Allo Scotstoun Stadium finisce 33-24. Gli scozzesi sono ancora lontani dalla forma migliore ma restano in corsa per un posto nei quarti
GLASGOW – Dopo la grande vittoria di Edinburgh a Tolone ieri, il rugby scozzese attendeva oggi un colpo anche dai Glasgow Warriors per poter continuare a sperare di vedere entrambe le squadre ‘pro’, per la prima volta, nei quarti di finale della Heineken Champions Cup.
Se Edinburgh, ieri, ha fatto un passo decisivo non solo verso la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta, ma anche per giocarsi in casa il quarto di finale (evento accaduto, l’ultima volta, nel 2012), i Warriors dovevano cercare di prendersi il punto di bonus offensivo contro i Cardiff Blues per restare nella scia dei Saracens – e mettersi nelle migliori condizioni possibili per passare ai quarti come una delle “migliori tre seconde”.
I Warriors scendono in campo contro una squadra, i Blues, già da tempo ampiamente fuori dai giochi in Europa, ma col morale non proprio altissimo dopo le tre sconfitte consecutive raccolte in Pro14 e la pressione di dover vincere e convincere un po’ tutti che il momento di crisi e’ ormai alle spalle.
Dave Rennie, head coach dei Glaswegians, ha cambiato undici elementi rispetto alla gara persa contro il Benetton Rugby a Monigo sabato scorso, lasciando Hastings (apparso un po’ appannato nelle ultime uscite) a riposo e schierando dal primo minuto due giocatori che raggiungono traguardi personali davvero importanti; Rob Harley e Ryan Wilson, infatti, scendono in campo oggi, con la maglia dei Warriors, rispettivamente per la 200esima (record del Club) e 150esima volta e sperano, al termine degli ottanta minuti, di avere qualcosa in più da festeggiare.
Il vento, piuttosto forte, freddo e fastidioso, gioca subito un ruolo importante, con i Blues che, dopo aver dato il via al gioco, hanno la prima mischia chiusa nei 22m avversari – quando un calcio di liberazione di Hogg che, spinto proprio dal vento, termina oltre la linea di fondo campo gallese.
I Blues tengono il possesso per qualche fase, conquistano una punizione e arrivano ad un passo dalla linea di meta scozzese, prima di perdere l’ovale e trovarsi, subito dopo, a dover difendere sui propri 5m (per un altro calcio di liberazione che stavolta resta in campo e viene inseguito bene dai giocatori scozzesi).
Rennie al 6′ è già costretto ad un cambio, quando Matt Fagerson esce dal campo dolorante (sembra per un problema alla spalla) e viene sostituito da Tim Swinson, che entra in seconda linea – mentre Wilson si sposta numero 8 e Harley va blindside e tre minuti piu’ tardi e’ il co-capitano, Callum Gibbins, ad uscire zoppicando (al suo posto entra Fusaro, un cambio che non comporta ulteriori rivoluzioni del pack).
Le squadre entrano nel secondo quarto ancora sullo 0-0, con i Blues dentro i 22m scozzesi dopo che Wilson (rimasto unico capitano in campo) commette un errore grossolano entrando lateralmente in una innocua ruck sui 10m. I gallesi, sornioni, non giocano un rugby ‘trascendentale’ e sprecano tutte le occasioni create, ma non permettono ai Warriors di dare continuità alle giocate, un fattore che i Glaswegians soffrono terribilmente.
Al 26′, però, gli scozzesi riescono finalmente a marcare i primi punti del match grazie all’ennesima maul avanzante che stavolta si ferma solo oltre la linea gallese – con Grant Stewart che scrive il suo nome nel tabellino dei marcatori, prima che Thomson trasformi per il 7-0.
Gli scozzesi, rotto il ghiaccio, si ributtano in attacco nell’azione successiva con Seymour che crea scompiglio nella difesa gallese, che si salva solo per un fantastico placcaggio di Navidi su Price proprio sulla linea di meta. I Warriors riescono però a tenere alta la pressione e dopo due mischie trovano al 32′ la seconda meta con Cummings. Thomson trasforma e manda i suoi avanti 14-0.
Shingler e Fish si scontrano regalando ai Warriors un’altra clamorosa occasione – Grigg, che si avventa sull’ovale lasciato libero dall’estremo avversario, calcia in avanti per se stesso ma non riesce a completare il contrattacco percé il suo calcio è troppo forte e l’ovale termina oltre la linea di fondo campo.
Scampato il pericolo, i gallesi costruiscono la prima bella azione in velocità e vanno subito in meta, con Lane che “triangola” con Fish (servendo il compagno con un delizioso calcetto) prima di andare in tuffo all’altezza della bandierina. Il vento ostacola il tentativo di trasformazione di Shingler ma i Blues, feriti nell’orgoglio, vanno negli spogliatoi sotto 14-5 ma ancora in partita.
