Gli emiliani pagano a caro prezzo un giallo severo, sciogliendosi negli ultimi 20 minuti
Allo Scotstoun, Glasgow Warriors e Zebre aprono il sesto turno di Guinness Pro14, l’ultimo prima del break per le due settimane di coppe europee. Gli scozzesi, primi nella conference A e reduci dal successo agevole sui Dragons, dopo il clamoroso tonfo di Port Elizabeth, sono un test piuttosto probante per le il team di Bradley, che giunge sulle rive del fiume Clyde dopo due sconfitte filate, con Dragons ed Ospreys.
Il primo temo ducale, nonostante alla pausa il punteggio dica 10-8 in favore di Glasgow, si rivela uno dei migliori, almeno in trasferta, degli ultimi anni. Approccio super positivo, controllo di possesso (69%) e territorio (78%), touche senza particolari problematiche ed addirittura dominio in mischia chiusa, con un Eduardo Bello in grande spolvero, coadiuvato alla grande anche da un Fabiani elettrico pure nel gioco aperto. L’avvio di gara è iconico dei primi 40 minuti, con i ragazzi di Bradley che imbastiscono un multifase erosivo, spento dalla troppa frenesia. Nemmeno la banale marcatura subita al 6′ (trasformata da Hastings) per mano di Huw Jones (con il numero 10 che infila troppo agevolmente il canale 12-13 ospite, bucando Boni, prima di assistere l’accorrente ed indisturbato Jones, il quale deve solo schiacciare l’ovale in meta), che in altri tempi avrebbe mandato al tappeto Bisegni e compagni modifica la situazione. Le Zebre non si scompongono minimamente, e continuano a macinare multifase spinosi per la difesa scozzese, piuttosto indisciplinata. Come all’11’, quando Brummer, però, fallisce un piazzato abbastanza complesso, estremamente defilato sulla sinistra del campo.
Il dominio in chiusa, ed una touche che finalmente funziona sono le costanti tra il decimo ed il ventesimo in casa italiana, con Tuivaiti, Fabiani e Tauyavuca molto ispirati. I tre toccano diversi palloni, trasformandoli spesso in ovali di qualità per i compagni, con cariche efficaci, ed ottima perizia, tra passaggi ed offload, sempre utili, mai forzati. Al 24′ ennesimo successo in mischia delle Zebre, con un Bello sugli scudi. Dalla penaltouche che ne deriva, tuttavia, gli zebrati non cavano granché, pagando a caro prezzo un pizzico di frenesia di troppo. Attorno alla mezzora, un paio di multifase corrosivi degli italiani mettono a dura prova la difesa scozzese, che si salva grazie ad un paio di errori gestuali, ma capitola qualche minuto più tardi. Al 33′ infatti Padovani, su distribuzione perfetta di Brummer, attacca il primo canale di difesa dopo che le Zebre mantengono il possesso brillantemente in mischia. Un difensore scozzese placca l’estremo azzurro all’ultimo istante utile, senza rilasciarlo. Altra punizione in favore delle Zebre, che chiedono mischia: possesso mantenuto, e al terzo pick’n’go, Apisai Tauyavuca sfonda, firmando il 7-5.
Al 37′, buona difesa zebrata appena fuori dai propri 22 metri, punita, però, per fuorigioco di Tommaso Boni. Hastings, dalla piazzola, non fallisce (10-5). Prima della pausa lunga, gli emiliani si guadagnano un mischia per avanti avversario, propiziato da un placcaggio superbo di Tommaso Boni. Gli italiani mantengono agilmente il possesso e sullo sviluppo dell’azione, per la seconda volta in pochi minuti, Gray placca un uomo senza lasciarlo. Si genera così una punizione, mandata a segno da Marcello Violi.
La ripresa inizia con un cambio tra i ducali: Padovani, molto positivo nella prima fazione ma zoppicante, lascia spazio a Venditti, ma la musica del match rimane la medesima del primo tempo. Le Zebre mantengono possesso e territorio dalla propria parte, Al 52′ giallo a Meyer per placcaggio alto. Una sanzione piuttosto severa, pagata immediatamente a caro prezzo dalle Zebre: i ducali difendono alla grande, spendendo però un fallo professionale. Sulla penaltouche susseguente, il carrettino scozzese fa danni, Turner si stacca col tempo giusto e va a timbrare. Hastings trasforma e manda i suoi sul più 9 (17-8). Gli ospiti resistono, con animo pugnace, sino al 64′ quando Horne premia l’angolo di corsa di Peterson, che schiaccia in mezzo ai pali, prima della trasformazione di Hastings per il 24-8. Una marcatura che fa crollare definitivamente il castello ducale. Al 66′ George Horne si toglie la soddisfazione della meta personale, concretizzando un’azione scozzese corroborata dai break devastanti di Jackson e Huw Jones. Hastings è infallibile e sigla il 31-8. Nel finale spazio anche per l’altro fratello Horne: Peter usufruisce di un ovale di super qualità, al termine di un lavoro superbo di Matavalu, timbrando la quinta meta locale della serata.
Glasgow Warriors: 15 Ruaridh Jackson, 14 Lee Jones, 13 Huw Jones, 12 Alex Dunbar, 11 Rory Hughes, 10 Adam Hastings, 9 George Horne, 8 Matt Fagerson, 7 Chris Fusaro, 6 Adam Ashe, 5 Jonny Gray (c), 4 Andrew Davidson, 3 Adam Nicol, 2 George Turner, 1 Oli Kebble;
A disposizione: 16 Grant Stewart, 17 Alex Allan, 18 D’Arcy Rae, 19 Greg Peterson, 20 Matt Smith, 21 Tevita Tameilau, 22 Peter Horne, 23 Niko Matawalu;
mete: Huw Jones (6′), Turner (55′), Peterson (64′), G. Horne (65′), Peter Horne (76′)
trasformazioni: Hastings (7′,56′, 65′, 66′)
punizioni: Hastings (39′,)
Zebre Rugby: 15 Edoardo Padovani, 14 Gabriele Di Giulio, 13 Giulio Bisegni, 12 Tommaso Boni, 11 Paula Balekana, 10 Francois Brummer, 9 Marcello Violi, 8 Jimmy Tuivaiti, 7 Johan Meyer, 6 Apisai Tauyavuca, 5 George Biagi (c), 4 Leonard Krumov, 3 Eduardo Bello, 2 Oliviero Fabiani, 1 Cruze Ah-Nau;
A disposizone: 16 Massimo Ceciliani, 17 Daniele Rimpelli, 18 Roberto Tenga, 19 Samuele Ortis, 20 Giosué Zilocchi, 21 Riccardo Raffaele, 22 Maicol Azzolini, 23 Giovanbattista Venditti;
mete: Tauyavuca (35′)
trasformazioni:
punizioni: Violi (40′)
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