Test Match 2018: la Scozia fatica ma batte dei Pumas imprecisi

Finisce 14-9, troppi errori degli argentini dalla piazzola. Piede e testa di Laidlaw fanno la differenza

ph. Reuters

EDIMBURGO – La Scozia chiude il suo lungo autunno (dal 2004, infatti i Dark Blues non giocavano quattro test match in novembre) ospitando al BT Murrayfield l’Argentina (che sabato prossimo a Twickenham sfidera’ i Barbarians prima di far rientro in patria).

Quando le squadre scendono in campo, il terzo acquazzone di giornata ha appena finito di scaricare acqua sul terreno della Highland Cathedral, dove le due squadre hanno qualcosa da dimostrare; i Dark Blues devono vincere perche’ dopo la sconfitta di misura rimediata settimana scorsa contro gli Springboks, non vogliono chiudere novembre in passivo, mentre i Pumas vengono da due sconfitte consecutive in gare dove hanno fatto vedere piu’ di qualcosa di buono, ma anche mostrato di andare in difficolta’ nelle fasi finali oltre ad avere qualche problema nelle fasi statiche.

L’Argentina concede due punizioni nei primi due minuti di gara, la seconda delle quali viene trasformata da capitan Laidlaw in tre punti (3-0 al 3′) e manca la prima occasione di mettere punti a referto quando Sanchez non trova i pali da ottima posizione al 10′.

E’ una Scozia rivoluzionata, quella scelta da Townsend, con ben nove cambi rispetto alla squadra scesa in campo una settimana fa, e gli occhi di tutti sono puntati sulla mediana, perche’ Laidlaw avra’ il compito di cercare di tenere a bada l’imprevedibile esuberanza del duo Hastings-Russell. Almeno nelle prime fasi, pero’, sono gli avanti delle due sqaudre a prendersi la scena; la Scozia cerca, quando puo’, di affidarsi alla maul, arma che settimana scorsa quasi le regala il successo contro il Sud Africa, mentre l’Argentina si accontenta di rispondere colpo su colpo almeno fino all’inizio del secondo quarto, quando riesce ad imbastire la prima azione multi-fase che manda Boffelli dalla piazzola (placcaggio alto di Hastings).

L’estremo non trova i pali ma alla ripresa del gioco un errore di Russell (che si fa scappare l’ovale al limite dei suoi 22m) innesca un’altra azione veloce dei Pumas, che vanno vicinissimi alla meta – ma Huw Jones anticipa in tuffo Moyano, che si stava avventando sul calcetto di Sanchez.

Sanchez (che mette a segno i primi punti dei Pumas dopo due errori) e Laidlaw si alternano dal tee lasciando invariato il distacco (6-3 al 32′) ma dopo pu’ di qualche minuto di difficolta’, la Scozia torna finalmene ad affacciarsi nella meta’ campo avversaria a cavallo della mezz’ora di gioco (grazie ad un’azione avviata da un break di Hastings e chiusasi con una punizione concessa dai Pumas al breakdown).

Il primo tempo si chiude sul 6-3, risultato che rispecchia quanto visto in campo finora: poco spettacolo, parecchi errori non forzati (soprattutto da parte dei Pumas, che hanno avuto maggiore possesso nonostante non abbiano mostrato grande qualita’ nei passaggi), grosse difficolta’ (salvo sporadiche fasi) da parte della Scozia di prendere controllo del match imponendo il proprio ritmo.

La ripresa si apre coi Pumas ancora piu’ intraprendenti, che giustamente trovano il pareggio al 43′(6-6) con un piazzato di Sanchez (che potrebbe essere la prossima apertura dello Stade Francais, se i rumors verranno confermati nei prossimi mesi) da quasi quaranta metri; il “diez” manca un altro calcio poco dopo (48′), il terzo di giornata dei Pumas che se non dovessero vincere oggi, avrebbero davvero piu’ di un motivo per essere furiosi con se stessi per i troppi punti gettati alle ortiche.

La Scozia continua a faticare a macinare gioco, non sembra aver trovato alternative per superare la difesa avversaria e si perde in errori banali, che impediscono ai Dark Blues di costruire quel tanto decantato “momentum” che, nel rugby, puo’ davvero fare la differenza soprattutto a questi livelli e in gare di questo tipo.

