Il pilone del Benetton Rugby ed il collega di reparto Andrea Lovotti hanno parlato ai nostri microfoni al termine della gara patavina
A Padova, contro l’Australia, per l’Italia non è arrivata una vittoria che sarebbe stata storica sui talentuosi Wallabies, più efficaci e cinici dei padroni di casa nei momenti e nelle decisioni più importanti. Un piccolo e parziale successo, tuttavia, gli azzurri se lo sono portato a casa, dominando in mischia. I ragazzi di O’Shea hanno guadagnato diversi calci di punizione e sovrastato gli avversari nella specifica fase di gioco per tutti gli 80 minuti della sfida.
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In zona mista abbiamo parlato della prestazione davanti con uno dei punti di riferimento azzurri in mischia chiusa come Simone Ferrari, che ci ha spiegato quali erano i propositi della vigilia. “Per ciò che concerne la mischia, avendo fatto una buona partita lo scorso anno a casa loro in quella fase di gioco, ci aspettavamo che loro sarebbero arrivati in Italia molto motivati. Così abbiamo preparato con ancora maggior attenzione il lavoro da svolgere davanti, e direi che possiamo essere soddisfatti per come è andata in quel frangente del gioco, anche se si dovrà comunque lavorare moltissimo su altri aspetti, cercando di mantenere questo standard in mischia. Ho trovato corretta anche l’interpretazione dell’arbitro”, ha esordito il pilone del Benetton Rugby, prima di analizzare anche altri aspetti dell’incontro, dettagliandoci come era stata preparata la partita al cospetto della formidabile terza linea ‘downunder’.
“Oggi c’era la volontà di avanzare bene con gli avanti. Sapevamo molto bene le qualità di due terze linee del calibro di Hooper e Pocock che sono tra i più grandi fetcher al mondo, quindi il nostro focus era tutto sul portatore, sul lavoro dello stesso portatore a terra e sulla pulizia del punto d’incontro. Questa fase è venuta abbastanza bene. Ci sono ovviamente alcune cose da limare: contro squadre brave come loro a mettere pressione nel punto d’incontro, dovremo anticipare un poco contro la nostra giocata in quel frangente. Contro gli All Blacks servirà essere più bravi”, ha proseguito il prima linea azzurro, evidenziando, poi, le cose che ancora mancano all’Italia per un ulteriore salto di qualità.
“Loro hanno avuto cinismo. Nel secondo tempo si è visto in modo chiaro. Quando si sono presentati nei 22 metri nostri hanno sempre finalizzato. Noi, invece, siamo entrati moltissime volte nella loro zona punti senza concretizzare più di tanto. Dobbiamo lavorare sulla pazienza e accrescere la fiducia in noi stessi quando abbiamo il possesso in determinati settori del campo. Non dobbiamo spaventarci se in un punto d’incontro retrocediamo di qualche metro, perdendo l’abbrivio e finendo per scaricarci in modo affrettato la pressione l’un con l’altro. Con le qualità che abbiamo attualmente, possiamo segnare mete contro tutti, ma se e solo se lavoriamo nel modo migliore nella gestione del possesso”, ha concluso Simone Ferrari, estremamente lucido nell’analisi a 360 gradi del match patavino.
Gli ha fatto eco il collega di reparto Andrea Lovotti, che, pur sottolineando gli errori complessivi in cui è incappata la squadra, ha ribadito il concetto della buona performance in mischia: “Abbiamo fatto troppe sbavature nei momenti chiave, si poteva e doveva fare qualcosa di meglio, ad esempio, anche sui punti d’incontro, nonostante avessimo di fronte una delle terze linee più abili nel breakdown. In mischia, invece, pur non avendo fatto nulla di eclatante, abbiamo portato a casa una buona performance, raccogliendo anche qualche calcio a favore. Ora, tuttavia, non bisogna sedersi sugli allori, ma continuare a lavorare duro in questa fase de gioco, per continuare a migliorare”.
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