Nuove conferme sul torneo mondiale dal 2020: due divisioni con promozioni e retrocessioni

Il Times torna a parlare dell’idea di Agustin Pichot, spiegando che si potrebbe davvero avverare molto presto

ph. Sebastiano Pessina

Il Sunday Times ha raccolto nuove indiscrezioni in merito al nuovo torneo tra emisfero Nord ed emisfero Sud pensato dal vice presidente di World Rugby Agustin Pichot, che nelle intenzioni dell’argentino dovrebbe prendere il posto delle finestre internazionali di Test Match.

Come riporta il quotidiano britannico, questo nuovo torneo dovrebbe effettivamente iniziare nel 2020, in linea con quanto emerso la scorsa settimana, a patto che il governo mondiale riesca a trovare in tempo sponsor, broadcaster e accordi commerciali. Per Stephen Jones, l’autore dell’articolo, il varo di questa nuova competizione rappresenterebbe il cambiamento più radicale da quando il gioco è diventato professionistico nel 1995.

Il torneo dovrebbe prevedere dodici squadre, divise in due gironi, che comprenderebbero le sei nazioni europee più importanti – Irlanda, Galles, Inghilterra, Scozia, Francia e Italia -, le quattro del Rugby Championship – Nuova Zelanda, Sudafrica, Australia e Argentina -, Giappone e Fiji.

Al livello inferiore, ci sarà anche una seconda divisione con altre squadre Tier 2, che avranno la possibilità di salire in prima divisione grazie ad un sistema di promozioni e retrocessioni. In questo modo – sottolinea Jones – chi verrà promosso potrà anche l’opportunità di ospitare nei propri stadi le nazioni Tier 1. A comporre la seconda divisione dovrebbero essere Georgia, Romania, Spagna, Stati Uniti, Russia, Tonga e Samoa, mentre ulteriori valutazioni saranno fatte su Germania e Cina (che però è 87esima nel ranking mondiale) vista l’importanza delle rispettive economie.

Le indiscrezioni del Times sono molto vaghe (o non toccano nemmeno l’argomento) sulla distribuzione in calendario delle partite, e se il numero delle stesse verrà ridotto rispetto ad ora come aveva proposto Pichot un po’ di tempo fa. La durata del torneo potrebbe essere annuale, ma un’altra opzione contemplata è la possibilità di spalmare un singolo torneo su tre anni, anche se a quel punto la nuova competizione potrebbe entrare in conflitto con il tour dei British & Irish Lions (non si giocherebbe invece negli anni della Coppa del Mondo).

Considerando quanta strada abbia già fatto l’idea di Pichot, a questo bisogna attendere il responso delle varie Federazioni nazionali. L’Inghilterra ha già espresso le sue perplessità, mentre il presidente federale Alfredo Gavazzi alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato una settimana fa – quando era però uscita una versione leggermente differente del possibile torneo – che il Nord “non lo vuole e alla fine la maggioranza ce l’ha il Nord”.

Inoltre, World Rugby ha già annunciato nel marzo del 2017 una riforma del calendario internazionale di Test Match per il periodo tra il 2020 e il 2032, che tra le altre cose prevede:

  • tour delle Nazioni Tier 1 nel Pacifico, in Giappone, Canada, Stati Uniti, Georgia e Romania
  • aumento del 39% dei Test tra Nazioni Tier 1 e Nazioni Tier 2
  • tour del Pacifico da parte di Francia e Inghilterra
  • che le sei squadre del Sei Nazioni ogni novembre ospitino almeno sei partite contro squadre Tier 2

World Rugby riuscirà a conciliare i buoni propositi di due anni fa con quelli attuali?

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