Sei Nazioni 2019: l’Irlanda verso la Scozia fra i mondiali, passati e futuri

A Dublino si fa notare che Schmidt è in una situazione simile a quella che precedette il quarto di finale del 2015

ph. Sebastiano Pessina

DUBLINO – L’Irlanda che si è scoperta improvvisamente fragile e prevedibile si sta preparando a scendere in campo a Murrayfield in ottica mondiali. Proprio così, mondiali al plurale, perché ci si riferisce al prossimo e a quello precedente. La Scozia ai mondiali è inserita nello stesso girone dell’Irlanda. Le due squadre verosimilmente si giocheranno il primo posto del girone nello scontro diretto del 22 settembre, per entrambe il primo della rassegna iridata.

Per questo finora quella di sabato prossimo in Scozia era vista come una prova generale dei mondiali. Tuttavia, dopo la legnata presa dall’Inghilterra, è diventato un vero stress test. Tutti si rendono conto che se vincere sarà tutt’altro che facile e scontato (negli ultimi tre anni a Murrayfield ci hanno vinto solo Springboks e All Blacks), una seconda sconfitta consecutiva sarebbe un colpo enorme alla fiducia in sé stessi e nel proprio gioco che tutto il gruppo ha costruito negli ultimi anni.

Inoltre la gara è una prova generale dei mondiali anche per una analogia che molti stanno facendo notare in queste ore: Joe Schmidt sta vivendo una situazione simile a quella vissuta alla vigilia del quarto di finale del mondiale inglese perso nettamente contro l’Argentina (20-43). Allora Schmidt preparò il match contro i Pumas senza Paul O’Connell, Johnny Sexton, Peter O’Mahony, Sean O’Brien e Jared Payne. Anche stavolta il conto degli infortunati non scherza: Garry Ringrose, Devin Toner e CJ Stander si sono fatti male sabato, mentre gli altri mancano dall’inizio del 6 Nazioni, ma sono importanti. Mancano Kieran Marmion, che è il cambio di Murray, e Iain Henderson, il primo sostituto della seconda linea.

Adesso si capisce il perché di una scelta che all’epoca fu molto discussa. Al momento di annunciare la formazione per il secondo test match della serie in Sud Africa del 2016, Joe Schmidt decise di far debuttare una seconda linea che sembrava essere stato portato in Sud Africa solo perché ci era nato: Quinn Roux (leggere la prima frase di questo articolo per credere…). L’Irlanda perse quella partita ma Roux ebbe un grandissimo impatto in mischia ordinata. Ora si capisce perché Schmidt lo fece giocare.

Più in generale, sabato si vedrà la bontà del lavoro fatto da Schmidt in questi anni per allargare la rosa.

Damiano Vezzosi

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