Uscite dai 22, difesa e il possesso che non c’è stato: i due trequarti hanno parlato in mix zone al termine del match
EDIMBURGO – Nella mix zona del BT Murrayfield, dopo la sconfitta per 33-20 contro la Scozia nella prima giornata del Sei Nazioni 2019, per l’Italia si sono presentati ai microfoni Michele Campagnaro e Angelo Esposito. Il miranese, nella sua posizione inedita di ala, ha assicurato come nel pre-partita che “all’ala non cambia molto con il nostro sistema di gioco”.
“Per sessanta minuti siamo stati ‘neutri’, non abbiamo fatto vedere nulla del nostro gioco. Non ho avuto nemmeno opportunità per mettermi in mostra all’ala”. Sulla mancanza di possesso: “Bisogna riguardare forse anche la gestione del territorio. Loro ci han messo pressione dietro con dei buoni calci, sono stati molto bravi in questo ed è quello che ha funzionato di più nei primi sessanta minuti”.
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“Il fatto che negli ultimi 10-15 minuti siamo riusciti a giocare vuol dire che energia e voglia non mancavano. Bisognerebbe farlo prima, certo, dovremmo mettere pressione prima all’avversario. Una volta capito come gioca l’altro, dovremmo reagire e capire quali sono i momenti cruciali, non quando non c’è più nulla da perdere”.
A livello tattico, una delle cose che più è saltata all’occhio durante la partita è stata la scelta ripetuta di calciare per restare in campo, piuttosto che andare in rimessa laterale. “C’è stato qualche problema, considerando anche che Tito (Tebaldi) è andato fuori nel riscaldamento e Tommy (Allan) a un certo punto è uscito. Ci è mancato un po’ di equilibrio tra 9 e 10. In settimana purtroppo non siamo riusciti a prepararla molto, e quando l’abbiamo provata l’abbiamo fatto non con quei giocatori”.
Su quest’argomento si è legato anche Angelo Esposito. “Non volevamo concedere troppe rimesse laterali, perché loro sono molto forti e noi avevamo qualche problema da novembre. Eravamo confidenti. Abbiamo provato tutta la settimana questa cosa: calciare, costruire un muro, poi sappiamo che Hogg è bravo a sfruttare le sue qualità e a trovare spazi dove non ci sono. Volevamo calciare in campo e non fuori, non c’è stata un’esecuzione sbagliata”.
Gli scozzesi a loro volta hanno usato parecchio il piede per esplorare la difesa italiana. “Noi come difesa tendiamo a salire molto per togliere le opzioni all’esterno con le ali, quindi o giochi stretto o alterni con il piede. E sono stati bravi a farlo. Ma quando dall’esterno noi ali andiamo su, deve farlo anche l’interno per mettere pressione al mediano”.
Esposito è tornato anche sulla prima meta, segnata da Kinghorn su splendido calcio di Russell. “Dovevo preoccuparmi del penultimo uomo, non dell’ultimo. Poi è chiaro che se leggo in anticipo il calcio vado sull’ala, ma se lui non avesse fatto il calcio e io fossi rimasto in fondo, magari ci avrebbe bucato in mezzo al campo. Loro son stati bravi comunque, forse avrei potuto temporeggiare e non salire così tanto…”.
“Cresciamo anche noi, pur sapendo che è molto difficile – ha continuato Esposito – Quando ci parliamo in spogliatoio noi sappiamo di voler vincere, quindi se guardiamo alla partita certamente non è molto positiva. Non ci accontentiamo degli ultimi 10-15 minuti, perché se in quel frangente li abbiamo messi in difficoltà avremmo potuto farlo anche prima”.
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