Qualcosa ha funzionato alla grande, qualcosa decisamente meno, ma la strada intrapresa dai Leoni continua a sembrare quella giusta, anche dopo tre K.O.
Si dice spesso che chiunque torni da un viaggio, più o meno lungo, più o meno inportante, non sia la stessa persona che sia partita. Figuriamoci chi come il Benetton Rugby di viaggi ne ha dovuti affrontare addirittura tre consecutivi nel giro di pochissime settimane, andando incontro a tutte quelle esperienze che levigano nel profondo: carattere, attitudine e consistenza di una squadra.
Cosa ha lasciato, nel concreto, il triplo passaggio nel Regno Unito?
Fermandoci a tabellini e classifica, tre sconfitte amare, al termine di partite tirate, con i Leoni sempre a portata di successo ma mai in grado, per motivi diversi, di effettuare quell’ultimo passettino verso la vittoria. Da Llanelli, Swansea ed Edimburgo, tuttavia, il team trevigiano ha portato a casa ben più dei tre punticini di bonus, ottenendo diversi responsi, positivi e negativi, da analizzare più nel dettaglio.
I pilastri Dewaldt Duvenage e Luca Sperandio
Gli unici due trequarti ad essere sempre partiti con i galloni dei titolari, complici la gestione oculata della rosa di Crowley e l’assenza di Tito Tebaldi, si sono rivelati anche due delle note più liete del trittico. L’esperto mediano di mischia ha sfoggiato due prestazioni superbe in Galles, garantendo con costanza e qualità lo sviluppo del game plan trevigiano, oltre ad aver acceso la miccia con diverse giocate sublimi nelle fasi più calde dei match. Qualche imprecisione in più, invece, nella controversa notte di Murrayfield, che, però, non ne ha minimamente scalfito certezze e convinzione. Una notte, quella nel tempio ovale scozzese, che ha definitivamente consacrato sul proscenio celtico Luca Sperandio. Il versatile trequarti ex Mogliano, dopo le due solide prestazioni da estremo nelle prime uscite del trittico, ha letteralmente annichilito la difesa di Edimburgo giocando all’ala. Il ragazzo classe ’96 ha messo in mostra tutte le doti da finisher di cui dispone, regalandosi una tripletta da sogno, e tenendosi aperta una piccola porticina in ottica azzurra. Ancor più in assenza di Minozzi, uno con le caratteristiche offensive di Sperandio (che, nonostante qualche errore di posizionamento e qualche placcaggio ancora troppo morbido, ha lavorato molto sull’aspetto difensivo del suo gioco) potrebbe fare comodo, nel gruppone di O’Shea, per un novembre molto importante.
Approccio negativo alle gare
Se ne è parlato spesso per ciò che concerne le Zebre, ma è un tema purtroppo strettamente legato anche al Benetton di trasferta. Troppo spesso (sempre nella fattispecie del terzetto di gare in questione), il club veneto ha faticato nel metter sin da subito la testa sulla partita. Anche se, ad esempio, ad Edimburgo l’azione d’apertura ha portato subito a tre punti, in tutte e tre le ultime gare disputate dai Leoni, la prima marcatura pesante è sempre stata dei giocatori avversari, che spesso non hanno dovuto nemmeno inventarsi la giocata della vita per andare a siglare il primo sigillo di un match.
Attacco super, difesa morbida
Definireste in altro modo un attacco in grado di portare a casa due punti di bonus offensivo, segnando 10 mete in 3 trasferte complesse, sui campi di 3 team candidati alla zona playoff? Organizzazione tattica di prim’ordine, con un game plan efficace, sempre lievemente modificato per sfruttare al meglio le lacune avversarie e sublimato dalle giocate si singoli in grande spolvero, sia tra i trequarti che tra gli avanti. Possiamo dirlo senza paura di essere smentiti, la produzione offensiva dei Leoni ha funzionato alla grande. Cosa che, però, non è successa per ciò che riguarda la difesa. 96 punti concessi, al netto di questioni arbitrali e situazioni contingenti sono decisamente troppi per pensare di poter arpionare con costanza scalpi esterni di prestigio. Ne è la dimostrazione la gara di venerdì in Scozia. Per ribaltare una partita in cui vieni bucato con estrema semplicità in prima fase, in svariate situazioni, hai poi bisogno della gara perfetta sotto ogni punto di vista. Ad Edimburgo sono venuti a mancare i piazzati di Allan e McKinley, e con essi pure la vittoria finale, lasciata sul piatto, però, molto prima, con troppe imperfezioni difensive.
Ora il Benetton da trasferta va in soffitta per un paio di settimane, vista la doppia sfida casalinga tra campionato (Southern Kings) e coppa (Grenoble), ma dovrà presto tornare di moda, ripartendo dai pregi evidenti e lavorando sui difetti più marcati, per poter fare l’ultimo salto di qualità richiesto per pensare concretamente ai playoff celtici.
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