Wallabies in grave crisi di risultati, ma per gli azzurri la scalata potrebbe essere ancora troppo difficile. Diretta streaming su OnRugby dalle 14:15
La partita più difficile – almeno psicologicamente – è ormai alle spalle, archiviata con una buona ma non indimenticabile vittoria. Ora per l’Italia il salto è notevole: da un avversario di livello inferiore come la Georgia si passa all’Australia che, seppur in grave crisi di risultati, resta sempre di un altro pianeta rispetto agli azzurri. La nazionale di Conor O’Shea saprà farsi trovare subito pronta di fronte ad un avversario ben più dotato tecnicamente, abituato a pensare e ad eseguire ad una velocità di gran lunga superiore?
Dalla risposta a questo enigma dipenderà tutta la prestazione e la partita degli italiani all’Euganeo (attesi circa 25.000 spettatori), che si ritrovano davanti un’occasione per certi versi imperdibile. Quando potrebbe ricapitare di incrociare un’Australia con il morale sotto i tacchi, reduce da 8 sconfitte in 11 partite nel 2018 e incapace di restare dentro la partita per ottanta minuti? Parlare di possibile “colpaccio” azzurro resterebbe comunque una chimera, ma gli spiragli per costruirsi quantomeno un’opportunità e provare ad impensierire i Wallabies ci sono.
Certo, bisogna chiarire un paio di aspetti: se gli uomini di Cheika dovessero scendere in campo come nei Test Match di giugno contro l’Irlanda, come nel primo tempo contro gli All Blacks a Sydney o come nel secondo tempo contro l’Argentina (nella rimonta da 31-7 a 34-45), allora a quel punto gli azzurri potrebbero seriamente dover pensare solo a limitare i danni. Le sfide contro Irlanda e Nuova Zelanda, tuttavia, rappresentano a loro volta il picco toccato dai Wallabies in stagione a livello prestazionale, perché da quel momento gli aussie sono costantemente calati nel rendimento, ad eccezione della folle partita a Salta.
La trasferta argentina può essere considerata lo specchio dell’attuale Australia: quasi disastrosa quando non riesce a trovare le giuste connessioni in attacco e in difesa, travolgente quando sa sfruttare il momentum e la confidenza che si crea in fase offensiva. Ricca di talento, ma indecifrabile: nel bene e nel male. Un po’ il contrario dell’Italia, di cui tutti – quasi solo negativamente in questo caso – possono farsi un’idea ben precisa.
Che partita sarà
Contro la Georgia, gli azzurri si sono ben distinti in fase di costruzione del gioco, con buoni movimenti collettivi che hanno messo in ottime condizioni chi poteva fare la differenza nel corpo a corpo (tutta la terza linea in particolar modo). Gli avanti sono tornati ad osare qualche passaggio sulla linea del vantaggio, seppur con poca regolarità, alternandosi anche ai passaggi “dietro la schiena” per Allan.
In alcuni casi gli azzurri avrebbero potuto garantire maggiore profondità alla fase offensiva, ma tutto sommato l’attacco sembra essere l’ultimo dei problemi per Conor O’Shea e Mike Catt, anche se alcune carenze in fase di finalizzazione non possono essere imputate solo a loro. Piuttosto, l’Italia dovrà preoccuparsi della propria fase difensiva: per contrastare i Wallabies, sarà necessario aumentare la pressione sui portatori di palla e soprattutto redistribuirsi al meglio sul campo per difendere al largo.
La Georgia, senza avere particolari strutture offensive, si è ritrovata a più riprese in situazioni di superiorità numerica all’esterno, ma non ha quasi mai saputo sfruttarle per proprie mancanze tecniche e, in alcuni casi, per le salite rapide della difesa. Contro Foley, Toomua, Kerevi, Folau, Ashley-Cooper e Pocock le cose dovrebbero andare molto diversamente. L’organizzazione difensiva, tuttavia, è un problema ormai cronico della nazionale, difficilmente risolvibile in una settimana: se la lotta sui punti d’incontro dovesse essere completamente a favore dei Wallabies, sarebbero dolori veri.
Dove gli azzurri possono mettere un po’ in imbarazzo l’Australia, invece, è in rimessa laterale. La touche ha portato spesso e volentieri notevoli problemi ai Wallabies, che in Coleman e Rodda non hanno dei saltatori puri e in Fainga’a e Polota-Nau non hanno dei lanciatori provetti. Occhi puntati, in particolare, su Dean Budd: il neozelandese ha rubato una rimessa contro la Georgia sporcandone almeno un’altra, dimostrando di essere molto a suo agio nel gestire i lineout.
Giocatore da seguire
Jayden Hayward è tornato a disposizione prima del previsto dall’infortunio alla costola rimediato contro Ulster, lo scorso 3 novembre. Il neozelandese sta giocando una stagione impeccabile con il Benetton, e dopo Minozzi è l’interprete migliore possibile per il ruolo di estremo in maglia azzurra. Rispetto al diavolo padovano è più tecnico e meno esplosivo, ma può offrire solide garanzie in tutti i settori di gioco.
Il calcio d’inizio sarà alle 15. La diretta tv DMAX e la diretta streaming su OnRugby inizieranno alle 14:15 con Rugby Social Club, condotto da Daniele Piervincenzi e Paul Griffen.
Le formazioni
Italia: 15 Jayden Hayward, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Michele Campagnaro, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Tito Tebaldi, 8 Abraham Steyn, 7 Jake Polledri, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini (c), 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Cherif Traorè, 18 Tiziano Pasquali, 19 Marco Fuser, 20 Johan Meyer, 21 Guglielmo Palazzani, 22 Carlo Canna, 23 Luca Morisi
Australia: 15 Israel Folau, 14 Adam Ashley-Cooper, 13 Samu Kerevi, 12 Bernard Foley, 11 Marika Koroibete, 10 Matt Toomua, 9 Jake Gordon, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper (c), 6 Jack Dempsey, 5 Adam Coleman, 4 Izack Rodda, 3 Taniela Tupou, 2 Folau Fainga’a, 1 Scott Sio.
A disposizione: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 Jermaine Ainsley, 18 Sekope Kepu, 19 Rob Simmons, 20 Pete Samu, 21 Will Genia, 22 Kurtley Beale, 23 Dane Haylett-Petty
Daniele Pansardi
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