Prima del fuorigioco millimetrico di Lawes, l’Inghilterra ha perso la partita in rimessa laterale. E non è l’unico test dove la touche è stata decisiva
Sono i piccoli dettagli che condizionano le partite di altissimo livello. Sabato scorso ne abbiamo avuto la conferma: Courtney Lawes era in fuorigioco? Probabilmente sì. Owen Farrell avrebbe potuto calciare fra i pali la prima trasformazione, o provare un drop risolutivo prima che Lawes decidesse di sprecare l’ultimo possesso inglese. Su questi e su altri singoli episodi si è basata la vittoria degli All Blacks per 16 a 15 lo scorso sabato sul prato di Twickenham, sotto una pioggia scrosciante.
Gli episodi, quindi, condizionano indubbiamente le partite, ma spesso sono aspetti su cui l’allenamento e la preparazione incidono in misura limitata. come ad esempio nei casi succitati. La rimessa laterale non rientra però in questo insieme. E’ una fonte di gioco di importanza ovviamente capitale, e che in più di un caso è stata decisiva durante il weekend dei test match. Prendiamo proprio l’Inghilterra: per portare a casa la partita di sabato, la squadra di Eddie Jones avrebbe dovuto interpretare meglio questa fase, ancor prima di andare a posare l’occhio sui singoli episodi.
Nel corso della ripresa a Twickenham, i padroni di casa hanno perso 5 delle 9 rimesse laterali giocate.
Gli errori inglesi e l’abilità dei tuttineri
Certo, non tutte le responsabilità sono inglesi, visto che nel primo tempo, con Dylan Hartley al lancio, tutte le rimesse laterali erano state portate giù, così come le prime due di Jamie George nella ripresa. Qui c’è lo zampino di Steve Hansen e dello staff tecnico neozelandese: al minuto 52 gli All Blacks inseriscono Scott Barrett per Liam Squire. E’ un cambio particolare: in panchina ci sarebbe Matt Todd, una terza linea pura, che però entrerà solo più tardi per Ardie Savea. Il cambio aggiunge verticalità, perché Barrett è un saltatore puro che si aggiunge alla batteria composta da Sam Whitelock, Brodie Retallick e Kieran Read. La musica cambia immediatamente e nel giro di quattro minuti il numero 19 intercetta tre lanci avversari, sabotando così tre possessi offensivi consecutivi all’Inghilterra: appena entrato ruba a Shields una touche poco oltre i dieci metri neozelandesi, giocata sul primo uomo di un allineamento a sei uomini dagli inglesi; al 54′ Jamie George ritarda il lancio prendendosi contro un calcio libero, dopo che Barrett salta ancora davanti a Shields, con il tallonatore non abbastanza rapido da intuire l’adattamento dei compagni, che erano andati su con Itoje; al 56′, infine, è Retallick a sporcare la touche a cinque uomini giocata dagli inglesi, in posizione difensiva, su Maro Itoje ancora davanti. L’ovale finisce fra le mani di Ofa Tu’ungafasi, e nonostante il grande lavoro di Brad Shields nel rubare il pallone, da quella sequenza scaturirà l’azione del calcio di punizione decisivo, quello del sorpasso.
L’Inghilterra perderà altre due rimesse laterali nel quarto finale della partita, entrambe nel campo avversario. Palloni che avrebbero potuto condurre ad azioni decisive. Il primo, in una rimessa laterale completa, viene rubato da Retallick in anticipo ancora su Itoje; il secondo è il capolavoro conclusivo dei saltatori in nero, con Barrett favoloso a recuperare dalla finta di Lawes, girarsi e alzare Retallick per scippare l’ennesimo pallone dalle mani del seconda linea dei Saracens. Trenta secondi dopo gli All Blacks stanno già giocando poco fuori i 22 avversari.
La grande abilità dei neozelandesi di andare su anche in leggero ritardo, con Kieran Read che solleva da dietro in ritardo, ma tanto basta per permettere a Retallick di rubare anche questa rimessa laterale
Il caso in questione ha dimostrato da una parte l’intelligenza dello staff neozelandese, che ha inserito un uomo fondamentale per la rimessa laterale, individuandola come la fonte di gioco dove avrebbero potuto mettere maggiormente in difficoltà gli inglesi. Dall’altra, è apparsa palese l’incapacità dell’Inghilterra di adattarsi alla nuova configurazione degli avversari e un po’ di sfiducia nei confronti di Jamie George, visto che, probabilmente anche per le concomitanti condizioni atmosferiche, non è mai stato provato un lancio medio-lungo.
L’importanza del 100%
Sostituire un giocatore come Malcolm Marx è davvero difficile. E’ per questo forse che Bongi Mbonambi ha dovuto attendere fino al settantatreesimo minuto per poter scendere sul rettangolo di gioco per volere di Rassie Erasmus. Il tallonatore ha segnato la meta decisiva, che ha permesso al Sudafrica di superare la Francia in extremis, quando il tempo era già diventato rosso da diversi minuti. Il suo merito però è ulteriore: nei 12 minuti totali nei quali è rimasto in campo, Mbonambi ha lanciato 5 rimesse laterali sotto notevole pressione, di cui 3 a tempo scaduto. Tutte estremamente precise e puntuali, complice anche una difesa francese che non ha conteso a cinque metri dalla linea di meta. Nondimeno, il tallonatore ha eseguito alla perfezione con la consapevolezza di non poter sbagliare e l’intero Stade de France a tifare contro.
