Stati Uniti e Giappone si unirebbero alle squadre del Sei Nazioni e del Rugby Championship in questo nuovo torneo
La rivoluzione ovale sembra essere più vicina di quanto si pensi. Dopo averla ipotizzata negli scorsi mesi infatti, World Rugby sarebbe prossima ad annunciare – partendo dal 2020 – la creazione della World League: un torneo internazionale che comprenderebbe le 12 nazionali più importanti del panorama ovale.
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Sei Nazioni+Rugby Championship+USA e Giappone
Inghilterra, Irlanda, Galles, Scozia, Francia, Italia, Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica, Argentina a cui aggiungere USA e Giappone. Queste le formazioni coinvolte nel nuovo format, che è ancora in fase di studio ma che avrebbe il sostegno universale delle 12 compagini coinvolte. Le squadre del Tier1, a cui aggiungere gli States e il team nipponico: due mercati inevitabilmente nel mirino di World Rugby per valore e potenziale espansione dei ricavi, che ovviamente andrebbero ad escludere il valore puramente rugbistico delle realtà isolane di Tonga, Fiji e Samoa.
Il format
Non ci saranno nè promozioni nè retrocessioni e tutte le squadre si dovranno affrontare almeno una volta all’anno una contro l’altra: quindi tutto ruoterà intorno alle finestre estive ed autunnali dei Test Match, che a questo punto verranno rimpiazzati dalle partite della World League. Il Sei Nazioni resta immutato, mentre il Rugby Championship diventa un Round Robin che includerà anche USA e Giappone. A Luglio e a Novembre invece le squadre dell’Emisfero Nord e dell’Emisfero Sud si scambieranno i ruoli per volare negli opposti emisferi e completare il calendario, che al termine della stagione regolare vivrà i suoi playoff a dicembre: le migliori quattro della classifica disputeranno semifinali e finali, con location individuate fra Europa e Stati Uniti.
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Diritti TV
Secondo quanto riporta l’Herald neozelandese, pare che un’emittente – ancora sconosciuta – abbia presentato un’offerta per gestire i diritti tv globali della World League, ovviamente poi con possibilità di rivenderli a emittenti nazionali di ogni singolo Paese, i quali garantirebbero un incasso a ogni nazione partecipante stimato fra 6 e 8 mln di euro.
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