Si tratta di Steve Jackson, un ex assistente dei Blues. Ma il consiglio federale non sarebbe stato consultato nella decisione
Lo scorso 20 settembre, la Federazione samoana (SRU) ha annunciato il nome del nuovo head coach. Si tratta di Steve Jackson, in precedenza assistente tecnico dei Blues nel Super Rugby, di Tasman e Counties-Manukau nella Mitre 10 Cup e head coach sempre a livello provinciale per North Harbour. Prenderà il posto di Fuimaono Titimaea Tafua, che era tra l’altro nella short list dei candidati per la panchina samoana.
Jackson, ex Maori All Black da giocatore, avrà il delicato compito di guidare un nazionale in netto calo negli ultimi anni alla Coppa del Mondo 2019, e ha dichiarato nei giorni scorsi di voler convocare anche i giocatori eleggibili per Samoa ancora uncapped, per cercare di aumentare la profondità in nazionale. Le Samoa si sono qualificate al Mondiale attraverso lo spareggio euro-oceanico contro la Germania; in Giappone affronteranno Irlanda, Scozia, Giappone e Russia.
Fin qui, tutto normale. Se non fosse che un membro del board federale, Seumanu Douglas Ngau Chun, ha di recente criticato la decisione perché il CEO e il presidente della SRU non avrebbero consultato i dirigenti del consiglio coinvolti nel processo di selezione finale. Il disappunto di Seumanu è diventato pubblico nel momento in cui i media locali sono entrati in possesso di una lettera indirizzata a CEO e presidente, in cui si diceva deluso del modo in cui il board era stato scavalcato. Faleomavaega Vincent Fepulea’i, amministratore delegato della Federazione, non ha rilasciato ulteriori commenti in merito.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.