Brian O’Driscoll compie 40 anni: piccola celebrazione di uno dei più grandi di sempre in 10 video
Brian O’Driscoll compie 40 anni e, come in quella canzone di Cesare Cremonini, da quando non gioca lui non è più domenica. Irlanda e Leinster hanno saputo lavorare bene per rimpiazzare il talento di uno dei più grandi di sempre: 133 caps con l’Irlanda, 8 con i British & Irish Lions distribuiti su quattro tour (2001, 2005, 2009 e 2013), 3 Champions Cup, 4 campionati celtici, 2 Sei Nazioni (Grande Slam nel 2009 e 2014) e una lista di altri premi, riconoscimenti e record troppo lunga da snocciolare fino in fondo.
O’Driscoll si è ritirato 5 stagioni fa, e da 2016 fa parte della Hall of Fame di World Rugby. Per festeggiare il suo quarantesimo compleanno abbiamo deciso di ripercorrere la sua carriera attraverso dieci video.
#1 – La più grande prestazione di un irlandese
Marzo 2000: prima edizione del Sei Nazioni. Allo Stade de France di Parigi O’Driscoll guida l’Irlanda alla vittoria con una tripletta. Un signore irlandese di nome Keith Wood, che si impegnava con discreto profitto nel mestiere di tallonatore e capitano della nazionale del Trifoglio: “E’ stata la miglior prestazione di un irlandese che io abbia mai visto.”
I Lions non sono sempre stati motivo di gioia per O’Driscoll, che però esordisce così in un Test ufficiale con la maglia della selezione. Impressionante il gioco di piedi con cui si libera dell’estremo australiano nel primo incontro della serie del 2001.
Dura meno di un minuto la serie del 2005 dei Lions contro la Nuova Zelanda per Brian O’Driscoll, capitano di quella selezione. E’ già nelle prime battute, infatti, che Tana Umaga e Keven Mealamu si rendono protagonisti di uno dei gesti più discussi e famigerati della palla ovale: i due All Blacks sollevano il giocatore in una ruck e lo lasciano cadere di testa sul terreno, provocandogli la lussazione di una spalla. Tour finito dopo soli 41 secondi. Recentemente, O’Driscoll e Umaga si sono incontrati, dichiarando di aver ormai sepolto i dissapori inerenti all’accaduto.
Avete già sentito parlare di un Leinster vittorioso contro i Wasps? Beh, qui, nel 2008, O’Driscoll si inventa un doppio calcio a scavalcare per sé stesso, chiudendo brillantemente una azione tutta personale.
Il punto centrale della carriera di Brian O’Driscoll è la vittoria del Grande Slam al Sei Nazioni 2009, riportando a Dublino un trofeo che mancava da più di 60 anni. La meta simbolo del trionfo di quel torneo è questa, dove O’Driscoll si trasforma in terza linea e segna la meta che varrà all’Irlanda la vittoria per un solo punto al termine della battaglia contro l’Inghilterra, nella terza giornata.
Una azione che forse non vale una meta, ma sicuramente conquista occhi e cuori degli spettatori: O’Driscoll prima brucia la difesa con un superbo buco esterno, poi fissa l’estremo avversario e serve Johnny Sexton con un brillante reverse pass.
“Brian O’Driscoll should play rugby for another 75 years!!! WOW! He’s a master!” si legge nell’entusiastico primo commento su YouTube a questa magia di O’Driscoll, che nel 2013 ancora stupisce per la sua immensa classe che non ha età.
Stagione 2012/2013, semifinale di Challenge Cup. Leinster domina Biarritz e a un quarto d’ora dalla fine arriva la marcatura del grandmaster, il venerabile maestro, come lo chiama il commentatore della TV. Mentre O’Driscoll attende l’esito della trasformazione, dalla RDS Arena si leva un coro unanime: “One more year! One more year!”. Tifosi accontentati: darà l’addio al termine della stagione successiva.
Il 2014, l’ultimo anno di carriera di Brian O’Driscoll, si apre nel migliore dei modi: dopo 5 anni rispetto al precedente successo, l’Irlanda riesce nuovamente a centrare la vittoria del Sei Nazioni.
Quando O’Driscoll varca la linea di meta nel derby fra Munster e il suo Leinster, sul finire della stagione 2013/2014, lo stadio erompe in un boato: è il saluto al capitano, all’icona, al mito.
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