Il tallonatore è pronto a sfidare un’altra volta, nella sua carriera, i campioni del mondo
Tolto l’esordio novembrino a Chicago contro l’Irlanda, dove non era presente, Leonardo Ghirlandi è stato il capitano dell’Italia in tutti i Test Match disputati in questo mese. Ha gioito con i compagni per la vittoria sulla Georgia e si è rammaricato per la sconfitta contro l’Australia, ma ora è pronto ad affrontare gli All Blacks.
Nella mattinata è intervenuto in conferenza stampa snocciolando alcuni temi della sfida di domani (kick off alle h 15, in quello dello Stadio Olimpico di Roma): “Fra il gioco che dell’Emisfero Nord e quello dell’Emisfero Sud è chiaro che ci siano delle differenze sotto tanti punti di vista ed è bello che sia così – ammette il tallonatore venendo stuzzicato sulla possibilità di praticare un rugby di stampo europeo simile a quello di Irlanda e Inghilterra – è chiaro che siamo abituati a qualcosa di diverso: il Top14, dove gioco io, non sarà mai il Super Rugby e viceversa.
La partita di settimana scorsa contro l’Australia però penso sia stato un esempio lampante del lavoro che stiamo svolgendo sull’aspetto fisico: nel secondo tempo abbiamo avuto possesso di palla e pallino del gioco costruendo diverse chance per segnare. Ci sono mancati i dettagli, ma abbiamo messo in difficoltà una delle squadre più forti del mondo in una gara di alto livello. E’ chiaro che domani la sfida sarà ancor più impegnativa ma vogliamo rispondere presente. Dovremo compiere un ulteriore step mentale e fisico, quello che ci ha impedito di indirizzare al meglio i duelli contro Georgia e Australia (anche se con i caucasici è poi arrivata comunque la vittoria, ndr).
La Nuova Zelanda ha molta più confidenza e scenderanno in campo per seguire il loro gameplan. Sono sempre tranquilli del loro lavoro e preparati a livello psicologico: se guardiamo alla sfida contro il Sudafrica vinta all’ultimo minuto, si può vedere come abbiamo continuato a giocare nonostante le cose si fossero messe male.
Chi toglierei a loro? Kieran Read, ha tanta esperienza come dimostra il suo numero di caps ma ci mette ancora un’intensità eccezionale”.
Un Ghiraldini carico e lucido, che ha continuato a far emergere la sua voglia: “La partita contro gli All Blacks sarà bella per tutti: il nostro pubblico ci ha sostenuti sia a Firenze sia a Padova, tutti vogliono vedere la Nuova Zelanda e sono sicuro che se metteremo in campo il nostro gioco e l’intensità giusta la gente ci verrà dietro.
L’obiettivo sarà quello di raggiungere dei target durante il match: vogliamo marcare, perchè contro l’Australia abbiamo avuto circa quindici opportunità e siamo riusciti ad andare in meta solo su una palla persa da loro, cercare di avere il possesso e giocare il nostro rugby contro la squadra più forte del mondo.
Con O’Shea e il suo staff abbiamo fatto un grande lavoro, in generale. Lo si capisce anche guardando a quello che sta succedendo tra la Federazione e le franchigie. In campo si vedono i frutti di un percorso di crescita settimanale. Dalla prima volta in cui ho affrontato gli All Blacks, le cose si sono evolute e anche i neozelandesi sono cambiati. Hanno introdotto tanti nuovi giocatori: sia a livello quantitativo sia a livello qualitativo”.
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