Allo Stade de France i padroni di casa rischiano grosso, ma gli ospiti arrivano a Parigi senza Russell, Huw Jones e Hogg
Francia e Scozia aprono la terza giornata del Sei Nazioni 2019 ed entrambe, a modo loro, si devono leccare delle grosse ferite. Per i Bleus sono soprattutto quelle morali, lasciate dalla sconfitta più pesante in 111 anni contro l’Inghilterra, dalla tragicomica rimonta subita dal Galles alla prima giornata e da un ambiente davvero complicato da gestire sia per Jacques Brunel sia per i giocatori.
Le ferite scozzesi per Gregor Townsend sono invece principalmente fisiche, visto che mancheranno tre tra i giocatori più forti d’Europa nei rispettivi ruoli e dalla straordinaria influenza sul gioco della nazionale del Cardo, ovvero Finn Russell, Stuart Hogg e Huw Jones. Tre assenze pesanti da digerire in una volta sola, e che potrebbero cambiare in modo decisivo le sorti della Scozia allo Stade de France.
Certezze e dubbi
A prescindere dagli infortuni, tuttavia, è pur sempre la Scozia a offrire le maggiori garanzie in linea teorica. Nonostante la sconfitta casalinga contro l’Irlanda e una prestazione sottotono soprattutto nel secondo tempo, gli scozzesi sotto la guida di Townsend hanno sempre dimostrato unità d’intenti e un percorso chiaro da seguire, con principi di gioco solidi a cui la squadra sa aggrapparsi senza crollare. È comunque una sfida notevole: una trequarti completamente inedita a questo livello, con Peter Horne, Nick Grigg e Blair Kinghorn dovrà giocare al suo massimo per garantire chance concrete di vittoria.
La Francia, al contrario, non sembra avere reali basi da cui partire: i mattoni posizionati nel primo tempo contro il Galles sono già stati spazzati via dal ciclone abbattutosi sui transalpini sotto forma di Owen Farrell e calci tattici dietro la linea difensiva, lasciando Jacques Brunel in una posizione davvero scomoda. Per cercare di dare una scossa (ancora) a una nazionale con pochi punti di riferimento e uno spogliatoio incandescente, l’ex CT dell’Italia ha varato l’ennesimo tentativo di rivoluzione, stravolgendo gerarchie e forzando la mano forse per sperare di far scattare la scintilla nel gruppo, sfruttando l’abbondante talento individuale.
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Antoine Dupont e Romain Ntamack, in questo senso, sono chiamati già a essere i salvatori della patria, sebbene Dupont sia alla prima presenza da titolare nel Sei Nazioni e Ntamack non sia mai partito dal primo minuto come mediano d’apertura con la nazionale francese. Entrambi hanno tutte le potenzialità per infiammare la linea veloce (al solito molto interessante, almeno nei nomi) e il pubblico dello Stade de France, ma dovranno essere messi in condizione di poterlo fare, sia dal proprio pacchetto di mischia sia dallo staff tecnico con le proprie strategie.
Davanti, le due squadre si presentano in maniera piuttosto diversa alla battaglia, sia per l’uso che Brunel e Townsend fanno dei loro avanti sia per la conformazione morfologica dei pacchetti di mischia. Quello francese è grande, grosso e nelle intenzioni brutale, anche se per il momento si è visto solo nei primi quaranta minuti della prima partita; la scelta di puntare sulla forza fisica è sottolineata dalla scelta di giocare con tre seconde linee più Lauret e Picamoles, che mettono tanti chili in campo.
Alla potenza fisica, tuttavia, non sta corrispondendo uguale efficacia soprattutto sui punti d’incontro: i Bleus sono i più lenti a far uscire la palla dalle ruck del torneo, con una durata media di quest’ultima di 4,10 secondi (unica squadra a essere sopra i 4 secondi). Per la Scozia, che ha grandi lavoratori ma soprattutto un’aggressività notevole sul breakdown, la situazione è diametralmente opposta: gli Highlanders sono al secondo posto nella speciale classifica delle squadre più veloci sui punti d’incontro con una media 3,59 secondi per ruck.
Se gli scozzesi – che in terza linea ricorrono a Bradbury per l’infortunio a Ryan Wilson – riusciranno a mantenere questa superiorità nelle fasi calde della battaglia con gli avanti, allora le gravi assenze potrebbero pesare un po’ meno. Rispetto a una settimana fa, inoltre, gli uomini di Townsend saranno chiamati ad essere più concreti in fase offensiva, visto che contro l’Irlanda alcuni dettagli hanno costretto gli scozzesi a lasciare sul campo azioni importanti e forse punti significativi. Il “rischio”, insomma, è che la partita diventi una gara a chi sbaglia meno.
Il calcio d’inizio è alle 15:15, con diretta streaming su OnRugby e Dmax.
Le formazioni
Francia: 15 Thomas Ramos, 14 Damian Penaud, 13 Mathieu Bastareaud, 12 Gaël Fickou, 11 Yoann Huget, 10 Romain Ntamack, 9 Antoine Dupont, 8 Louis Picamoles, 7 Arthur Iturria, 6 Wenceslas Lauret, 5 Félix Lambey, 4 Sébastien Vahaamahina, 3 Demba Bamba, 2 Guilhem Guirado (c), 1 Jefferson Poirot
A disposizione: 16 Camille Chat, 17 Etienne Falgoux, 18 Dorian Aldegheri, 19 Paul Willemse, 20 Gregory Alldritt, 21 Baptiste Serin, 22 Anthony Belleau, 23 Maxime Medard
Scozia: 15 Blair Kinghorn, 14 Tommy Seymour, 13 Nick Grigg, 12 Sam Johnson, 11 Sean Maitland, 10 Pete Horne, 9 Greig Laidlaw (c), 8 Josh Strauss, 7 Jamie Ritchie, 6 Magnus Bradbury, 5 Jonny Gray, 4 Grant Gilchrist, 3 Simon Berghan, 2 Stuart McInally, 1 Allan Dell
A disposizione: 16 Fraser Brown, 17 Alex Allan, 18 Zander Fagerson, 19 Ben Toolis, 20 Gary Graham, 21 Ali Price, 22 Adam Hastings, 23 Darcy Graham
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