World player of the year: dalla storia di Sexton una lezione per la IRFU

L’apertura giocò alcune stagioni nel campionato dei club, che adesso la federazione vuole modificare in senso professionistico

irlanda

ph. Sebastiano Pessina

DUBLINO – Johnny Sexton è il secondo irlandese a essere nominato giocatore dell’anno da World rugby. L’altro fu Keith Wood nel 2001, la prima edizione del premio. Gli unici altri europei sono stati i francesi Fabien Galthiè (2002) e Thierry Dusautoir (2011), l’inglese Jonny Wilkinson (2003) e il gallese Shane Williams (2008). La storia della sua carriera però è anche una lezione che la federazione irlandese sta cercando di imparare.

Alla fine delle scuole superiori, nel 2002 (guidò St Mary’s alla vittoria nella Leinster senior school cup proprio l’ultimo anno con uno storico drop nella finale contro Belvedere) Sexton giocò alcune stagioni nella All Ireland League (AIL), l’eccellenza irlandese. Il suo debutto per Leinster fu nella stagione 2005/06. Trovò spazio come titolare nella stagione 2007/08 perché l’apertura Contepomi era reduce dai mondiali con l’Argentina. Nelle ore precedenti la sua nomina a giocatore dell’anno, Brian O’Driscoll ha ricordato che il suo contratto con Leinster stava per saltare.

Questa e altre storie (quella di Carbery è in parte simile) hanno fatto riflettere la federazione sul fatto che non tutti i giocatori sono allo stesso livello quando escono dalle scuole superiori. Alcuni maturano qualche stagioni più tardi. Per non disperdere nessuno dei possibili talenti, la IRFU sta lavorando con accademie e, soprattutto, con la AIL.

Alcuni mesi fa la federazione propose ai club di creare due divisioni di Eccellenza alto livello di otto squadre, che potessero schierare un numero infinito di giocatori con contratto professionistico (adesso sono massimo quattro). Promozione e retrocessione sarebbero sospese, per garantire che ognuna delle quattro province nei primi anni potesse avere squadre coinvolte nel progetto. L’idea era che Leinster, Munster, Munster, Ulster e Connacht si collegassero di più ai loro club, magari condividendo allenatori e knowhow. Queste due divisioni sarebbero state un vero e proprio hub fra professionisti e amatori.

I club hanno respinto il progetto per due ragioni: innanzitutto le preoccupazioni circa la sicurezza dei giocatori amatoriali, il cui livello fisico non può essere quello di chi fa palestra a livello professionistico. Alcuni club si sono inoltre opposti anche alla sospensione della retrocessione e della promozione, soprattutto perché adesso non ci sono club di Connacht o Ulster nella divisione 1A, la piu alta della federazione (sono cinque di Munster e altrettanti di Leinster).

Scott Walker, direttore dello sviluppo rugbystico della Irfu, non è però pessimista: “Quando ci siamo incontrati coi club non direi che c’era una completa opposizione. Capivano anche loro che ci deve essere una certa modernizzazione della Ail. Abbiamo messo una proposta sul tavolo, è stata discussa, ci sono ovviamente alcune preoccupazioni e ci saranno altre conversazioni con i club. Speriamo di trovare una soluzione nei prossimi mesi”.

Damiano Vezzosi

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