Da giorni la federazione gallese sta lavorando ad un piano di ristrutturazione del proprio rugby professionistico
Nelle ultime settimane, in Galles, tiene banco una questione dal titolo Project Reset, un attento esame del gioco professionistico nel paese compiuto dal Professional Rugby Board, una commissione composta da membri della federazione gallese e da rappresentanti delle quattro regions che partecipano al Pro14.
Nell’ambito di questa indagine sono emerse le difficoltà del rugby gallese sia sotto il profilo economico che del successo sportivo rapportato agli investimenti compiuti. Come abbiamo spiegato già su queste pagine, “c’è soprattutto la necessità di riorganizzare le risorse economiche del movimento gallese per permettere alle squadre di siglare contratti importanti, aumentare la profondità delle rose e avere un sistema di reclutamento migliore.”
Dopo alcune iniziali chiacchiere su una possibile fusione fra Ospreys e Scarlets, voci di unione tra Ospreys e Cardiff Blues, rumors di una vera e propria chiusura degli Ospreys, la franchigia più debole dal punto di vista finanziario, si è giunti infine a tornare al punto di partenza: la fusione tra la franchigia degli Ospreys e quella di Llanelli sembra imminente.
Proprio nella serata di martedì il Professional Rugby Board si è riunito alla periferia di Cardiff per prendere una decisione definitiva sul tema. Se la fusione venisse definitivamente approvata, già domenica potrebbe essere resa ufficiale e sciogliere tutti i nodi che sono attualmente al pettine, primo fra i quali il futuro di tutte le persone coinvolte a livello lavorativo, soprattutto da parte Ospreys (giocatori, staff tecnico e amministrativo, semplici dipendenti).
Secondo quanto è stato dato apprendere fino ad adesso e quanto reso pubblico dal sito di news WalesOnline, la fusione fra le due società assomiglierebbe molto a un assorbimento da parte degli Scarlets più che a una unione paritaria: molto probabilmente la sede della nuova franchigia rimarrebbe a Llanelli, con la maggior parte dei match giocati al Parc y Scarlets per ragioni economiche e commerciali.
Molti dubbi suscita la decisione intorno al nome della nuova squadra, che dovrebbe accontentare due schiere di tifosi, giocatori e addetti ai lavori da sempre arcirivali.
Diverse voci si sono levate in opposizione alla fusione, sia da parte di ex giocatori, che di giornalisti. Ken Owens, capitano degli Scarlets e presidente della Welsh Rugby Players’ Association, ha rilasciato una dichiarazione preoccupata: “Questa è una delle più difficili situazioni che io o, credo, ogni altro giocatore abbiamo affrontato nelle nostre carriere. Mi appello a tutte le parti in causa di avere interesse per tutti coloro che saranno colpiti dai cambiamenti che si apprestano a fare.”
Nel pomeriggio di martedì, inoltre, è arrivato l’annuncio delle dimissioni immediata del presidente degli Ospreys Mike James, che ha voluto dare uno scossone alla situazione: “Da Project Reset è diventato Project Inept.”
“Nessuno dubita del fatto che il rugby delle regions necessiti di una ristrutturazione al fine di assicurarsi una sostenibilità di lungo termine, ma il modo in cui tutto questo viene manipolato è qualcosa di caotico, una combinazione fatale di incertezza, insicurezza e dubbio che ricadrà sul futuro delle regions. Non posso e non voglio essere parte di una malagestione di livello così catastrofico e oggi ho preso la mia decisione di dimettermi da presidente e dirigente degli Ospreys.”
Insomma, probabilmente nella prossima stagione avremo George North, Alun Wyn Jones e Justin Tipuric al fianco di Leigh Halfpenny, Ken Owens e Jonathan Davies, ma la strada per arrivarci sembra aspra e destinata alle difficoltà.
La risposta degli Ospreys
Tramite un comunicato stampa, gli Ospreys hanno preso una netta posizione sulla questione, affermando di non essere sul punto di attuare una fusione con gli Scarlets, sottolineando come, pur essendo d’accordo con la federazione sul dover apportare un cambiamento alla struttura complessiva delle franchigie celtiche in Galles, sia il caso che la WRU sviluppi il tutto “attraverso un nuovo processo, con rispetto, genuinità, trasparenza e leader competenti”.
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