I migliori primi otto del mondo secondo la Redazione, che intanto non smette di battibeccare
Mentre la polvere si posava sui rimasugli natalizi (carta da regalo strappata in un angolo, la sedia schiantata sotto il peso del cugino pilone in un altro, sul tavolo la dentiera della nonna distrutta da un assalto troppo vigoroso al torrone), la Redazione di OnRugby ha scelto di non perdere tempo, e ha confezionato per voi le classiche liste di fine anno: abbiamo scelto di eleggere il nostro XV dell’Anno, i migliori giocatori del 2018. Non possiamo negare che siano mancate le discussione, come leggerete sotto, ma urge confortarvi che non si sono riportati feriti dopo il lancio di uvetta del panettone fra le parti in causa.
C’è chi suona il pianoforte, e chi lo sposta, recita il celebre adagio. Qualche giorno fa ci siamo occupati dei migliori 7 della prima specie, oggi celebriamo invece quegli otto uomini per i quali hanno inventato la birra, al fine di impedir loro la conquista del mondo.
8 – Numero otto
Daniele Pansardi
Con i grandi del ruolo (Read e Parisse) non al massimo, non si può non premiare David Pocock. Dopo l’anno sabbatico, è tornato ai suoi massimi livelli con il numero 8 sulla schiena e ha trascinato l’Australia, pur senza avere grandi risposte dai suoi compagni.
Matteo Viscardi
Dando prova, tra l’altro, di poter fare la differenza in modo significativo nel breakdown anche con le regole attuali. Voto anche io per l’australiano.
Lorenzo Calamai
Vero, sono mancati un po’ i big quest’anno, e allora famolo strano: io dico Mark Wilson, autore di una stagione d’autore con la sorpresa Newcastle nel 2017/2018, ha ripreso in autunno con una serie di apparizioni in nazionale dove mi ha fatto innamorare della sua grinta operaia.
Michele Cassano
Mi piace sia la scelta di testa che quella di pancia: voto David Pocock, ma menziono anche Mark Wilson.
7 – Openside flanker
Daniele Pansardi
In Sudafrica i numeri 6 e 7 sono invertiti rispetto al resto del mondo, per cui Siya Kolisi – da openside flanker – veste la numero 6. Per me è comunque un openside, e pure il forte e iconico del 2018. Leader by example.
Lorenzo Calamai
Il valore incommensurabile di Sam Cane si è potuto apprezzare in maniera più definita solamente quando si è letteralmente rotto l’osso del collo. Mi piace pensare che a Dublino sarebbe potuta andare diversamente con lui a fronteggiare i pariruolo irish.
Matteo Viscardi
Mi sposto in Galles, dove Justin Tipuric sta vivendo un momento magico. Annata da incorniciare per il ragazzo degli Ospreys.
Michele Cassano
Kolisi è stato, a mio avviso, il miglior interprete del ruolo e la risalita – non ancora totale – a livello internazionale del Sudafrica porta in molte circostanze la sua firma. Ora però consentitimi due citazioni “Made in Galles”: la prima è per Josh Navidi, che nel Sei Nazioni è stato forse il terza linea più sorprendente del torneo, e poi Sam Warburton. Inserirei il capitano nel XV del 2018 per tributargli un lunghissimo applauso alla carriera e a un ritiro che è dispiaciuto a tutto il mondo del rugby.
6 – Blindside flanker
Daniele Pansardi
Peter O’Mahony ha giocato una stagione eccezionale con l’Irlanda, suggellata da una prestazione difensiva di classe mondiale contro gli All Blacks. Il suo momento dell’anno è l’intercetto su un pallone destinato alle mani di Ben Smith.
Matteo Viscardi
Quoto Daniele senza pensarci minimamente. Annata fantastica, alla quale, per bocca sua, manca sempre l’acuto con Munster. Chissà che il 2019 non possa portargli anche quello.
Lorenzo Calamai
Difficile non darti ragione, Daniele. Rispetto ad altri compagni della nazionale irlandese, O’Mahony non veste gli allori delle conquiste di Pro14 e Champions Cup, ma le sue prestazioni per Munster e Irlanda hanno raggiunto un livello ulteriore rispetto ad un 2017 già stellare, dove fu anche capitano dei Lions in un test.
Michele Cassano
Peter O’Mahony senza ombra di dubbio, dietro di lui propongo il nuovo capitano dei Pumas: Pablo Matera.
5 – Seconda linea
Daniele Pansardi
Io sceglierei sempre Maro Itoje, da qui all’eternità. Devo tradirlo, tuttavia. Scelgo infatti Scott Barrett, che sarebbe titolare praticamente in ogni altra nazionale. Mi ha conquistato soprattutto per il secondo tempo a Twickenham, dove ha distrutto la rimessa laterale dell’Inghilterra.
