Nelle scorse settimane si ipotizzava addirittura una fusione tra Ospreys e Cardiff Blues. Voci e proposte che generano incertezze e preoccupazione
La nazionale gallese sta vivendo un momento straordinario: dodici vittorie consecutive, un successo epico contro l’Inghilterra e il primato nella classifica del Sei Nazioni stanno premiando ancora una volta il grande lavoro di Warren Gatland, dello staff tecnico e il talento di giocatori spesso sottovalutati. Potrebbe sembrare lo specchio di un movimento intero che funziona e con pochi difetti da limare, ma la realtà è ben diversa: alle spalle di una straordinaria nazionale maggiore, sembra esserci un gran caos attorno alle quattro franchigie del Pro14 e al loro futuro, soprattutto a causa di alcuni recenti – e piuttosto clamorosi – sviluppi.
“La peggior settimana che io ricordi nella storia della franchigia”
Andrew Millward è il Managing Director degli Ospreys, nonché ex pilone della squadra con base a Swansea nata nel 2003, dall’unione delle forze tra Swansea RFC e Neath RFC. Una storia che avrebbe potuto essere interrotta da una nuova fusione, questa volta tra Ospreys e Cardiff Blues. La proposta è stata avanzata nelle scorse settimane dal nuovo organo denominato Professional Rugby Board (PRB), formato da rappresentanti di Ospreys, Cardiff, Scarlets, Dragons e Federazione (WRU), il cui obiettivo è quello di ridiscutere il futuro a lungo termine del rugby professionistico in Galles e quindi delle quattro franchigie.
È stato lo stesso Millward, in un’intervista pubblicata sul sito degli Ospreys, a confermare le avvenute discussioni attorno a questa eventualità, considerata tra le possibili opzioni per ridisegnare il quadro generale. Lo stesso manager ha però chiarito che non ci sarà nessuna fusione, per cui Ospreys e Cardiff Blues resteranno due entità distinte e separate.
Prima delle dichiarazioni ufficiali, tuttavia, erano circolati diversi rumors sulla vicenda, che come ha spiegato Millward hanno rischiato di influenzare la settimana di preparazione degli Ospreys verso la sfida contro Munster nel Pro14 (persa 13-19 in casa dai gallesi).
“Ho chiacchierato con i giocatori prima della partita, perché la questione non era più gestibile – ha detto Millward – Non puoi dire cose alla gente se non le conosci tu stesso. Si tratta di lavoro, ed è stato difficile […] Se guardiamo alla nostra performance contro Munster, considerando quella che è stata la peggior settimana che io ricordi nella storia della franchigia, la reazione dei ragazzi è stata buona […] Erano in una posizione tale per cui non avrebbero potuto avere un lavoro tra tre o quattro mesi”.
Che la situazione all’interno della squadra fosse molto delicata lo avevano testimoniato anche le parole di Allen Clarke, head coach degli Ospreys, rilasciate a Premier Sports nel pre partita di venerdì sera. “Non si gioca solo per ragioni rugbistiche, ma per qualcosa di più grande, per qualcosa che sta succedendo dietro le quinte. È più di una partita. Riguarda la nostra identità come club, come squadra”.
Come detto, l’ipotesi di una fusione in ogni caso sembra essere già stata accantonata e l’esistenza degli Ospreys – la squadra con più titoli del Pro14 tra le gallesi – non è più a rischio, ma dalle parole di Millward traspare una certa frustrazione. “Per quanto tempo ancora saremo in questa posizione? […] Dobbiamo essere uniti e andare avanti. Tutto questo è frustrante, come uomo di rugby”. E ancora: “Le persone si aspettano che i nostri team siano competitivi ad ogni livello. L’aspettativa nel rugby gallese supera di gran lunga la situazione del Galles come paese. Non abbiamo il mercato e il PIL. Non possiamo farlo. Nessuno vuole essere mediocre, stai nello sport per essere competitivo e vincere, ma a volte esageri in termini di budget e questo ti mette a difficoltà.”
Perché siamo arrivati a tutto questo
Come detto, è intenzione della WRU cercare di apportare alcune modifiche al sistema professionistico attuale, creato nel 2003, con l’obiettivo di aumentare la competitività delle franchigie nel Pro14 e in Europa. Per questo sono state avviate delle discussioni tra Federazione e regions nell’ambito del ‘Project Reset’, com’è stato denominato il progetto che dovrebbe portare a una nuova fase del professionismo in Galles.
Alla base di tutto ciò, c’è soprattutto la necessità di riorganizzare le risorse economiche del movimento gallese per permettere alle squadre di siglare contratti importanti, aumentare la profondità delle rose e avere un sistema di reclutamento migliore.
Come ha riassunto il Wales Online, tuttavia, delle idee proposte dai vari interlocutori nessuna sembra ancora essere diventata qualcosa di più concreto. E, anzi, almeno per la prossima stagione tutto dovrebbe restare immutato, come dichiarato sempre da Millward. “Non ci sarà nessun cambiamento sostanziale. Per quanto emerso dall’incontro di venerdì, il business plan per l’immediato futuro sarà lo stesso di quest’anno. Non ci saranno cambiamenti”. Almeno per il momento.
Il CEO della Federazione, Martyn Phillips, ha però messo in chiaro che delle modifiche saranno necessarie. Phillips, nel messaggio scritto sulla guida distribuita per Galles-Inghilterra, ha detto che c’è bisogno che cambino le cose. “Siamo determinati a fare i cambiamenti necessari per assicurare una sostenibilità sul lungo termine, sia ai nostri giocatori sia ai nostri tifosi. Non fare nulla non è un’opzione”.
Qualunque decisione verrà presa nei prossimi mesi, in ogni caso, dovrebbe diventare effettiva a partire dalla stagione 2020/2021. E ogni soluzione verrà valutata, come ha detto lo stesso Phillips in uno delle ultime dichiarazioni ufficiali rilasciate a gennaio. Dalle indiscrezioni che circolano in Galles, ad esempio, nelle riunioni si starebbe parlando molto della creazione di una nuova franchigia del Nord della nazione (a Colwyn Bay, dove gioca il Galles Under 20), dove il rugby professionistico è completamente assente al momento (Newport, Swansea, Llanelli e Cardiff sono a Sud) e dove subisce di più la concorrenza calcistica.
Se davvero la WRU dovesse decidere per la costituzione di una squadra professionistica al Nord, a quel punto il futuro di una delle quattro franchigie attuali sarebbe già segnato, perché come ha scritto Simon Thomas sempre sul Wales Online “il rugby gallese non può sostenere cinque franchigie, a malapena può sostenerne quattro”.
Unire Scarets e Ospeys, per creare un’unica squadra a Ovest – altra indiscrezione circolata in Galles – è altrettanto impossibile vista la grande rivalità tra le due franchigie, mentre non sembra percorribile neanche l’opzione di rivedere lo status dei Dragons, franchigia sotto il controllo federale.
Al momento, insomma, c’è solo una gran confusione e un rincorrersi di voci e indiscrezioni, che sta lasciando alle proprie spalle tante incertezze per il post-2020. Le franchigie, infatti, hanno già detto di non essere in grado di offrire nuovi contratti ai giocatori in scadenza al termine della stagione 2019/2020 e tra questi ci sarebbe anche il capitano Alun Wyn Jones giusto per citarne uno. La strada sembra ancora molto lunga.
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