione dei protagonisti in campo. Toomua al terzo minuto avrebbe la chance poi di accorciare dalla piazzola per l’Australia, senza però trovare un esito positivo.
In campo c’è una vorticosa confusione, ma gli Springboks sembrano avere le idee leggermente più chiare. Gli ospiti commettono qualche fallo di troppo offrendo delle piattaforme offensive ai rivali. Kolisi e soci sembrano poter cavalcare l’onda, ma non trovano mai la modalità corretta per controllare il pallone venendo fermati più volte per degli in-avanti.
La seconda realizzazione pesante è però nell’aria e superata la metà della prima frazione di gara si materializza quando Pollard riceve e fissando la difesa va oltre servendo nel corridoio giusto la corsa di Faf de Klerk che taglia fuori quel che resta della difesa australiana andando comodamente a marcare. C’è la conversione, che significa 14-0. Eppure i Wallabies sono vivi. Il colpo subito non intacca la risalita della squadra di Cheika che alle prime vere occasioni non si fa pregare per rimettersi in linea di galleggiamento. L’uno-due porta la firma di Will Genia, che prima fa da assistman a Hoodge, servendo il centro che va a a schiacciare alla bandierina al termine di un lunghissimo multifase, e poi veste i panni del mattatore concludendo una bella azione in campo aperto messa in piedi dal duo Haylett-Petti e Koroibete; con il mediano di mischia bravo a rifinire. Toomua al piede fa uno su due. Alla mezz’ora lo score si sistema sul 14-12.
Gli ultimi seicento secondi vedono le contendenti tirare leggermente il fiato, anche se il numero degli impatti non diminuisce poi tantissimo. Il XV di Erasmus torna col pallino del gioco in mano, mentre la sfida si sposta sulla precisione al piede. Pollard si dimostra un cecchino prima dell’intervallo mettendo a referto sei punti in due tentativi, mentre Hoodge dalla lunga distanza non lo è altrettanto nell’unica circostanza che gli capita. Si va al riposo sul 20-12 per il Sudafrica.
La ripresa si inaugura con un’azione australiana inconcludente, che ha l’involontario merito di caricare ulteriormente il Sudafrica. Pollard al quarantaseiesimo mette ulteriore distanza fra le due squadre trasformando ancora dalla piazzola per il 23-12, mentre il tempo scorre senza ulteriori particolari sussulti. Gli ospiti allora ricorrono al pit stop in prima linea e non solo per trovare nuova linfa. La carica cercata arriva per dieci minuti, a cavallo dell’ora di gioco: i vicecampioni del mondo traslocano in massa nei ventidue rivali mettendo alle strette la fase difensiva degli Springboks. Fra punizioni, susseguenti touche e mischie ne viene fuori un vero e proprio assedio. Al sessantacinquesimo Dyantyi viene pescato dall’arbitro con “le mani nella marmellata” del raggruppamento. E’ cartellino giallo. Si gioca quattordici contro quindici. Ma la convinzione e la fisicità dei padroni di casa non teme nulla. I ragazzi della Rainbow Nation tornano addirittura ad alzare il loro baricentro, trascinati da uno straordinario Pieter-Steph du Toit (eletto Man of the Match).
Al settantacinquesimo la parità numerica si materializza sul campo, con lo score che intanto è rimasto invariato. Negli ultimi trecento secondi non succede più nulla. Il Sudafrica si impone rafforzando il secondo posto nella classifica generale del Rugby Championship. La prossima settimana per gli uomini di Erasmus in programma la sfida interna contro gli All Blacks.
Sudafrica: 15 Willie le Roux, 14 Cheslin Kolbe, 13 Jesse Kriel, 12 André Esterhuizen, 11 Aphiwe Dyantyi, 10 Handré Pollard, 9 Faf de Klerk, 8 Sikhumbuzo Notshe, 7 Pieter-Steph du Toit, 6 Siya Kolisi (c), 5 Franco Mostert, 4 Eben Etzebeth, 3 Frans Malherbe, 2 Malcolm Marx, 1 Tendai Mtawarira
A disposizione: 16 Bongi Mbonambi, 17 Steven Kitshoff, 18 Wilco Louw, 19 RG Snyman, 20 Marco van Staden, 21 Embrose Papier , 22 Elton Jantjies, 23 Damian Willemse
Marcatori Sudafrica
Mete: Aphiwe Dyantyi (1) Faf de Klerk (21)
Conversioni: Handré Pollard (2, 22)
Punizioni: Handré Pollard (34, 42, 46)
Australia: 15 Dane Haylett-Petty, 14 Israel Folau, 13 Reece Hodge, 12 Matt Toomua, 11 Marika Koroibete, 10 Kurtley Beale, 9 Will Genia, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper (c), 6 Ned Hanigan, 5 Izack Rodda, 4 Adam Coleman, 3 Taniela Tupou, 2 Folau Faingaa, 1 Scott Sio
A disposizione: 16 Brandon Paenga-Amosa, 17 Sekope Kepu, 18 Allan Alaalatoa, 19 Rory Arnold, 20 Rob Simmons, 21 Nick Phipps, 22 Bernard Foley, 23 Jack Maddocks
Marcatori Australia
Mete: Reece Hodge (26), Will Genia (29)
Conversioni: Matt Toomua (30)
Punizioni:
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