Lorenzo Calamai
In Argentina le seconde linee di qualità si sprecano. Al lotto si è aggiunto quest’anno Guido Petti, classe 1994. Giocatore incredibilmente veloce ed esplosivo per le dimensioni fisiche, quest’anno si è affermato come uno dei simboli della rinascita Jaguares, ottenendo anche 12 titolarizzazioni su 12 per i Pumas.
Michele Cassano
Bravo Scott Barrett per carità, ma il Maestro gli è ancora superiore. Un XV senza di lui mi viene quasi impossibile pensarlo: Brodie Retallick
Matteo Viscardi
Alun Wyn Jones, alla veneranda età di 33 anni, ha disputato un’annata internazionale di primissimo piano, guidando il Galles, a fari abbastanza spenti, sino in terza posizione del ranking mondiale. Il poderoso seconda linea gallese, tra l’altro, grazie anche al ritorno alla competitività degli Ospreys dopo una stagione complessa, è tornato a fare la voce grossa anche con il club, guadagnandosi di forza questa nomination.
4 – Seconda linea
Daniele Pansardi
Via, circolare, non c’è nulla di cui discutere. Dove passa James Ryan non cresce più l’erba.
Lorenzo Calamai
Aggiungo solo le sue cifre di quest’anno: 299 placcaggi e 304 cariche per il Leinster nel 2018. Da nuova speranza a stella in meno di dodici mesi.
Michele Cassano
Mi accodo alla vostra scelta senza alcun tipo di fatica.
Matteo Viscardi
Difficile mettere in discussione il predominio dell’irlandese, ma se devo citare un numero 4 che mi ha impressionato oltremodo in questo 2018, non posso non chiamare in causa Izack Rodda. Il giovane australiano classe ’96 (coetaneo di Ryan) è salito esponenzialmente di colpi, ed il futuro è tutto dalla sua.
3 – Pilone destro
Daniele Pansardi
Tra Tadhg Furlong e tutti gli altri piloni destri del mondo c’è un abisso. Forse devono prendere spunto dalla sua dieta.
Matteo Viscardi
Come non seguirti Daniele? A Wexford, nella zona più a sud della provincia di Leinster, l’hanno forgiato in modo unico. Porta sempre con sé anche il bagaglio tecnico che solo il meraviglioso mondo degli sport gaelici ti può dare, e non si vedono colleghi in grado di insediarne la leadership.
Michele Cassano
Patate in abbondanza per tutti: Tadhg Furlong.
Lorenzo Calamai
Nonostante i miei sforzi per poter essere la voce fuori dal coro, qui tocca essere tutti d’accordo. RugbyPass gli ha addirittura dato il premio di miglior giocatore dell’anno. Vince Furlong, menzione d’onore a Owen Franks per i suoi 100 caps senza mete con gli All Blacks.
2 – Tallonatore
Daniele Pansardi
Mani in alto, c’è lo Sceriffo. Ken Owens ha giocato un’altra stagione di altissimo profilo e, anche ora che gli Scarlets sono un po’ in crisi, è uno dei pochi a tenere alto il suo livello.
Matteo Viscardi
Non riesco a non orientarmi verso Malcolm Marx, semplicemente il miglior numero 2 al mondo, in attesa del ritorno al massimo livello di Dane Coles.
Lorenzo Calamai
Ha avuto parentesi in cui i suoi errori al lancio sono costati cari al Sudafrica, ma nel complesso Malcolm Marx è stato il miglior tallonatore del 2018, anche secondo me.
Michele Cassano
Malcolm Marx ha vissuto un’annata straordinaria, anche se il “vecchio” Rory Best ha la solita eterna capacità di emozionare che non passa mai di moda: tallonatore d’altri tempi, per certi versi. Non sottovaluterei neppure Guirado: quando la Francia riuscirà a trovare un barlume di luce in fondo al tunnel, sono certo che in tanti lo ringrazieranno per la sua leadership in uno dei momenti storici ovali più bui della storia transalpina.
1 – Pilone sinistro
Daniele Pansardi
La storia di Karl Tu’inukuafe è troppo bella per non essere premiata. Il pilone degli All Blacks gioca con una passione e una forza di volontà invidiabile, oltre che con una qualità di prim’ordine.
Matteo Viscardi
Cian Healy è tornato, dopo i trenta, ad essere un fattore anche ai massimi livelli ovali. Per quanto mi riguarda il miglior pilone sinistro della stagione.
Michele Cassano
Propendo anche io per Cian Healy e poi spendo un’ideale fiches su Jefferson Poirot che si è reso autore, in maniera personale, di ottime prestazioni.
Lorenzo Calamai
Anche io mi oriento su Healy. Mako Vunipola al meglio, insieme a qualche altro nome, sono forse migliori dell’irlandese a livello assoluto, ma nell’anno solare 2018 la maglia numero 1 dev’essere sua.
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