La parola al seconda linea, che ha fotografato l’attesa dei prossimi Test Match. Poi il Benetton e il rapporto con Marco Bortolami
MILANO – Non è uno di molte parole, poi guardandolo in viso si capisce che è già concentrato sull’immediato futuro e che ha voglia soltanto di scendere in campo. Il mese di novembre lo attende: Irlanda, Georgia, Australia e All Blacks. Dall’America a Roma passando per Firenze e il suo veneto, senza dimenticare il senso di appartenenza verso il Benetton Treviso. Ecco l’intervista che ha rilasciato a noi di Onrugby.
Marco, sarai nel gruppo di azzurri che volerà a Chicago per sostenere il Test Match contro l’Irlanda che partita ti aspetti?
“Un match intenso, in ogni caso. Sono forti e fisici: probabilmente non schiereranno la loro “prima squadra, ma sono comunque fra i migliori al mondo. Dovremo fare attenzione sia nel gioco al largo sia in quello diretto”.
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Quanto è difficile mettere la testa su una sfida che non è di fatto nella finestra internazionale convenzionale sapendo che la settimana dopo invece ci attende una partita targetizzata di fatto come “decisiva” contro la Georgia?
“E’ stata inquadrata come decisiva, ma io non la vedo così. E’ molto importante vincere contro la Georgia, per tutto il movimento e per dimostrare che siamo ad un livello più alto del loro, ma ogni partita ha il suo perchè e parlando personalmente, e penso anche a nome del gruppo, voglio dire che non lasceremo perdere la contesa contro l’Irlanda solo perchè si disputa in circostanze particolari”.
Dopo Irlanda e Georgia, affronteremo Australia e All Blacks: due avversarie dell’Emisfero Sud che con noi hanno dei precedenti recenti profondamente diversi. Come pensi che si svilupperanno i duelli a Padova e Roma?
“Dobbiamo pensare ad un blocco di partite unico. In tutto il mese dovremmo prepararci al meglio. L’Australia poi è sempre comunque una squadra forte nonostante viva momenti umorali, non si può sperare in questo per misurarsi con loro. Gli All Blacks non hanno bisogno di presentazioni”.
Stringiamo il focus su voi avanti: mischia e touche hanno palesato dei problemi a livello internazionale, come state lavorando su questi aspetti?
“Se hai un pack che controlla al meglio le fasi di gioco statiche è molto più facile che tu possa indirizzare la partita a tuo favore. Sarà molto importante dare il nostro contributo tanto in mischia quanto in touche. Proprio sulle rimesse laterali stiamo lavorando tantissimo perchè tutti, pur venendo da diversi club, riescano a trovare il giusto assetto e la scelta delle chiamate e degli schemi che ci consentano di essere incisivi”.
Passiamo invece alla stagione col Benetton. Venite da una sconfitta in Challenge Cup, mentre nel Pro14 il discorso è ancora aperto. Cosa vi attendete per il futuro?
“In Francia, contro Agen, dovevamo portare a casa la partita. Siamo stati un po’ sfortunati, ma la colpa è nostra che abbiamo abbassato la soglia della concentrazione dopo aver segnato subito due mete. A livello inconscio siamo calati e questo è un aspetto su cui porre attenzione e lavoro. Dall’altro lato però gli Harlequins non sono riusciti a vincere la loro gara e quindi siamo ancora tutti attaccati nella classifica di girone, dove vogliamo passare il turno. La nostra mentalità è quella di cercare di affermarci in tutte le partite nelle quali siamo chiamati a scendere in campo sia in Challenge sia nel Pro14 dove però la stagione è più lunga, ma il margine di errore non è poi così tanto più ampio”.
Da seconda linea a seconda linea: che sensazioni provi a lavorare con Marco Bortolami?
“L’ho vissuto da giocatore e ora lo vivo come allenatore. E’ una persona veramente preparata, di alto livello. Crediamo molto, sia come squadra sia come avanti, nel lavoro che facciamo con lui. Ci responsabilizza preparando giocate studiate in base agli avversari a cui ci troviamo di fronte. Allenarsi così permette di crescere”.
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