La sconfitta contro l’Inghilterra potrebbe aver scoperchiato un Vaso di Pandora molto dannoso per il rugby transalpino
E’ l’ottantesimo minuto di Inghilterra-Francia e il tabellone di Twickenham ha impresso “su di se” lo score della partita: 44-8, a favore dei padroni di casa. Le Crunch, più che in una sfida dai contorni epici, si è trasformato in una mattanza senza precedenti da oltre un secolo di storia. La nazionale transalpina è alle corde, suonata come un pugile in disarmo, e ha incassato la sconfitta più pesante per mano dei rivali britannici dal 1911 ad oggi.
Arriva finalmente il fischio finale, i Bleus possono tornare negli spogliatoi e andare sotto la doccia ma il rientro verso la “locker room” non è dei più sereni: brutti pensieri iniziano a circolare nella mente di Parra e compagni, che da lì a ventiquattro ore verranno bersagliati dalla stampa e dall’opinione pubblica francese.
Sul Midi Olympique arriva il titolone a tutta pagina “Waterloo”, la rabbia fra i giocatori monta e qualcuno alla fine sbotta.
Il clima nella rosa transalpina è teso, arrivano i primi spifferi: dopo averlo fatto contro Livrèmont e Saint-Andrè, pare che i rugbisti siano pronti ad un nuovo ammutinamento; questa volta contro Jacques Brunel, colpevole di non aver preparato adeguatamente la squadra.
La rabbia di Parra, il caso Vahaamahina
Il mediano di mischia del Clermont ha sempre avuto un carattere fumantino e anche questa volta non è riuscito a tenersi nulla per sè: “Penso che anche noi siamo capaci di fare le cose che oggi gli inglesi hanno fatto a noi, ma quanto ci abbiamo lavorato su? – si autointerroga in maniera retorica – non abbastanza per stare sugli standard del rugby di alto livello”. Un’accusa a Brunel e al suo staff, che nel corso della settimana scorsa era già stato messo nel mirino della critica per la situazione verificatasi con Vahaamahina, il quale aveva scoperto soltanto da un richiamo dell’arbitro (nella sfida contro il Galles, ndr) di essere il vicecapitano della squadra.
Confusione sui cambi e l’ammissione di Camille Lopez
Un giocatore, di cui non è dato sapersi il nome, ha rivelato al Midi Olympique (in zona mista) che a Twickenham ci sia stata invece una situazione di incomprensione rispetto ai ruoli che i giocatori, pronti a entrare dalla panchina, avrebbero dovuto interpretare: Ramos e Ntamack infatti non sapevano quale posizione avrebbero dovuto occupare rilevando Penaud e andando a coprire la zona lasciata sguarnita temporaneamente dall’ammonito Fickou.
Un caos a cui hanno fatto seguito le parole di Camille Lopez: “Penso che i primi responsabili di questi risultati siamo noi che eravamo in campo – ha ammesso – ma non siamo i soli artefici di questo disastro”.
Per molti la testa è già allo “spareggio” contro l’Italia
Il calendario dei “Galletti” vede porsi all’orizzonte prima la sfida interna contro la Scozia e poi la trasferta di Dublino. Due partite che sulla carta appaiono entrambe proibitive, quella contro i “Verdi” ancor di più rispetto a quella contro i Braveheart, quindi dai giornali francesi arriva un avvertimento ai giocatori della nazionale: “Che quella di Roma, non diventi una finale”. Un chiaro segnale, un atteggiamento di paura. Il 16 marzo infatti Italia-Francia potrebbe essere la sfida che assegnerà il poco ambito Cucchiaio di Legno.
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