La sua prestazione e quella di Marx al lancio hanno garantito un vitale 100% per le possibilità di successo degli Springboks, in una partita dove i sudafricani hanno commesso una valanga di errori. Non sempre, nonostante le dimensioni e la qualità dei saltatori e alzatori della rimessa laterale, la squadra di Erasmus è stata così precisa al lancio: contro l’Inghilterra, solo una settimana fa, si erano ad esempio fermati al 77%, con 4 errori su 18 lanci.
Un’altra squadra che ha tratto oltremodo beneficio da una giornata insolitamente positiva in touche è stata la nostra Nazionale. L’Italia ha collezionato non solo un ottimo 100% su proprio lancio, ma lo ha anche arricchito con due rimesse rubate agli avversari. E’ la terza volta che gli Azzurri ottengono l’en plein nelle touche a favore nel 2018: precedentemente era successo nel Sei Nazioni contro l’Inghilterra (9/9, Ghiraldini e Bigi i lanciatori) e contro la Scozia (7/7, solo Ghiraldini al lancio). In generale, durante quest’anno, le prestazioni italiane in rimessa laterale hanno avuto buoni standard, tranne in tre occasioni: nelle due partite contro l’Irlanda e nella sfida al Sei Nazioni con la Francia la percentuale di riuscita non ha raggiunto l’80%, e in due casi su tre ci sono stati tre lanci sbagliati.
Cosa aspettarci dal weekend
Concentriamoci sui due incontri di cui si parla di più: uno è giocoforza Italia-Australia, dove i nostri saranno impegnati contro una rimessa laterale che ha recentemente mostrato qualche sbavatura; l’altro fronte è quello della partita più attesa dell’anno, fra Irlanda e All Blacks.
L’Australia ha recentemente denunciato alcune lacune in touche, in particolare nel Championship. Tatafu Polota-Nau è stato sotto la lente d’ingrandimento, criticato a più riprese, ma le responsabilità sembrano essere diffuse. Nelle ultime 6 partite, in cui si contano soltanto 2 successi, l’Australia ha vinto 65 touche su 79 lanci, pari all’82% delle rimesse laterali portate a casa.
Nella formazione che ha affrontato il Galles l’Australia schierava un pacchetto di mischia che prevedeva 5 saltatori: le due seconde e tutte e tre le terze. Nessuno di loro, però, è particolarmente dotato in rimessa: Izack Rodda e Adam Coleman sono due seconde linee estremamente fisiche, non molto dinamiche però nei movimenti della rimessa laterale, due saltatori tutto sommato di livello medio; David Pocock e Michael Hooper sono buoni saltatori, ma possono essere usati quasi esclusivamente al fondo della rimessa, così come Jack Dempsey, che ha vestito la maglia numero 6 a Cardiff. Rob Simmons e Ned Hanigan, usciti dalla panchina sabato scorso, sono invece entrambi opzioni valide ma non saranno della partita contro l’Italia.
La possibilità per l’Italia di cercare di mettere un po’ di pressione agli avversari in rimessa laterale c’è, e potrebbe rivelarsi un campo da esplorare per cercare di togliere qualche possesso dalle grinfie australiane. Cheika ha peraltro scelto come tallonatore Folau Fainga’a, che ha dimostrato di non essere il più affidabile dei lanciatori.
L’Irlanda è una delle migliori nazionali al mondo in rimessa laterale. Diversamente dal solito, contro l’Argentina non ha offerto la migliore performance, perdendo ben tre dei propri lanci. Se la formazione del pacchetto di mischia in verde dovesse ricalcare quello della scorsa settimana, fatta naturalmente eccezione per l’infortunato Sean O’Brien, capitan Best avrebbe in O’Mahony, Stander, Henderson e Ryan quattro bersagli di primissimo livello, con Leavy a completare la batteria e Toner come possibile aggiunta dalla panchina. C’è quindi la possibilità per gli irlandesi di giocare sempre touche complete, con i due piloni agli estremi e tutti i saltatori in mezzo, concedendo così grande varietà. Unico punto debole è il lancio del già citato Rory Best, che di quando in quando può scadere nello scabroso. Il veterano, però, ha l’esperienza necessaria per lasciarsi scivolare l’errore addosso e continuare a performare.
Inoltre, l’Irlanda può avvalersi di un uomo come Peter O’Mahony, che delle rubate sul blocco davanti ha fatto una specialità grazie alla sua abilità di uscire sparato dal blocco: una minaccia costante, specie se il tempo dovesse essere cattivo, per il lanciatore avversario. Contro gli All Blacks, la cui abilità nel saltare davanti all’avversario in rimessa abbiamo visto essere stellare, sarà uno scontro ai massimi livelli tanto in rimessa laterale quanto in tutti gli altri aspetti di una partita eccezionale.
Lorenzo Calamai
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