Slow Motion #18: fra centri ci s’intende

La terza meta dell’Argentina contro l’Australia è il frutto del dialogo fra Jeronimo de la Fuente e Matias Orlando

ph. Reuters

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.

Vi ricordate quando l’Argentina giocava alla grande e tutto sembrava andare per il meglio? Succedeva nei 40 minuti precedenti all’abbattimento del tornado Australia sulle teste dei Pumas.

Nel primo tempo della sfida di Salta i sudamericani hanno dominato in lungo e in largo, e l’azione che ha portato alla terza meta dei padroni di casa vince la palma di meta di questo fine settimana.

Nasce tutto dal dialogo fra i due centri, Jeronimo de la Fuente e Matias Orlando. L’azione incomincia a metà campo, con un lancio in rimessa laterale rubato imperiosamente da Guido Petti. L’Argentina carica quindi in mezzo al campo con capitan Creevy e lo stesso Petti, mantenendo un discreto ritmo avanzante.

In terza fase Sanchez serve Orlando poco dietro la linea dei 10 metri. Il centro dei Pumas incorna e abbatte il diretto avversario, Reece Hodge, e continua a spingere sulle gambe mentre Michael Hooper cerca affannosamente di metterlo a terra. Proprio in quell’istante, de la Fuente attacca lo stesso corridoio del compagno e si presente per ricevere il pallone. Saltato il placcaggio di Genia, viene catturato da Kurtley Beale, che però viene sospinto indietro di altri 5 metri: siamo adesso ben dentro i 22 dei Wallabies.

L’Argentina, complice il calcio di punizione raccolto stupidamente da Adam Coleman, sposta il pallone rapidamente all’esterno, dove Javier Ortega Desio sceglie di provare a sfondare. Dalla carica del numero otto si susseguono quindi un paio di penetrazioni efficaci, con protagonisti Creevy e Matera.

A fare la differenza, però, è di nuovo l’attacco dei due centri argentini, molto vicini tra loro proprio per attaccare la difesa a maglie un po’ larghe degli australiani, sfruttando la possibilità di riciclare il pallone. Siamo alla settima fase dell’offensiva Pumas: de la Fuente finta di passare al compagno di reparto e poi sfida la difesa. Koroibete e Coleman provano a fermarlo, ma il numero 12 riesce a liberare le mani e a servire Orlando che, per la seconda volta nella stessa azione, sfugge alla guardia di Hodge, batte Genia e va a schiacciare sotto i pali.

Vero che la resistenza australiana è stata flebile nella circostanza (Hodge e Genia termineranno la partita rispettivamente con 4 e 6 placcaggi sbagliati), ma il dialogo fra i due trequarti centro dei Pumas, con il comportamento di cercare linee dirette e giocare stretti in attacco probabilmente preparato già in fase di approccio alla partita, è stato strumentale nel dominio del primo tempo e coronato da questa ottima azione. Peccato che sia tutto reso vano dai secondi quaranta minuti.

Lorenzo Calamai

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