Peccato, dal punto di vista di Townsend e dei suoi ragazzi, perche’ l’Argentina ha finora dimostrato di andare in difficolta’ quando viene attaccata in velocita’; non a caso, la prima multifase giocata con un ritmo decente dalla Scozia si porta in dote due punizioni consecutive, la seconda per placcaggio alto di Creevy su Jones. Laidlaw dalla piazzola e’ perfetto e riporta avanti i suoi (9-6 al 55′) ma nell’ultimo quarto ci si aspetta qualcosa in piu’ dai padroni di casa che la semplice difesa del ridotto margine di vantaggio, anche per non esporsi ad inutili rischi.

Allo scoccare dell’ora di gioco Townsend toglie Hastings, sposta Russell in mediana e inserisce Dunbar al centro, ma sono un errore di McInally in touche (al suo primo lancio dopo aver preso il posto di Brown) e un calcio sballato di Jones a fare notizia i Pumas perdono il possesso subito dopo per un tenuto, Hogg sceglie la penal’touche e dalla maul successiva nasce l’azione che manda in meta Maitland. Dopo qualche fase, e’ una giocata da fuoriclasse di Laidlaw (con un passaggio in controtempo al suo esterno) ad offrire l’assist decisivo al versatile trequarti dei Saracens – prima di spedire l’ovale della trasformazione sul palo.

Al 65′ la Scozia porta cosi il vantaggio, per la prima volta oggi, oltre il break e rimane in controllo anche perche’ Sanchez sbaglia un altro calcio (il terzo della sua personale gara, quarto in totale dell’Argentina) al 68′. La scelta di andare per i pali, a poco piu’ di dieci minuti dal termine e sotto di otto punti, e’ un po’ difficile da decifrare, considerando soprattutto la pessima prestazione dei calciatori albicelesti oggi.

La Scozia, ovviamente, ringrazia e riesce a salvarsi ancora poco dopo quando De La Fuente, dopo aver trovato il varco giusto, perde l’ovale in-avanti per un contatto involontario col piede di Skinner. Il pack dei Pumas vince pero’ la mischia successiva sui 5m scozzesi e Sanchez (che stavolta non puo’ davvero sbagliare) riporta i suoi sotto il break a sei minuti dallo scadere (14-9 al 74′).

I Pumas adesso si giocano, ovviamente, il tutto-per-tutto e per poco non riescono a trovare il varco giusto per infilare la difesa avversaria; un break di Cancelliere (al debutto autunnale) dai propri 22m, con l’azione proseguita da un altro break di Bruni, porta l’Argentina nei 22m scozzesi, ma l’azione sfuma per l’ennesimo errore di handling (stavolta, almeno, forzato dal difensore).

Laidlaw non trova i pali al 79′ (calcio corto) e i Pumas hanno un’ultima chance, ma devono ripartire dalla propria linea di meta; dopo qualche fase, i Pumas perdono l’ovale in avanti e il direttore di gara decreta la fine del match.

La Scozia chiude cosi il suo autunno con due successi (su quattro gare), per l’Argentina arriva invece la terza sconfitta consecutiva – e tante indicazioni che per Ledesma il lavoro da fare e’ ancora tanto.

Scozia: 15 Stuart Hogg 14 Sean Maitland 13 Huw Jones 12 Finn Russell 11 Blair Kinghorn 10 Adam Hastings 9 Greig Laidlaw (C) 8 Josh Strauss 7 Hamish Watson 6 Jamie Ritchie 5 Jonny Gray 4 Grant Gilchrist 3 Simon Berghan 2 Fraser Brown 1 Allan Dell
A disposizione: 16 Stuart McInally 17 Alex Allan 18 WP Nel 19 Sam Skinner 20 Ryan Wilson 21 George Horne 22 Alex Dunbar 23 Byron McGuigan

Marcatori Scozia
Mete: Maitland (65′)
Trasformazioni:
Punizioni: Laidlaw (3′, 32′, 55′)

Argentina: 15 Emiliano Boffelli 14 Bautista Delguy 13 Matias Moroni 12 Jeronimo De La Fuente 11 Ramiro Moyano 10 Nicolas Sanchez 9 Gonzalo Bertranou 8 Javier Ortega Desio 7 Rodrigo Bruni 6 Pablo Matera (C) 5 Tomas Lavanini 4 Guido Petti 3 Santiago Medrano 2 Augustin Creevy 1 Santiago Garcia Botta
A disposizione: 16 Julian Montoya 17 Juan Pablo Zeiss 18 Lucio Sordoni 19 Matias Alemanno 20 Tomas Lezana 21 Martin Landajo 22 Matias Orlando 23 Sebastián Cancelliere

Marcatori Argentina
Mete:
Trasformazioni:
Punizioni: Sanchez (28′, 43′, 74′)

Matteo Mangiarotti

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