Dal rugby alla bicicletta passando per la barca a vela, dove il tallonatore si è imposto anche alla Barcolana di Trieste
Un colpo di pedale, il mare da domare e una mischia da governare. La vita di Carlo Festuccia è un concentrato di sport che hanno consentito al tallonatore classe 1980 di tornare in campo sabato scorso durante la partita di Coppa italia, fra il suo Valorugby Emilia e la Lazio. Ma l’ex azzurro, che ha collezionato 54 caps con la maglia della nazionale, allontana l’ipotesi di un ritorno in campo a tempo pieno volendosi tenere ben stretto il suo ruolo da allenatore degli avanti: “Gli accordi con Roberto Manghi – fa sapere dalle pagine del Resto del Carlino – sono chiari fin dall’inizio: io gioco solo in caso di assoluta necessità. Sabato Enrico Manghi era infortunato e Anton Gatti, finora molto bravo, si trovava in una giornata no”.
Un rientro in piena regola, che però non lo ha visto particolarmente emozionato: “Sono un veterano, nella mia carriera ho vissuto tante partite internazionali e quindi non sentivo trepidazione. C’era piuttosto il piacere di poter mostrare ai ragazzi quello che cerco di insegnare in allenamento; far vedere un gesto in una partita rimane sempre l’insegnamento più efficace”.
E le altre passioni di Festuccia? La bici lo accompagna nella copertura delle Granfondo, mentre la barca a vela gli ha regalato – nella domenica successiva alla partita – un’affermazione alla Barcolana di Trieste, nell’equipaggio di ZeroCould Abruzzo per la categoria TP52 consentendo all’aquilano di arrivare inoltre in diciassettesima posizione assoluta su 2689 imbarcazioni.
Una vita sempre in mutamento per chi ha giocato a Londra e Parigi, ma ora si è stanziato in Emilia fra Parma (luogo dove vive con la famiglia) e Reggio (città dove allena la squadra prima in classifica attualmente nel Top12) ricordando sempre i luoghi da cui proviene.
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