Test match 2018: la Nuova Zelanda scalda la vigilia attaccando il reclutamento irlandese di Aki

In conferenza stampa, per gli irlandesi, ha parlato invece Sexton: “Per vincere non possiamo commettere errori. Neanche uno”

irlanda

ph. Sebastiano Pessina

DUBLINO Irlanda-All Blacks è una partita particolare anche in Nuova Zelanda. Non è certo un caso che proprio in questi giorni il New Zealand Herald abbia attaccato il “reclutamento” di giocatori neozelandesi da parte della Irfu, con chiaro riferimento a Bundee Aki, Jamison Gibson-Park e James Lowe.

“Aki rappresenta un caso di studio particolarmente interessante – scrive Gregor Paul sul quotidiano – perché deve la sua presenza a centrocampo in Irlanda ad una politica di reclutamento piuttosto fredda, calcolatrice ed eticamente discutibile da parte dell’Irish Rugby Football Union. Ora che Jared Payne (altro neozelandese equiparato dall’Irlanda, ndr) si è ritirato, Aki è diventato uno dei pilastri della trequarti irlandese e, mentre questo tipo di reclutamento è interamente conforme alle leggi, è al di fuori dello spirito del gioco”.

“Se questa strategia persiste, allora ci sono molte probabilità che la prossima generazione di centri irlandesi osserverà la partita di Dublino facendo il tifo per gli All Blacks e sperando disperatamente un giorno di giocare per loro. È altrettanto probabile che ci sarà un giovane irlandese all’Aviva Stadium a fare il tifo, ignaro del fatto che c’è qualcuno dall’altra parte del mondo destinato a rubare il suo sogno di giocare per l’Irlanda”.

Le parole non state condivise fra gli altri dall’ex All Blacks Tana Umaga, che al margine di un incontro pacificatore con O’Driscoll per il famoso spear tackle del 2005, ha detto di “rispettare la scelta di Aki e augurargli il meglio per la carriera”. La IRFU per ora non ha risposto, anche se ufficiosamente è trapelata irritazione.

Le parole di Sexton

L’importanza della sfida è dimostrata dalla presenza di Sexton già nella conferenza stampa del lunedì. Il mediano di apertura irlandese ha alle spalle 11 sfide contro i tuttineri, con due vittorie (una coi Lions), un pareggio e otto sconfitte. “Non si può mentire e dire che è solo un’altra partita – ha detto nel ritiro di Carton House – L’abbiamo puntata da un po’ di tempo, sicuramente”.

“Le ultime sfide con loro sono state tutte partite dure e incerte. Vogliamo sfruttare al meglio questa possibilità e vedere dove siamo veramente. Sono passati due anni dall’ultima volta che li abbiamo sfidati, ci sono stati un sacco di cambiamenti nella nostra squadra. Probabilmente otto dei titolari nel 2013 non giocheranno questa settimana, quindi è un grande cambiamento dal nostro punto di vista, ma non vediamo l’ora di vedere quanta strada abbiamo fatto in questi due anni”.

“Vogliamo che ogni volta che giochiamo contro di loro, per loro sia davvero difficile – ha detto Sexton – Dovremo stargli vicino nel punteggio. Se si pensa alle ultime tre volte che li abbiamo affrontati, abbiamo avuto piani di gioco brillanti e le volte che li abbiamo eseguiti davvero, davvero bene. Sono una squadra di qualità, ma a un certo punto avranno qualche livido. È il nostro modo di adattarci e di affrontarli”.

“Nel corso degli ultimi anni abbiamo scritto un po’ di storia – ricorda infine Sexton -. La vittoria in Argentina, la prima vittoria in Sudafrica, abbiamo battuto la Nuova Zelanda per la prima volta… Batterli per la prima volta in Irlanda sarebbe un’altra pagina di storia ed è certo che questo gruppo non vuole sprecare questa occasione. Per farlo però non possiamo commettere errori, neanche uno. Basta guardare all’ultimo Championship. A Pretoria il Sudafrica era sulla linea di meta della Nuova Zelanda con 12 punti di vantaggio a 10 minuti dall’arrivo e tutti pensavano “game over”. Invece gli All Blacks ribaltano il gioco e segnano. Poi segnano di nuovo e in un attimo, partita persa. È così con loro, lo sappiamo. Sono sicuro che avremo un ottimo game plan. Poi dovremo metterlo in pratica, ed è questa la parte difficile”.

di Damiano Vezzosi

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