La scelta di Eddie Jones potrebbe aprire una nuova e definitiva era per la compagine britannica
Jamie George titolare, Dylan Hartley impiegato da finisher: è forse questo il passo definitivo per l’apertura di una nuova strada a favore di Owen Farrell come capitano unico dell’Inghilterra? Forse è ancora presto per affermarlo con certezza, ma di sicuro la sfida di domani contro l’Australia (kick off dalle 16, diretta Sky Sport 1) fornirà una prima risposta.
Dai British & Irish Lions ai Test Match di novembre: il “declassamento”
L’arrivo di Eddie Jones a fine 2015 aveva sancito che Dylan Hartley fosse da subito il leader in campo dell’Inghilterra, nonostante la sua “faccia poco raccomandabile” e la sua condotta più volte al limite – se non sopra – il regolamento.
Dal giugno del 2017 però le cose cambiano: al tallonatore titolare infatti, Warren Gatland preferisce Jamie George per la tournèe dei British & Irish Lions in Nuova Zelanda scaricando l’avanti dei Northampton Saints che all’inizio non sembra patire l’esclusione, ma poi comincia a commettere un errore dietro l’altro. Il rendimento della Rappresentativa della Rosa cala paurosamente, come testimonia il Sei Nazioni 2018 e la serie estiva persa col Sudafrica, la pressione mediatica aumenta e nel mentre Eddie Jones corre ai ripari nominando Owen Farrel co-capitano della squadra.
Il profilo giusto?
La quasi sciocchezza combinata da Farrell sul finire del primo Test Match di novembre, contro gli Sprinboks (partita poi vinta 12-11 dagli inglesi), ha gettato qualche ombra anche sull’apertura/primo centro. Il profilo del classe 1991 però pare soddisfare sia gli addetti addetti ai lavori sia l’opinione pubblica d’Oltremanica, che nel trequarti vede l’uomo simbolo verso la Rugby World Cup 2019.
Vittoria o sconfitta: un risultato che potrebbe modificare la valutazione complessiva?
La prima e la seconda parte dell’anno che volge al termine sono state a dir poco orribili per l’Inghilterra, che in questo novembre però pare aver ripreso quota. L’averla spuntata contro gli uomini di Erasmus, la sconfitta di misura contro gli All Blacks e l’affermazione in rimonta contro il Giappone hanno consegnato alle statistiche un record di due vittorie e un ko: all’orizzonte però, c’è la prova del nove contro l’Australia.
L’ostacolo dal punto di vista tecnico non appare insormontabile, ma è chiaro che per i britannici l’asticella più alta da saltare sarà quella della pressione psicologica. Alzare le braccia al cielo al termine degli ottanta minuti vorrebbe dire rilanciarsi verso un 2019 ricco di appuntamenti, incappare in una partita persa invece potrebbe rigettare il gruppo in una spirale di negatività.
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