Nel cercare una rimonta (poi non riuscita), Gloucester ha tirato fuori dal cilindro una meta davvero spettacolare a Exeter
Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.
La forza della disperazione può produrre risultati insperati, piccoli miracoli e imprese straordinarie, oppure lampi di pura follia che rimangono tali, perché poi non portano a nulla di realmente concreto. Nell’ultima giornata di Champions Cup, ad un certo punto il Gloucester può fare affidamento solo a quella per cercare di rimontare Exeter, scappato sul 10-22 nel corso di un match ben diverso da quello della settimana prima (17-29 per Gloucester, in casa dei Chiefs).
A rendere il tutto ancora più difficile c’è l’inferiorità numerica causata dal cartellino giallo dato a Josh Hohneck al 71′, che sta costringendo i cherry&white a rischiare il tutto per tutto con un uomo in meno. La palla, inoltre, è in mano a Jack Maunder e il cronometro segna il 76esimo minuto di gioco. Proprio il mediano di mischia dei Chiefs, tuttavia, decide di dare una mano agli avversari, sparando in cielo un calcio di fatto perpendicolare al terreno di gioco, tanto mal eseguito quanto rischioso. Il Gloucester infatti lo recupera e può attaccare e lo fa splendidamente, arrivando fino in meta con Tom Hudson.
È un’azione talmente bella che non potrebbe non rimanere isolata nel finale di partita, potrebbe pensare qualcuno. Lo sa anche Gloucester, che infatti prova a rendere memorabile la serata affidandosi a tutta la propria voglia di strafare e di dimostrare a tutti di essere una squadra unica nel suo genere. Provano a ripartire dai propri 22, affidandosi al piede di Owen Williams, ma il calcio dell’apertura ci ricorda che gli eccessi non sempre pagano i necessari dividendi (spoiler: pallone troppo lungo, palla recuperata e meta dei Chiefs che toglie il bonus a Gloucester e lo dà a Exeter).
Ma stiamo andando off topic: a noi interessava soprattutto “salvare” il ricordo della meta precedente, quella di Woodward, per non farla cadere troppo in fretta nel dimenticatoio di una pesante sconfitta casalinga.
Come detto, Gloucester recupera l’ovale dopo un brutto calcio di Maunder dalla base e può disporre di tutta l’ampiezza del campo per inventarsi qualcosa. La difesa di Exeter è già allineata e pronta a togliere spazio al primo ricevitore, Gerbrandt Grobler, ma il giocatore dei Chiefs all’esterno del placcatore non stringe la sua linea di corsa su Freddie Clark, che nel frattempo aveva battezzato proprio quell’intervallo proponendo un angolo interessante al seconda linea.
Il timing del passaggio è perfetto, Clark prende in contro tempo la difesa e piazza il break, riciclando bene il pallone per un Ben Morgan puntuale in sostegno. Il numero otto è placcato a terra da Steenson, che però non ha la forza né l’equilibrio per chiudere al meglio il placcaggio; Morgan quindi può liberare le mani e riciclare per Owen Williams, playmaker al posto dell’infortunato Danny Cipriani. A questo punto, la difesa dei Chiefs è collassata e non può più pareggiare la superiorità all’esterno.
A poco serve la salita disperata di Devoto, l’ultimo giocatore della linea ospite, per bloccare la ricezione di Twelvetrees, le cui mani sono fin troppo educate per sbagliare quel facile passaggio per Hudson, che finalizza un’azione in cui sono bastate intelligenza tattica (Clark) e abilità tecniche (Clark e Morgan) per far saltare i meccanismi difensivi di una delle squadre più forti d’Europa.
Daniele Pansardi
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