Il risultato, i ricordi e le leggende su quella storica sfida vinta dagli irlandesi al Thomond Park
“To the brave and faithful, nothing is impossible” è questo il detto del Munster. Ed è proprio vero, perchè quarant’anni fa esatti “per i coraggiosi e per i pieni di fede”, niente divenne impossibile. A Thomond Park infatti la formazione irlandese, di rosso vestita, sconfisse gli All Blacks per 12-0; in una sfida storica che sarebbe entrata dritta dritta negli annali di Ovalia fra verità e leggende.
L’avvicinamento alla partita
Guidato da Tom Kiernan, internazionale dell’Irlanda e capitano dei British & Irish Lions che aveva già giocato contro gli All Blacks nel 1963 e nel 1973, Munster per preparasi fisicamente alla sfida si rese protagonista di una tournèe in Inghilterra dove giocò contro i Middlesex and the Exiles (perdendo 33-7) e contro i London Irish (riuscendo ad impattare sul 15-15). Un prologo che non sembrava promettere nulla di buono, ma l’allenatore dalle mille risorse in quelle partite studiò un gameplan che poi si sarebbe rivelato vincente enunciandolo alla squadra soltanto mezz’ora prima della partita contro gli All Blacks, in un ristorante di Limerick .
Le formazioni, il tabellino e le note tattiche
Munster: G. A. McLoughlin; P. C. Whelan; L. White; M. I. Keane; B. Foley; C. Cantillon; C. Tucker; D. E. Spring; D. Canniffe (capitano); A. J. P. Ward; J. Bowen; G. Barrett; S. Dennison; M. Finn; L. A. Moloney. Allenatore: Tom Kiernan
Nuova Zelanda: B. R. Johnstone; J. E. Black; G. A. Knight; F. J. Oliver; A. M. Haden; W. G. Graham; G. N. K. Mourie (capitano); A. A. McGregor; M. W. Donaldson; E. J. Dunn; B. G. Williams; J. L. Jaffray; B. J. Robertson; S. S. Wilson; B. J. McKechnie. Allenatore: Jack Gleeson
La partita venne decisa dalla meta messa a segno da Christy Cantillon, convertita da Tony Ward. Lo stesso Ward, poi, mise a segno due drop – uno per tempo – fissando definitivamente il risultato.
Munster in quella partita puntò tutto o quasi su una difesa asfissiante e riusci a vincere nonostante un possesso di palla piuttosto risicato che si attestò intorno al 40%.
Lo stadio: in quanti erano realmente nel catino bollente di Limerick?
Il numero non è ben definito. C’è chi sostiene fossero 12.000 (capacità più plausibile per l’epoca) c’è chi addirittura 26.000 (capienza attuale del Thomond Park), una cosa invece è certa: l’assordante tifo per i padroni di casa. L’ala degli All Blacks Stu Wilson ad anni di distanza infatti disse: “Non so quanta gente c’era all’interno dello stadio, ma dal rumore prodotto sembrava di giocare davanti a 100.000 persone”.
Una vittoria epica, che ha ispirato anche la letteratura
Ovviamente un’affermazione come quella era roba da raccontare ai nipoti. La Nuova Zelanda messa al tappeto, peraltro senza lasciargli segnare neanche un punto. Fra teatri e libri, la partita è stata diffusa in tutta l’Isola di Smeraldo e non solo con opere (Alone It Stands) e romanzi (o il componimento poetico “Were you there in Thomond Park”?) che sono arrivati sino ai nostri giorni in un mix di realtà e leggenda.
Un successo che esprimeva appartenenza, perchè tutto il XV di Munster era praticamente nato e cresciuto da quelle parti. Avevano fatto le scuole insieme, bevuto le prime birre nei pub alla stessa età e c’era persino chi – secondo la leggenda – era collega di lavoro.
L’anniversario dei 30 anni: una sfida nel 2008
Il 18 novembre del 2008 la Nuova Zelanda è tornata a Thomond Park, per inaugurare uno stadio che nel frattempo era stato ammodernato. Per ricordare quella storica partita quattro All Blacks del 1978 come Graham Mourie, Bryan Williams, Mark Donaldson e Gary Knight sono stati invitati ad assistere alla gara, che ha visto gli ospiti imporsi -in una sfida però fortemente condizionata nei roster dalle assenze dei giocatori internazionali – per 16-18, grazie alla meta finale di Joe Rokocoko. E anche in quell’occasione non mancò un episodio unico e davvero da brividi: prima della tradizionale haka degli All Blacks i quattro neozelandesi di Munster, con Doug Howlett in testa, fecero un passo avanti rispetto ai compagni e performarono una sentitissima “Ka Mate” accompagnata dalle urla e dagli applausi di tutto lo stadio.
Di Michele Cassano
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.