Gli inglesi dominano la prima frazione, ma poi vengono rimontati salvandosi a tempo scaduto con la meta di Ford
La partita inizia subito con un’Inghilterra propositiva, con Nowell che va in meta e Farrell che converte i punti del 7-0. Gli scozzesi sembrano immediatamente incapaci di reagire. Pochi minuti dopo infatti Curry evidenzia un tenuto che l’arbitro ravvisa: il fronte di gioco si sposta ancora nei ventidue degli ospiti che non riescono a contenere l’avanzata inglese. Una touche, anzi due, poi il drive vincente che va oltre; proprio per merito del terza linea della formazione di Eddie Jones, che al decimo va già sul 14-0.
I padroni di casa non hanno pietà dei rivali. Prima del quarto d’ora ne approfittano nuovamente per incrementare il gap, con un multifase rifinito da Sincler e finalizzato all’esterno da Launchbury. Una palese superiorità, si traduce nel 21-0.
A metà del primo tempo, la contesa assume le sembianze di un incontro pugilistico da ko tecnico: Farrell e soci dominano, mentre lo stesso capitano accumula dalla piazzola altri tre punti. Twickenham si trasforma nel teatro di una recita solo di matrice inglese. Prima dello scoccare della mezz’ora, Slade recupera palla nei propri ventidue avviando l’azione che, portata avanti con la coppia Daly-May, vede quest’ultimo andare a marcare pesantemente per la quarta volta nel match. Lo score si sistema temporaneamente sul 31-0, con annesso punto di bonus offensivo già assegnato ad un’Inghilterra straripante.
Al trentacinquesimo però McInally ha un sussulto. Il tallonatore stoppa un calcio di Farrell recuperando l’ovale e involandosi verso l’area di meta sguarnita degli avversari. L’avanti resiste al tentativo di rientro delle guardie difensive andando a schiacciare indisturbato in mezzo ai pali. Per Russell è un gioco da ragazzi convertire accorciando le distanze sul 31-7, che è anche il risultato con cui si va al riposo.
La ripresa si apre ancora appannaggio della Scozia. L’uno-due ospite ridà vita a una partita che sembrava finita. Prima Graham e poi Bradbury ottimizzano al meglio due azioni frizzanti della Rappresentativa del Cardo, che si accende a suon di ricicli e offload, ispirata dal ritmo di Price. Arrivano altrettante segnature, su cui Russell si dimostra preciso in un solo caso nel convertire. Scollinato il cinquantesimo, si va sul 31-19.
L’Inghilterra va in tilt. Neppure la girandola di cambi la sveglia. Gli uomini di Townsend fiutano la possibilità di stringere ulteriormente il divario e al cinquantasettesimo allestiscono un meraviglioso avanzamento che coinvolge prima gli avanti e poi i trequarti sino alla meta – la seconda personale – di Graham.
Twickenham si zittisce e due minuti dopo addirittura si gela quando Russell intercetta un pallone uscito dalle mani di Farrell per andare a pareggiare i conti sul 31-31, in collaborazione con il subentrato – e addetto alla conversione – Laidlaw.
Farrell anzichè cercare di risolvere i problemi per i padroni di casa, che vacillano, li crea. A dodici giri di lancette dalla fine commette un fallo, entrando in ritardo e con la spalla, su Graham: il TMO lo grazia, concedendo solo la punizione.
La Scozia è sulle ali dell’entusiasmo. Laidlaw spreca dalla piazzola la chance di un clamoroso vantaggio, ma l’inerzia pende nettamente a favore degli ospiti quando si entra negli ultimi seicento secondi di gara. Le impressioni del campo vengono confermate: Sam Johnson si traveste da Superman e al momento giusto colpisce con una corsa dritta per dritta che rompe una serie di placcaggi disperati della difesa inglese, che non può tenergli testa. Il centro finisce il suo lavoro in mezzo ai pali consentendo anche l’addizione di due punti facili, che valgono il 31-38.
Sembra finita, per i padroni di casa c’è solo un’ultima chance. Inizia una serie di fasi abrasive che porta l’Inghilterra a pochi metri dalla linea di meta. Il finale è palpitante per quasi tutti, tranne che per un freddo e subentrato Ford che si fa passare il pallone per eludere il diretto marcatore e andare in meta in mezzo ai pali prendendosi anche l’onere della conversione, per fissare il risultato finale sul 38-38.
Inghilterra: 15 Elliot Daly, 14 Jack Nowell, 13 Henry Slade, 12 Manu Tuilagi, 11 Jonny May, 10 Owen Farrell (c), 9 Ben Youngs, 8 Billy Vunipola, 7 Tom Curry, 6 Mark Wilson, 5 George Kruis, 4 Joe Launchbury, 3 Kyle Sinckler, 2 Jamie George, 1 Ben Moon
A disposizione: 16 Luke Cowan-Dickie, 17 Ellis Genge, 18 Dan Cole, 19 Brad Shields, 20 Nathan Hughes, 21 Ben Spencer, 22 George Ford, 23 Ben Te’o
Marcatori Inghilterra
Mete: Jack Nowell (2), Tom Curry (9), Joe Launchbury (13), Jonny May (29), George Ford (82)
Conversioni: Owen Farrell (3, 10, 14, 30)
Punizioni: Owen Farrell (25)
Scozia: 15 Sean Maitland, 14 Darcy Graham, 13 Nick Grigg, 12 Sam Johnson, 11 Byron McGuigan, 10 Finn Russell, 9 Ali Price, 8 Magnus Bradbury, 7 Hamish Watson, 6 Sam Skinner, 5 Grant Gilchrist, 4 Ben Toolis, 3 Willem Nel, 2 Stuart McInally (c), 1 Allan Dell
A disposizione: 16 Fraser Brown, 17 Gordon Reid, 18 Simon Berghan, 19 Jonny Gray, 20 Josh Strauss, 21 Greig Laidlaw, 22 Adam Hastings, 23 Chris Harris
Marcatori Scozia
Mete: Stuart McInally (35), Darcy Graham (46, 57), Magnus Bradbury (50), Finn Russell (60), Sam Johnson (75)
Conversioni: Finn Russell (36, 51), Greig Laidlaw (61, 77)
Punizioni:
Di Michele Cassano
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