Il numero 9 di Gloucester si è detto entusiasta di far parte del gruppo di Conor O’Shea
Da Gloucester come Jake Polledri, anche se lui ricopre il ruolo di mediano di mischia: Callum Braley e l’azzurro, un rapporto speciale che può sbocciare e manifestarsi, magari, durante la prossima Coppa del Mondo. Intervistato dal sito ufficiale del club inglese, il trequarti ha spiegato la sua situazione e la voglia di essere protagonista nel rugby internazionale.
Le origini italiane
Pur essendo stato il capitano della nazionale U20 inglese, Braley ha possibilità di vestire l’azzurro tramite il legame di parente con il nonno materno, che è italiano: “Da bambino ho sempre sognato di giocare a rugby a livello internazionale e ho sempre saputo che potevano esserci due strade per arrivarci. Chi avrebbe creduto per prima in me, dandomi questa opportunità, avrebbe avuto ovviamente “la precedenza”.
Il primo contatto con la nazionale italiana
“Lo staff tecnico italiano mi ha tenuto d’occhio negli ultimi diciotto mesi, sapendo di questa opportunità di eleggibilità. Io, personalmente, non ho parlato con Conor O’Shea prima dell’arrivo a Roma per i raduni, ma so che il mio agente è stato in contatto con lui e i suoi assistenti.
Dopo la partita con la Scozia (la prima nel torneo per l’Italia, ndr), ho ricevuto la chiamata per far parte del gruppo: ero ovviamente entusiasta e di poter andare a Roma”.
Sul campo
“Allenarsi con gli azzurri è stata una grande opportunità di apprendimento – commenta il numero 9 – anche perchè sono uscito dalla mia comfort zone dovendomi confrontare spesso con una lingua diversa, ma che voglio imparare a parlare. Mi sono sentito coinvolto e ho capito quale via l’Italia stia percorrendo per arrivare a ottenere dei risultati in futuro. Conor ha fatto un ottimo lavoro con i giovani: ci sono entusiasmo e sviluppo. Ad eccezione dei leader veterani (Parisse, Ghiraldini e Zanni, ndr), gli altri son tutti giocatori che potranno avere una prospettiva internazionale più lunga
A quando il debutto?
“Mi piacerebbe avere un’opportunità in futuro, intanto però posso dire di aver imparato tanto e se arriverà una chance proverò a coglierla. Siamo nell’anno della Coppa del Mondo, ma non posso dire ancora di essere parte di quel progetto; anche perchè i numeri nove dell’Italia stanno dimostrano valore”
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