Le qualità attoriali del giovane irlandese funzionali alla sua bella marcatura contro la Scozia
Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.
La partita è iniziata da un quarto d’ora, la Scozia è andata subito all’assalto e si è portata avanti nel punteggio, ma deve fare i conti con la prematura uscita dal campo del suo talento più luminoso, Stuart Hogg.
L’Irlanda ha una rimessa a metà campo, dalla quale il burattinaio Johnny Sexton sceglie di battere il ciak sulla scena preparata in settimana: per arrivare fino oltre la linea, è richiesta l’interpretazione perfetta da parte di tutti i compagni.
Rimessa laterale a cinque uomini, con Conor Murray in posizione di primo uomo, giocata davanti su Peter O’Mahony, uno dei saltatori più rapidi del panorama mondiale nell’uscire dal blocco. Murray serve Sean O’Brien, pronto subito a sparare un passaggio dietro la schiena di Furlong, mentre Sexton manda dentro Chris Farrell in mezzo al campo, spaccando il campo in due fronti d’attacco.
La difesa scozzese è ben piazzata, comunque, e molto densa, quando Murray dà il via rapidamente alla seconda fase, dove ha inizio il vero show: palla ancora a O’Mahony, con Bundee Aki pronto a proporre la classica opzione alta con Sexton dietro le spalle. Il 10 irlandese è il destinatario dell’ovale, ma la sua corsa rientra verso il centro del campo.
Il mediano d’apertura è bravissimo a cogliere il numero 7 scozzese Ritchie in controtempo e a sfruttare la posizione di Allan Dell, che è leggermente più profondo del resto della linea difensiva: il pilone era la guardia del raggruppamento dal lato chiuso, e sta andando a rinforzare la difesa, ma si trova un passo più indietro. Sexton sa che attaccando così andrà a prendersi una bella botta, ma, alla faccia delle presunte tutele, va fino in fondo con coraggio, offrendo a Jacob Stockdale il corridoio interno dove il numero 11 può dar fondo alla propria incontenibile velocità e arrivare fino in fondo.
Rewind: torniamo indietro per goderci qualche piccolo dettaglio, come la corsa di Rory Best, che incomincia a correre in avanti quando il pallone è ancora nelle mani di Murray, consapevole dello sviluppo dell’azione, per essere il sostegno più vicino a Stockdale nel caso venga catturato.
Ma anche le consumate doti attoriali del giovane Stockdale, novello Marlon Brando, che nelle prime fasi dell’azione trotterella disinteressato in mezzo al campo, come se non dovesse toccare a lui. Poi, d’un tratto si anima improvvisamente, sale sulla sua Vespa tre marce e le scala in un battibaleno per seminare compagni e avversari.
Lorenzo Calamai
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