Il friulano, all’ultima nel torneo: “I giovani devono imparare la lezione di oggi: ogni occasione deve essere colta”
ROMA – “La meritavamo. Abbiamo giocato molto nel loro territorio e nei loro 22, ma non siam riusciti a concretizzare”. Le prime dichiarazioni di Federico Ruzza in zona mista, dopo Italia-Francia, sono il riassunto più preciso che si possa fare del match perso dagli azzurri all’Olimpico nell’ultima giornata del Sei Nazioni 2019. “Ci si è messa di mezzo anche la sfortuna, ma dobbiamo essere più forti anche di quella. E’ stata dura, loro hanno fatto un paio di mete su episodi un po’ così, mentre noi non siamo riusciti a sfruttare le occasioni”.
“Potevamo lavorare meglio in qualche situazione da maul, ma bisogna riguardarla per parlare di questi momenti – ha continuato il seconda linea a OnRugby – Ci sono stati poi errori su cui abbiamo subito delle mete, ma capitano: non esiste la partita perfetta. Oggi siamo stati anche più forti degli sbagli che abbiamo fatto in difesa, però purtroppo non siamo riusciti a concretizzare quello che abbiamo fatto davanti”.
Dal punto di vista personale, quella di Ruzza è sembrata soprattutto una partita di grande sacrificio, con poche opportunità di fare la differenza palla in mano. “È stata una partita strana, non ci sono state lunghe fasi palla in mano e tanto gioco al piede. È stata una gara molto spezzettata. Ho toccato pochi palloni, sì, serviva lavorare lì vicino. Ci sono anche partite del genere: bisognava lavorare duro e penso che lo abbiamo fatto”.
A presentarsi ai microfoni successivamente è Alessandro Zanni, uno dei tre veterani insieme a Parisse e Ghiraldini ad aver giocato l’ultima partita della sua lunga carriera nel Sei Nazioni. “Spero di entrare nel gruppo del Mondiale, ma penso che dopo sia giusto farsi da parte. È la fine di un ciclo, ed è giusto che si inizi con nuovi giocatori e giovani. Noi abbiam dato tanto. Il Mondiale è l’ultimo grande appuntamento, mi piacerebbe esserci”.
“Se facciamo la conta di quante volte siamo entrati in area di meta… Forse sono quattro: una volta ci tengono alto, poi con Braam (Steyn) che non so se era meta o meno, poi con il palo. Son quindici punti almeno”. La Francia è invece entrata poche volte nei 22 azzurri. “È la differenza tra una squadra cinica e una che doveva essere meno ansiosa, meno frenetica. Dovevamo avere più pazienza”.
Zanni poi ha continuato a parlare del presente e del futuro e della nazionale. “Noi (lui, Parisse e Ghiraldini, ndr) abbiamo perso tante occasioni, oggi anche chi ci sostituirà ne ha persa una. Spero sia di esempio per il futuro. Ho perso tante partite di 1-2 punti al Sei Nazioni, spero che si rendano conto che partite come quelle di oggi sono da vincere a tutti i costi. A livello di leadership ci siamo. Lasciamo in buone mani. Ci sono tanti giocatori importanti in questo senso, ad esempio Federico Ruzza. Il problema è fare lo step successivo, ovvero fare risultato”.
“Lo staff sta lavorando bene con i giovani e ha creato anche una base più ampia – ha detto Zanni – C’è molta più competizione e molti più cambi rispetto a dieci anni fa, quando eravamo più contati. Il futuro è buono. I giovani devono imparare la lezione di oggi: ogni occasione deve essere colta, altrimenti si finisce come me, Sergio e Leo (ride ironicamente, ndr) che alla fine ti guardi indietro e pensi «eh ma quella partita là…»”.
Dal punto di vista tecnico, l’Italia è stata un po’ carente in maul, dove sembra meno efficace rispetto al recente passato. “Due volte siamo riusciti ad andare oltre, ma ci hanno tenuto su. Potevamo lavorare meglio e portare più punti. Noi giocatori dobbiamo fare un passo avanti, perché nell’arco di una partita devi portare punti da tutte quelle occasioni. Abbiamo prodotto e creato coseinteressanti, ma dobbiamo essere più pazienti e cinici. E’ stato un problema di noi giocatori, è mancata la lucidità in situazione critiche sui 5 metri, dove potevamo creare un soprannumero al largo. Non l’abbiamo fatto e ci è costata la partita. Non possiamo comunque attaccarci agli episodi, lavoriamo e basta”.
Daniele Pansardi
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