I Warriors sono i primi a rendersi pericolosi nelle prime fasi del secondo tempo e, dopo aver sprecato un paio di occasioni, trovano la terza meta al 48′, quando Fusaro schiaccia a terra l’ovale portato oltre la linea avversaria dall’ennesima maul avanzante. Thomson, con l’aiuto della traversa, spedisce la trasformazione tra i pali (21-5).
Dopo qualche fase tutt’altro che emozionante, la gara si rianima attorno allo scoccare dell’ora di gioco; i Blues trovano la seconda meta con Harri Millard (in tuffo sotto il main stand) al 58′, prima che i Warriors raggiungano l’obiettivo di giornata con Oli Kebble al 60′, che va di prepotenza oltre la meta prima di lasciare il campo per un HIA (che diventa poco dopo permanente).
Evans manca la trasformazione, Thomson invece non tradisce (28-10) poco prima che Navidi al 64′ trovi la terza meta per i gallesi, che adesso giocano per non uscire dallo Scotstoun Stadium a mani vuote più che per mettere davvero in discussione l’esito della gara che sembra ormai segnato – Evans stavolta è preciso e riporta sotto i suoi (28-17).
Owen Lane, però, non la pensa cosi e al 70′ va di forza oltre la linea, bucando la disattenta difesa scozzese, regalando ai Blues il bonus offensivo e riaprendo, piuttosto clamorosamente, la gara. Evans da sotto i pali non ha problemi a trasformare (per il 28-24) e i gallesi hanno adesso dieci minuti per cercare di prendersi una vittoria che sarebbe davvero clamorosa.
Gli scozzesi riescono, con un ultimo sforzo, a portarsi nella metà campo avversaria, allontanando gli avversari e cercando al contempo di provare a marcare altri punti – e di far correre il cronometro. Ci pensa George Horne, con un vantaggio assegnato da JP Doyle, a mettere al sicuro la vittoria. Thomson, tradito dal vento, fallisce la trasformazione ma con poco piu’ di due minuti da giocare, i Warriors portano adesso il vantaggio oltre il break (33-24), mettendosi al sicuro da eventuali sorprese.
I Warriors si prendono quello che volevano dal match, ovvero cinque punti fondamentali per la classifica, la vittoria che interrompe la striscia negativa e lascia aperte le porte per un passaggio ai quarti di Champions Cup.
Dave Rennie oggi non ha avuto tutte le risposte che aspettava, perché la prestazione dei suoi ragazzi non è stata perfetta e contro un avversario più motivato poteva non bastare ma considerando il contesto, oggi va bene anche cosi.
Glasgow Warriors: 15. Stuart Hogg, 14. Tommy Seymour, 13. Nick Grigg, 12. Samuel Johnson, 11. DTH van der Merwe, 10. Brandon Thomson, 9. Ali Price, 1. Oli Kebble, 2. Grant Stewart, 3. D’Arcy Rae, 4. Robert Harley, 5. Scott Cummings, 6. Ryan Wilson (Co-C), 7. Callum Gibbins (Co-C), 8. Matt Fagerson
A disposizione: 16. Kevin Bryce, 17. Alex Allan, 18. Petrus du Plessis, 19. Tim Swinson, 20. Chris Fusaro, 21. George Horne, 22. Adam Hastings, 23. Lee Jones
Marcatori Glasgow Warriors
Mete: Stewart (26′), Cummings (32′), Fusaro (48′), Kebble (60′), G.Horne (77′)
Trasformazioni: Thomson (27′, 33′, 49′, 60′, 77′)
Punizioni:
Cardiff Blues: 15. Dan Fish, 14. Owen Lane, 13. Harri Millard, 12. Willis Halaholo, 11. Tom James, 10. Steven Shingler, 9. Lloyd Williams, 1. Brad Thyer, 2. Matthew Rees (C), 3. Dillon Lewis, 4. George Earle, 5. Rory Thornton, 6. Shane Lewis-Hughes, 7. Josh Navidi, 8. Seb Davies
A disposizione: 16. Ethan Lewis, 17. Rhys Carre, 18. Scott Andrews, 19. Macauley Cook, 20. Nick Williams, 21. Tomos Williams, 22. Jarrod Evans, 23. Aled Summerhill
Marcatori Cardiff Blues
Mete: Lane (36′, 70′), Millard (58′), Navidi (64′)
Trasformazioni: Evans (65′)
Punizioni:
Matteo Mangiarotti
Le altre partite della giornata
Per Exeter potrebbe essere troppo tardi, ma intanto i Chiefs vincono ancora con bonus e battono Castres 34-12 al Sandy Park, portandosi a quattro punti di distanza dal Munster con il big match a Limerick in vista la prossima settimana.
Nel girone di Glasgow, tutto facile per i Saracens che battono il Lione in Francia 10-28 e si qualificano matematicamente ai quarti di finale.
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